C’era una volta in Italia – GLI ANNI SESSANTA
Enrico Deaglio
C’era una volta in Italia – GLI ANNI SESSANTA
Feltrinelli, Milano 2023, pp. 595, € 35,00
Il volume ripercorre gli anni Sessanta del secolo scorso secondo l’ordine cronologico, dedicando un capitolo a ogni anno.
Vi sono molteplici elementi che fanno di questo testo una vera e propria narrazione, come il titolo peraltro già suggerisce, e lo rendono particolarmente interessante e di piacevole lettura. Ogni capitolo si apre con una scheda di una pagina (Annali) in cui sono riportate varie notizie che consentono a chi legge di tratteggiare, come una sorta di acquerello, lo sfondo su cui collocare ciò che viene raccontato nelle pagine successive. La scheda riporta notizie politiche (Chi ci governa, Leggi approvate), sportive (Quale squadra vince il campionato di calcio, quali sono promosse in serie A e retrocesse in B, chi vince il giro d’Italia, a sottolineare che in quegli anni il ciclismo è altrettanto popolare del calcio), culturali (Chi vince lo Strega) e di costume (Chi vince a Sanremo, La canzone dell’estate, Vorrei essere come lui, Vorrei essere come lei), nonché chi nasce e chi muore in quell’anno. Seguono poi brevi paragrafi dedicati a fatti che segnano quel particolare anno, accaduti in Italia o altrove, raccontati in maniera sintetica ma esaustiva, tale da permettere a chi legge di comprendere nessi e relazioni con altri avvenimenti anche anteriori agli anni Sessanta. Così, ad esempio, l’uscita nel 1962 del film di Francesco Rosi, Salvatore Giuliano, fornisce l’occasione per ricostruire le vicende di Portella della Ginestra (1947), ma anche quelle legate allo sbarco in Sicilia degli Alleati.
Il volume racconta episodi, fatti, avvenimenti che riguardano soprattutto gli aspetti sociali di quegli anni: il miracolo economico, destinato a esaurire la sua spinta propulsiva già a partire dal 1963; le migrazioni dal Sud verso le città più industrializzate del Nord; le lotte sociali; la diffusione di elettrodomestici quali il frigorifero, la lavatrice, la televisione. La ricchezza dei temi è sostenuta anche dalle immagini che corredano il testo e che contribuiscono in modo immediato e significativo a ricostruire lo spirito del tempo. Ogni articolo, inoltre, è seguito da una bibliografia e sitografia aggiornate per consentire a chi legge eventuali approfondimenti o ulteriori ricerche.
Come si legge nella quarta di copertina: «Se c’eravate, vi ritroverete. Se non c’eravate, vi verrà voglia di saperne di più. Se vi siete dimenticati, vi torneranno in mente tante cose». Così, la tragedia del Vajont, la morte di J.F. Kennedy, di Papa Giovanni XXIII, ma anche di Enrico Mattei e di Fausto Coppi, con cui il volume si apre, sono raccontate insieme a fatti certo meno conosciuti, quali, ad esempio, il massacro degli algerini a Parigi nel 1961, la prima marcia per la pace tra Perugia e Assisi, organizzata meticolosamente dal filosofo Aldo Capitini. Di altri si è semplicemente perduta la memoria perché nel tempo i personaggi o la vicenda stessa hanno perso significatività: chi ricorda la tormentata love story tra Maurizio Arena e la principessa Titti di Savoia? Altri ancora hanno prodotto cambiamenti che sono oramai entrati nella vita di ciascuno/a, tanto che la loro origine interessa soltanto da un punto di vista storico. È il caso, ad esempio, dell’istituzione della scuola media unica nel 1962. Di altri ancora è bene mantenere la memoria, come ad esempio, della vicenda di Franca Viola nel 1966, o degli attentati che, a partire proprio dagli anni Sessanta, insanguineranno a più riprese il nostro Paese, fino ad arrivare a quello che chiude il volume e segna irrimediabilmente la fine di un’epoca: la bomba di Piazza Fontana a Milano nel 1969.
Molte narrazioni si avvalgono anche di stralci più o meno ampi di articoli di giornali. In questo modo il volume offre non soltanto la narrazione di ciò che è accaduto, ma anche lo sguardo di alcuni testimoni dell’epoca, nonché uno spaccato sulle firme giornalistiche del tempo, sullo stile degli articoli, sulla lingua stessa. Ne emerge un quadro articolato, vivo eppure irrimediabilmente datato, come se a separarci da quegli anni ci fossero secoli piuttosto che decenni.
Clara L. Alemani