Bambino società e ambiente

Un nuovo modello educativo secondo il quale ogni soggetto si realizza in modo autonomo in base ai risultati dell’incontro dell’individuo-sistema con il mondo circostante.

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Prepara un progetto chiunque pensi azioni destinate a trasformare situazioni esistenti in situazioni desiderate? 1

Chi si ponga come obiettivo progettare in campo educativo deve necessariamente pensare al concetto di trasformazione. Possiamo affermare che l’esigenza di trasformare nasce dalla percezione della problematicità della situazione attuale e, nel contempo, dalla percezione delle sue potenzialità. Quindi il processo di trasformazione è da intendersi come un mutamento di forma prodotto dall’azione reciproca del sistema, inteso come complesso di elementi interagenti, e dell’ambiente che lo “ospita”. Ogni trasformazione, pertanto, resta inspiegabile finché il campo di osservazione “non è abbastanza ampio da includere il contesto in cui il fenomeno si verifica”2. Lo sviluppo scientifico degli ultimi anni ha mutato la concezione del rapporto tra organismo (sistema) e ambiente e ha pertanto identificato il processo di trasformazione come un processo complesso. l’attenzione non viene infatti più fissata, come in passato, sul controllo del sistema sulla base di una richiesta esterna, bensì sulla sua struttura interna e sulle interconnessioni reciproche fra le sue componenti. Nella relazione di “adattamento”, viene considerato primario il mantenimento dell’autonomia espressa nella forma della sua chiusura organizzazionale: essa è capace di selezionare gli stimoli significativi e gli stimoli non significativi fra quelli provenienti dall’ambiente e soprattutto attribuisce un significato ad essi in vista delle trasformazioni del sistema stesso.Non sono infatti le circostanze ambientali in quanto tali che influenzano lo sviluppo, ma piuttosto i cambiamenti che si verificano in un individuo in seguito ai suoi sforzi per controllare e dominare l’ambiente, cioè “le sue esperienze con le persone e le cose che lo circondano”3. l'”adattamento” quindi non è, come nella prospettiva del controllo, una semplice risposta dell’organismo alle esigenze dell’ambiente con l’obbiettivo dell’ottimizzazione di questo processo, né gli stimoli ambientali ?istruttivi? (concorrenti alla organizzazione stessa del sistema e determinanti le sue trasformazioni), ma vengono interpretati come “perturbazioni” che possono solo innescare, non determinandole, il corso delle trasformazioni. Così, nella prospettiva dell’autonomia, l’adattamento viene definito come compatibilità fra struttura dell’ambiente e struttura del sistema, i quali,
finché tale compatibilità esiste, agiscono come reciproche perturbazioni provocando cambiamenti di stato. Il cambiamento di stato e dunque il processo di trasformazione si articola fondandosi su una nuova concezione di ?possibile?. Il concetto di “possibile” al di fuori della dicotomia classica necessario-non necessario non si identifica più con l’esistente: acquista una sua dignità fino ad influenzare il concetto stesso di legge e stravolge quello di “vincolo”. La filosofia cartesiana, prima, e il pensiero ottocentesco, poi, hanno infatti ricercato tenacemente leggi uniformi e generali per spiegare la natura e l’uomo, ma gli sviluppi delle scienze del nostro secolo hanno messo in discussione tali presupposti e hanno cambiato l’atteggiamento verso gli aspetti considerati marginali da quelli. La scienza del generale diviene pertanto anche scienza del particolare, la scienza dell’ordine anche scienza del disordine , la scienza del necessario anche scienza del contingente. Questa modificazione di prospettiva porta, inoltre, alla reintegrazione dell’osservatore nelle proprie descrizioni: le proprietà che si credevano far parte delle cose in realtà si rivelano proprietà dell’osservatore. Fisica e biologia, così come le scienze umane del nostro secolo, sono caratterizzate da questo processo, per la circolarità del loro soggetto e del loro oggetto. Partendo da tali presupposti pertanto progettare in campo educativo significa: a) prendere in considerazione il soggetto interpretandolo come sistema complesso in grado di ?inventarsi?, ?scoprirsi? e ?autodefinirsi? attraverso una selezione personale ed irripetibile degli stimoli che provengono dall’ambiente ?educativo?; b) prendere in considerazione il soggetto come sistema in grado di produrre trasformazioni sull’ambiente, quindi intendere il soggetto come ?organismo competente?; c) intendere il processo di trasformazione/sviluppo non come un processo unidirezionale (che va dall’ambiente al soggetto, o dal soggetto verso l’ambiente), bensì bidirezionale, in cui soggetto e ambiente si influenzano reciprocamente. Il progetto educativo non si riduce dunque ad una mera elencazione di propositi e previsioni di carattere pedagogico e metodologico, bensì si connota come ?storia? dell’incontro dell’individuo-sistema con l’ambiente. l’azione educativa, in tale contesto, sottolinea il valore di tale incontro e finisce per delinearsi attraverso la somministrazione di stimoli e ?perturbazioni? alle quali il soggetto risponde ?riorganizzandosi? autonomamente e orientandosi in una vasta gamma di ?possibili direzioni?. In questa prospettiva viene amplificato il ruolo della soggettività e ridimensionato il valore della ricerca di leggi universali che spieghino una trasformazione che è solo frutto di un?elaborazione individuale. Nel processo di trasformazione è coinvolto anche l’educatore-osservatore che non si farà fuorviare dalle conoscenze che possiede sull’infanzia e sulle tappe evolutive, non codificherà necessariamente ogni passaggio dell’azione educativa, ma si ?calerà? nel contesto facendosi parte integrante del processo di ri-organizzazione del sistema bambino, introducendo stimoli adeguati alle esigenze formative di questo. La capacità dell’educatore di cogliere tali esigenze e di fornire risposte adeguate diviene pertanto un prerequisito essenziale per l’attivazione di ogni processo educativo inteso come costruzione di mondi ?irripetibili? (perchè unicamente appartenenti al soggetto protagonista dell’azione educativa) e infinitamente possibili. Il progetto educativo, infine, è il luogo dove il soggetto agisce le proprie strategie risolutive creandosi dei percorsi individualizzati verso l’apprendimento della realtà.

Note bibliografiche

1 (Simon, 1973 ?Le scienze dell’artificiale? pag.79)
2 P. Watzlawick, La pragmatica della comunicazione umana, pag. 14, Roma 1971, Astrolabio.
3 L. Camaioni, ?Lo sviluppo infantile: modelli psicologici e compiti educativi? in Psicologia contemporanea, n. 50, aprile 1982.

Testi di riferimento: G.Bateson, ?Verso un?ecologia della mente ?, Milano, 1980
G-Bateson, ?Mente e natura?, Milano, 1979
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Fabbri Montesano D.- Munari A. 1985, ?Il conoscere del sapere.Complessità e psicologia culturale? in ?La sfida della complessità? di Bocchi e Ceruti, Milano, 1985
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E.Morin, ?Il metodo? vol 1, Milano , 1983
Simon H.A., ?Le scienze dell’artificiale?, Milano , ISEDI,1973
P.Zanelli, ?Infanzia, un progetto complesso? in Infanzia , Settembre 1986