2 – D.P.R. 448/88: il decreto dei garantiti?
Sollecitati da nostri lettori interessati all’evoluzione del dibattito sulla devianza minorile, abbiamo avviato, attraverso una serie di visite ed incontri, un approfondimento di cui cercheremo di dar conto anche nei prossimi numeri. Di seguito, riportiamo una prima intervista che abbiamo avuto l’opportunità di realizzare all’interno dell’Istituto Penale Minorile “C.Beccaria” di Milano. Ci hanno ricevuto il vicedirettore, Giuseppe Centomani e Stefania Ciavattini, responsabile degli educatori.
Il D.P.R. 448/88 e il successivo decreto legislativo 272/89 sono gli strumenti del codice di procedura penale per i minori: ci può spiegare qual è, o quale dovrebbe essere, lo spirito della normativa che si
rivolge ad una fascia della popolazione così particolare?
rivolge ad una fascia della popolazione così particolare?
Giuseppe Centomani: <
La presenza di ragazzi italiani negli istituti penali minorili è diminuita ad oggi, dell’80 per cento; accade però che già dopo 1 o 2 anni si trovano in carcere tutti quei ragazzi che, al momento dell’arresto, hanno usufruito di misure cautelari alternative alla detenzione: la prescrizione, la permanenza in casa, la permananza in comunità e, infine, la custodia cautelare in carcere. Queste sono dette “misure a scalare”, nel senso che hanno un grado successivo di restrittività e, quindi, ogni volta che il ragazzo trasgredisce un livello di misura cautelare si passa a quello successivo fino ad arrivare in ultima analisi all’inserimento in carcere>>.
Nel D.P.R. 448/88 si parla di uno strumento rieducativo chiamato “ messa alla prova”, ci può dire per quale tipo di soggetti ed in quali circostanze si utilizza?
G. C.: <
Questa misura alternativa attualmente non coinvolge gli operatori alle dirette dipendenze dell’istituto, ma in primo luogo gli assistenti sociali del ministero di Grazia e Giustizia ed eventualmente i servizi sociali territoriali>>.
Quali sono le figure professionali previste dal D.P.R. che risultano più significative per ragazzi interessati al “contratto” di messa alla prova?
G. C.: <
C’è quindi un’équipe che se ne occupa, ma in sostanza chi prende in carico il minore messo alla prova è l’assistente sociale del ministero di Grazia e Giustizia>>.
Ma si può quindi parlare di un periodo in cui il ragazzo segue una sorta di terapia per cui gli viene concessa la possibilità di una “guarigione” per poter poi aiutarlo durante la “messa alla prova”?
G. C.: <>.
Si può quindi dire che ci sono dei casi in cui anche la famiglia deve, in qualche modo, essere presa in carico?
G. C.: <>.
Ma in altri luoghi gli assistenti sociali sono presenti in maniera più cospicua?
G. C.: <>.
Quali sono le difficoltà maggiori e gli intoppi che incontra più spesso nel suo lavoro?
G. C.: <>.
E quindi delle linee guida che siano conosciute da tutti gli operatori che in qualche modo hanno una traccia sulla quale basarsi. Accanto ad una adeguata preparazione professionale degli operatori è necessaria, secondo lei, una certa propensione personale per lavorare in un Istituto Minorile?
G. C.: <<certamente, a=”” accade=”” allora=”” altre=”” anello=”” anzi=”” assunzione=”” bisogna=”” carattere=”” catena.=”” che=”” come=”” comunque=”” contesto=”” crea=”” da=”” dei=”” di=”” diventa=”” dopo=”” e=”” educatore=”” educatori.=”” essendo=”” essere=”” famoso=”” fare=”” forma=”” formate=”” gli=”” governata=”” il=”” in=”” innescare=”” interno=”” istituzionale=”” la=”” le=”” ma=”” ministero=”” nel=”” non=”” per=”” personale=”” persone=”” precisare=”” primo=”” problema=”” problemi=”” processo:=”” professionale=”” professioni=”” propensione=”” quale=”” quando=”” quel=”” questo=”” richiesti=”” richiesto=”” riesce=”” saper=”” sapere=”” scientifico.=”” se=”” si=”” solo=”” soltanto=”” specifici=”” titoli=”” titolo=”” tutte=”” un=”” unico=”” uno=”” vengono=”” verranno=”” volte=””>>.
C’è una formazione specifica che magari si svolge all’interno di questa struttura?
G. C.: <<si, a=”” ad=”” al=”” alla=”” anche=”” anni=”” attenzione=”” avanti=”” beccaria=”” carne=”” che=”” coltello=”” come=”” con=”” della=”” di=”” discorso=”” educatori.=”” formazione=”” gli=”” ha=”” il=”” in=”” iniziale=”” iniziative=”” insegnare=”” la=”” macellaio=”” mano=”” mentre=”” negli=”” particolare=”” per=”” permanente.=”” portare=”” quanto=”” queste=”” quotidiano=”” riguarda=”” rivolta=”” sempre=”” si=”” sia=”” spesso=”” sta=”” supervisione=”” tagliare=”” tentando=”” troppo=”” ultimi=”” un=””>>.
A proposito di progetti educativi, e in relazione alla sua affermazione relativa alla presenza di molti ragazzi stranieri, che difficoltà ci sono state nel tener conto di questi “utenti” stranieri che hanno cultura e riferimenti diversi?
G. C.: <>.
Stefania Ciavattini: <>.
Esiste quindi un coordinamento non sporadico, organizzato, nel quale ogni operatore mette sul tavolo il proprio sapere e le proprie perplessità, dove si costruisce insieme…
S.C.: <<certo, 15=”” a=”” cadenza=”” ci=”” da=”” del=”” e=”” il=”” inizio=”” le=”” ministero=”” noi=”” nostre=”” per=”” poi=”” progetto=”” quelle=”” semestrali=”” settimanale=”” sono=”” tutti=”” verifiche:=”” viene=””>>.
Secondo lei, per un ragazzo inserito in un Istituto Penale Minorile, che rapporto c’è tra la variabile tempo, la presa di coscienza e, quindi, l’eventuale cambiamento?
S.C.: <>.
G. C.: <>.
Quindi, attraverso quello che è il posto che noi come operatori stiamo occupando per quel ragazzo in quel momento; perché, a volte, l’operatore se ne dimentica. Nel senso che i ruoli sembrano quasi incatenare le persone ad una certa fissità o per impedire di riflettere su come il ragazzo sta vivendo in quel momento il posto che io sto assumendo per lui.
G. C.: <<noi, .=”” a=”” ambito=”” ampiezza=”” anche=”” aprire=”” attraverso=”” beccaria.=”” casermone=”” che=”” come=”” comunque=”” con=”” contesto=”” conto=”” cui=”” dal=”” definire=”” dei=”” del=”” delle=”” di=”” difficile=”” e=”” ed=”” educatore=”” efficacia=”” esista=”” essere=”” generale=”” gran=”” ha=”” il=”” in=”” individuale=”” interno=”” istituzione.=”” la=”” le=”” ma=”” molto=”” muovono=”” noi=”” non=”” onnipotente=”” organizzativo=”” parliamo=”” parte=”” partire=”” pedagogico=”” per=”” piano=”” presupposto=”” progetto=”” quadro=”” questa=”” questo=”” ragazzi=”” rapporto=”” relazionale=”” relazione=”” rende=”” risulta=”” riteniamo=”” scala=”” seconda=”” sempre=”” si=”” sia=”” significa=”” spazio=”” stessa=”” stesse=”” su=”” tipo=”” totalmente=”” un=”” uno=”” visto=””>>.
Quindi è importante il desiderio di volersi sperimentare quasi quotidianamente: bisogna porsi nel ruolo di ricercatore e sperimentatore.
G. C.: <>.
In quale parte, secondo lei si potrebbe ripensare o “correggere” il DPR 448/’88?
G. C.: <
*Formatrice – consulente familiare