A spasso tra i libri
Adolescenti libernauti
Nei giorni 18 e 19 Maggio 2001 si è svolto al Teatro Studio di Scandicci (FI) il convegno “LIBERNAUTA-I giovani e la lettura al tempo della velocità”, promosso dal Comune di Scandicci, dalla Provincia di Firenze, dalla Regione Toscana, da vari Istituti Scolastici di Istruzione Superiore di Scandicci e di Firenze e dalla Biblioteca Civica “M. A. Martini” di Scandicci. Ornella Matteini, che normalmente cura questa rubrica, è stata impegnata nell’organizzazione e nella conduzione di questo evento, sia come membro del comitato scientifico del convegno sia come relatrice, e quindi non ha potuto dare il suo contributo su questo numero della rivista.
Al posto delle recensioni della Matteini abbiamo pensato di pubblicare i risultati di una piccola, ma interessante ricerca curata da Stefano De Martin*, ricerca che è comunque strettamente collegata al convegno di Scandicci; essa fa parte di un più ampio studio condotto nel 1999 tra gli studenti degli Istituti superiori di Scandicci e Firenze sul tema della lettura: “Il mestiere di leggere-Istruzioni per l’uso” a cura di S. De Martin e P. de Pasquale, e come tale ha rappresentato il lavoro iniziale dal quale si è sviluppato un progetto per capire gusti ed aspettative di lettura degli adolescenti della zona e quindi il convegno.
Identikit adolescenti
Trecentocinquanta adolescenti tra i 16 e i 19 anni fanno i conti con i propri miti letterari, musicali e cinematografici; un modo per traghettare al Duemila con alcune guide spirituali, per selezionare compagni di viaggio e atmosfere. I risultati di un’indagine svolta con gli studenti di cinque istituti superiori fra Scandicci e Firenze nel dicembre 1999.
Nel corso di un’affollata iniziativa con Roberto Vecchioni, organizzata dall’istituzione Servizi Culturali del Comune di Scandicci per gli studenti di cinque istituti superiori fra Scandicci e Firenze, è stato distribuito un questionario con quattro semplici e inequivocabili domande:
- tre libri da portarti nel nuovo secolo
- tre belle canzoni da salvare
- tre film da incorniciare
- chi ti piacerebbe incontrare prossimamente.
Non tutti hanno risposto, non tutti l’hanno presa seriamente, ma i più si sono coinvolti in questa foto di gruppo “al loro interno”.
Un dato su tutti: le 1000 segnalazioni sono davvero 1000, non fanno massa, non indicano fiumi ma si disperdono in rigagnoli. La canzone più votata (One degli U2), raccoglie solo il 2,2% delle adesioni; il libro più amato (Se questo è un uomo di Primo Levi) arriva al 4%; e dopo il fenomeno La vita è bella di Benigni, che raccoglie il 13,2% delle preferenze, troviamo moltissimi film in ordine sparso, non in grado di evidenziare tendenze (solo Braveheart, Ghost e Salvate il soldato Ryan toccano il 3%).
Tra i personaggi da invitare, da ascoltare, troviamo cantanti e comici: dopo Benigni (13,3%) solo Aldo, Giovanni e Giacomo e Vasco Rossi ritagliano un 5% o poco più di consensi, gli altri sono dispersi nelle nebbie dell’indifferenziato (a seguire troviamo Ligabue, Jovanotti, Batistuta e Pelù). Non un politico, non un intellettuale, non un pittore, non un professore né uno dei tanti maitre à penser che passano quotidianamente in tv; e neppure una donna, se non Pamela Anderson e Selen a ricordare il turbinio ormonale degli intervistati di sesso maschile.
L’omologazione più volte annunciata non trova dunque immediato riscontro, nemmeno sul piano delle scelte di genere: come mai, per esempio, Jovanotti e Baglioni sono più “femminili”, mentre Liga e Vasco più “maschili” (anche se fra le canzoni più amate dalle ragazze c’è proprio un pezzo di Vasco)? Perché Braveheart, e Salvate il soldato Ryan sono “maschili” e Seven e Armageddon “femminili”? Cosa indica la scelta maschile del Nome della rosa, de Il vecchio e il mare e dei Promessi sposi? Cosa ci vogliono invece dire le scelte femminili del Ritratto di Dorian Gray, di Noi i ragazzi dello zoo di Berlino e della Divina commedia? Domande che si affastellano alla lettura di un quadro apparentemente disordinato,
sfocato; come a dire l’impossibilità di riconoscersi una volta per tutte in un messaggio, in un’emozione, in una dimensione extra-individuale. Giovani – si dice – che leggono poco e quel poco lo fanno a scuola; che non vedono molto cinema e solo quello pompato dalla pubblicità; che “amano” con indifferenza chi in quel momento sottolinea e canta un loro pensiero. Ma non è forse speculare la condizione degli adulti di riferimento (genitori, insegnanti, allenatori, preti), smarriti, confusi e timidi nei comportamenti virtuosi? I ragazzi non sono mai stati molto bravi nell’ascoltare gli adulti, ma non hanno mai tralasciato d’imitarli…
Eppure per chi promuove eventi, gestisce servizi culturali e formativi e costruisce progetti la lettura di questi dati appare stimolante, in quanto evoca immediatamente la sfida della complessità. Se ai nostri giudizi, spesso moralistici e stereotipati, anteponiamo la curiosità e l’ascolto, risulta conseguente applicare metodi centrati sul coinvogimento attivo dei giovani e sul confronto delle loro diversità (pratiche desuete…).
I luoghi devono aprirsi, i soggetti conoscersi, i saperi mescolarsi, le istituzioni mettersi in rete: sono slogan di un progetto a Scandicci, dove le scuole superiori e i servizi del territorio (Teatro Studio, Scuola di Musica, Biblioteca Civica) stanno elaborando nuove traiettorie culturali.
*Direttore dei Servizi Culturali
del Comune di Scandicci
e-mail:
scanbibl@scandiccicultura.org