Rubrica cura di FEDERICO GAUDIMUNDO

 

Titolo: Il Primo Anno
Formato: Lungometraggio – Fiction
Genere: Drammatico, Commedia
Produzione: Francia
Anno: 2019
Regia: Thomas Lilti
Durata: 92’
Dove: Amazon Prime

SINOSSI
Antoine e Benjamin frequentano entrambi il primo anno della facoltà di medicina a Parigi. Tuttavia sono molto diversi: Antoine affronta il duro percorso del primo anno per la terza volta; è appassionato e motivato nonostante le difficoltà economiche, la lontananza dalla facoltà e dei genitori che nonostante l’appoggio non possono aiutarlo nello studio. Benjamin ha appena terminato il liceo, è figlio e fratello di due medici, si è iscritto per compiacere il padre, ma non pare troppo entusiasta della scelta.

Al termine del primo anno di studi, tutti gli studenti della facoltà affrontano un test durissimo: soltanto i meglio classificati potranno iscriversi a medicina, gli altri dovranno accontentarsi di facoltà meno ambite (fisioterapia, farmacia, odontoiatria) o ripetere l’anno, come è successo per ben due volte ad Antoine. Nonostante le diversità i due ragazzi iniziano il percorso di studi assieme e cercano di aiutarsi nella preparazione dell’esame. Il loro rapporto sarà messo alla prova dall’aspra competizione che il sistema genera negli studenti e toccherà le corde profonde della loro amicizia e della loro intima motivazione.


Pedagogika Point of view (PPOW)
Thoma Lilti – in questa pellicola di qualche anno fa – propone agli abbonati una storia di amicizia e di relazioni familiari, confezionando un interessante documento che ci costringe a riflettere sul sistema scolastico (francese in questo caso, ma che nella sostanza vale universalmente anche per gli altri): su che tipo di persone “produce”, che tipo di studenti premia, quale prezzo debbano pagare per emergere.Un sistema – il film lo dichiara esplicitamente – che premia un nozionismo cieco e arido a scapito della passione e della motivazione, in cui la competitività esasperata mortifica i rapporti umani e rende insensibili alle difficoltà degli altri. Chi non “riesce”, chi cade e non si rialza, semplicemente libera un posto per chi è dietro. Non c’è spazio per la solidarietà e per il sostegno reciproco. Più che il talento conta la capacità di adattarsi al sistema e saperne trarre il meglio.
Un sistema che forse “allena” a quello che ci sarà dopo: il mondo del lavoro che spesso funziona con le stesse regole. Il film si chiede però se non sia proprio questa impostazione a generare le regole che seguiranno.
Antoine e Benjamin hanno motivi diversi per voler emergere e dentro queste motivazioni troveranno il modo di non perdere la propria umanità, ma il film si domanda e ci domanda continuamente se questo sia davvero possibile.
Anche per l’ottima prova degli interpreti, merita davvero la visione.


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