Tra cielo e terra… ci siamo noi (intervista a Riccardo Magni)
A cura di Maria Piacente
– Riccardo Magni è nato a Milano il 10 maggio 1998 e, presso l’Università Statale del capoluogo lombardo, si è laureato in Filologia, letterature e storia dell’antichità. Oltreché di poesia, è appassionato anche di teatro e di musica: suo è stato il secondo posto al Premio Lunezia 2021 per la sezione Autori di Testo, esito replicato nel 2024. Referente per la Regione Lombardia del movimento “Rinascimento Poetico”, dal febbraio 2023 ne è anche vicepresidente nazionale insieme ad Antonella Corna (l’attuale presidente del movimento). Dal 2024 è docente di lettere presso la scuola secondaria di primo grado e cultore della materia (letteratura greca) presso l’Università degli Studi di Milano. Dal 2025 è altresì membro del Comitato Scientifico della rivista Pedagogika.
Il movimento “Rinascimento poetico”, cui Riccardo Magni dedica molto del suo tempo, è uno spazio in cui poeti e poetesse, di qualunque origine e condizione sociale, condividono un manifesto programmatico dal titolo “La poesia può salvare il mondo”, con un testo splendidamente evocativo. «La Bellezza sta già salvando il mondo. E tu puoi contribuire con un verso. Poesia è parola che scandaglia il Mistero. La Poesia cerca la Bellezza. La Poesia ha come fine ultimo il silenzio. La Poesia è un albero che ha radici nel primo vagito umano e stende rami verso il futuro. La sua ombra ci salva dal presente. La Poesia è una realtà viva che ha bisogno di spazi per vivere. La Poesia è un linguaggio universale. La Poesia ha tutti i colori di tutte le pelli, tutte le identità di ciascun umano. E non ne ha nessuna. Chi conosce la Poesia non ha paura della diversità e non crea il nemico nel diverso. La Poesia per la sua stessa natura libera è politicamente scorretta. Nessuno è proprietario della Poesia. Siamo tutti poeti. Ma non tutte le poesie sono uguali. Chi scrive solo per vanità è molto lontano dalla Poesia. Chi scrive una poesia deve prima averne lette cento. Chi scrive senza leggere è molto lontano dalla Poesia. Ciascuno mette nella Poesia ciò che può».
Riccardo, cos’è per te la poesia e che scopo ha?
La Poesia è una musica sottile, vitale, che ci entra nel cuore, nel respiro, riconnettendoci in un istante al ritmo della vita che vibra attorno a noi; la Poesia è ispirazione, energia; Poesia sono le persone che incontriamo, i rapporti che intessiamo, la bellezza che ogni giorno creiamo; Poesia è pensiero, sentire più in profondità il bello che vi è nel mondo e dentro di noi, quel bello che cerchiamo e attraverso la parola portiamo alla luce. I Greci lo sapevano: la parola (phasis) ha la medesima radice della luce (phos), perché parlare è illuminare, portare le cose all’esistenza. E la Poesia poi è anche studio e amore (non a caso in latino studium significa impegno , dedizione ). E Platone ben ce lo suggerisce, che la Poesia non è altro che compagna dell’amore: così come chi amiamo ha la capacità di mettere le ali alla nostra anima, allo stesso modo fa la parola, plasmando mondi, rivelandoci ogni giorno di più l’inesauribile, incantevole mistero del nostro vivere.
Qual è la tua poesia preferita e perché?
Di poesie del cuore ne ho tante, molti sono stati gli autori che hanno lasciato un segno nel mio modo di vedere la vita e nella mia ricerca poetica (due dimensioni che talvolta coincidono). Tra quelle che preferisco e che sento particolarmente vicino, non posso non citare la poesia di un grande autore greco contemporaneo, Ghiannis Ritsos, un uomo, un poeta, che ha visto tutta la storia greca novecentesca (visse tra il 1909 e il 1990), subì sulla propria pelle il dramma della dittatura dei colonnelli, fu internato più volte in un campo di concentramento, ma la luminosità e la vitalità della sua poesia, in costante dialogo con l’antico, sono straordinariamente inesauribili. Sto pensando a “Debito autunnale”, testo tratto da Molto tardi nella notte, e in particolare ai versi finali, molto eloquenti:
Ma tu, a dispetto della pioggia e dei venti, insisti
sotto la tua lampada, su questa sedia dura,
per lasciare qualcosa a chi verrà dopo – almeno due versi,
scritti con la mano della pioggia, che indichino tremanti
sempre, sempre, in direzione del sole.
Aggiungo anche un poema come l’Odissea, da cui per me tutto è cominciato, e una poesia di Saffo, il fr. 16 Vogit, dove si afferma che la cosa più bella è «ciò che si ama».
“La Poesia è parola che scandaglia il Mistero”, recita il manifesto di “Rinascimento poetico”: di quale mistero si tratta?
Il Mistero di cui si parla nel Manifesto è il mistero che ognuno di noi si porta dentro e che ci collega a tutto ciò che ci sta attorno: il nostro essere anello di congiunzione tra il cielo e la terra, tra il finito e l’infinito. E la Poesia cerca strade per aprire porte verso l’incommensurabilità dell’universo, verso l’invisibile. Nell’Antigone di Sofocle, nel primo stasimo, si dice: “Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più mirabile dell’essere umano”. Bene, la traduzione che ho scelto, quella del grande grecista Raffaele Cantarella, traduce la parola greca deinòs con “mirabile”; altro significato di questo aggettivo greco è “terribile”. L’essere umano si trova quindi sospeso in questa dimensione ancipite, tra un polo positivo e un polo negativo, capace di costruire ciò che di più bello possa esistere così come di distruggere irrimediabilmente (terribilmente) ciò e chi gli sta attorno. E l’Uomo, nel corso di questa esistenza, ha una grande responsabilità: farsi poeta nel vero senso del termine, ossia facitore, costruttore di mondi; e per farlo non può che ricercare, in maniera socratica, continuamente, senza stancarsi mai, cercando il sole, la luce che possa indirizzargli la strada. Solo attraverso questa ricerca, noi troveremo il significato del Mistero. A questo serve la filosofia, a questo serve la Poesia, che platonicamente della filosofia potrebbe benissimo essere altra faccia della medesima medaglia.
Ricevendo nel 1996 il Nobel per la letteratura, la poetessa polacca Wislawa Szymborska disse: «I poeti avranno sempre molto da fare». Pensando alla mentalità sempre più frenetica che contraddistingue il nostro mondo, tu condividi questa frase?Assolutamente sì e posso aggiungere anche alcuni versi della poetessa dei Navigli Alda Merini, una poetessa a cui non solo io sono legato, ma tutto Rinascimento Poetico Lombardia. La Merini scrive:
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
La calma, la quiete, la lontananza dalla frenesia, dalla folla, dal tempo. Poesia per me è sempre stato questo: il momento dell’entusiasmo, della meditazione e della sintesi. Dell’entusiasmo perché, come si pensava nel mondo greco antico, vi è un’energia, una dynamis, che scorre in te nell’atto creativo e che talvolta non sai veramente da dove possa arrivare; basta una parola, una frase, un ritmo… e le poesie, almeno quelle migliori, iniziano a scorrere spontanee in autonomia, mentre il respiro segue la musica di questo flusso poetico, dolcemente, armonicamente. Ma la Poesia è anche attimo di meditazione, dove l’io, leggendo o scrivendo, inizia a ritrovare se stesso e a dissolvere le nebbie della frenesia e a trovare spiragli di luce, autoriflettendosi e comprendendosi un poco di più. Quelli sono i momenti più belli, quando grazie al potere dell’arte riesci a comprendere ciò che prima non avevi compreso o ti era sfuggito. Esattamente come capita ad Odisseo che, una volta sbarcato a Itaca, non riesce a riconoscerla subito a causa della nebbia. Solo l’intervento di Atena riuscirà a fargli vedere che Itaca non è terra a lui straniera e ostile, ma quello che lui da tempo stava cercando. Forse anche noi abbiamo già raggiunto da tempo la nostra Itaca e l’abbiamo a portata di mano; ma non ce ne accorgiamo e serve Atena, la Poesia, per aiutarci a comprenderlo, in maniera sintetica, con un balzo analogico, sia nella lettura che nella scrittura. E anche questo fa parte della ricerca. Anche questo fa parte della Poesia che è dentro di noi.
«La bellezza salverà il mondo», suggeriva Dostoevskij. Per “Rinascimento poetico”, «La Poesia può salvare il mondo»: perché questo mondo ha bisogno di essere salvato?
Il mondo è sempre più legato a una dimensione di frenesia, prevaricazione e produzione che tende a mettere da parte le esigenze più profonde dell’umano. Con la Poesia e il desiderio di Bellezza, invece, ci si addentra in un’altra dimensione. Per Rinascimento Poetico, in particolare, la Bellezza sta già salvando il mondo: questo è uno dei motti coniati dal nostro fondatore Paolo Gambi nel corso delle prime dirette social effettuate sul suo profilo Instagram al tempo del Covid; giorni in cui persone di ogni età, tra cui il sottoscritto, con in comune una passione (la Poesia, appunto), si ritrovavano per trascorrere poeticamente dei momenti insieme. E lì è nato tutto; è lì che abbiamo pienamente compreso che insieme si può andare molto più lontano. E Rinascimento Poetico ha avuto così la propria fondazione. La Bellezza salva perché ci chiama, come suggerisce una pseudo, ma affascinante, etimologia platonica contenuta nel Cratilo: kalòs (bello) kalei (chiama); non ci fa rimanere immobili, ma ci mette in cammino, come un motore immobile. Ed è quello che succede ad ogni reading di Rinascimento Poetico in Libreria Bocca, la libreria più antica d’Italia sita in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, dove ormai da qualche anno, grazie alla sinergia con il titolare Giorgio Lodetti, poeti da ogni parte della Penisola (e talvolta del mondo) si incontrano, dialogano, condividendo umanità e poesia. E capiamo che nessuno è solo, che ognuno può trovare nell’altro la bellezza dello stare insieme, del crescere insieme.