Dossier : Identità e differenze di genere

Occuparsi di educazione degli adulti significa anche riflettere sul processo, in buona parte misterioso, del divenire donna e del divenire uomo: Dentro le molte pieghe di quella stoffa che è il divenire, il dialogo tra il maschile ed il femminile costituisce l’intreccio ed il senso di un percorso ?educativo? che dura tutta una vita. La reciprocità di questo processo-divenire assume la forma di una danza che, anche con forti accenti, avviluppa gli uni e gli altri in un reciproco “addomesticamento”. Che non è omologazione, ma cura di sè e dell’altro, condizione forse necessaria per partire e dirigersi verso un vero sé, o parti di esso, luogo/luoghi nei quali è forse possibile costruire l’amore per sè e per l’altro. Ci siamo interrogati su come vivono oggi il rapporto le donne e gli uomini; su cosa ne sia stato delle lotte femministe di questi ultimi trent’anni e su cosa ci abbiano lasciato. E poi, come sono cambiati i luoghi del sapere? Si può imparare qualcosa solo sulla propria pelle? E i maschi, non hanno, finalmente il diritto/dovere di misurarsi con le donne, ma anche di disperarsi e di gioire, senza ingessamenti, protagonisti anche loro delle emozioni tutte che, impropriamente, sono da sempre state attribuite solo alle donne?

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Hanno sempre più diritto di cittadinanza nuovi modelli e nuove identità sessuali che completano e moltiplicano il dispiegarsi di ediverse potenzialità del genere umano. Emerge, dai contributi che compongono questo dossier a più voci, l’ipotesi di abbandonare l’idea della totalità, di fare un elogio alla parzialità, come ricchezza in tutte le sue forme; di accettare la differenza come unico luogo in cui vedersi e rionoscersi nella propria unicità, di spirito e di corpo. Affascinante è poi l’idea del “sogno d’amore” di Lea Melandri*: sognare altri mondi, fantasticare su possibili altri mondi, è condizione irrinunciabile per contribuire al miglioramento delle società. Nei Paesi del terzo mondo la donna è in parte ancora sottoposta all’asservimento maschile, ma dobbiamo anche riflettere che nel mondo occidentale, assistiamo a volte ad una presunta parità con l’uomo spesso travestita da modelli maschili, presi a prestito, che sicuramente non liberano e non valorizzano le specificità femminili. Questo ha, di fatto, impedito la realizzazione ed il disvelamento compiuto di energie e potenzialità che potrebbero essere messe in campo a disposizione di tutte le società, per contribuire a riorientare le politiche civili. Occorre ancora mettersi in gioco, certo con più consapevolezza, sicuri che “qualcosa è cambiato”. Rita Levi Montalcini** dice: “…Il nuovo ruolo che la componente femminile del genere umano dovrà assumere è di vitale importanza e non soltanto per le donne, ma per tutto il genere umano che affronta la più grave crisi della sua storia… E’ urgente attuare una totale revisione dei sistemi educativi e didattici dell’infanzia, e altrettanto importante è l’entrata, in atto di due categorie a tutt’oggi non coinvolte. Quella giovanile e la componente femminile del genere umano…”. Una cosa è certa. Questi compiti potremo portarli avanti solo insieme all’altro genere, agli altri generi, in una parola ai compagni, compagne, padri, madri, capaci di non sottrarsi e di non mancare a se stessi.