Film ed emozioni
Il Laboratorio di analisi del comportamento di spettatori preadolescenti e adolescenti.
Nel corso dell’ultima edizione di Kid-Screen, la manifestazione sul cinema per ragazzi e sull’educazione ai media che si svolge a Cernobbio ogni anno, è stato allestito da Medialogo s.r.l. un laboratorio di concezione innovativa per analizzare l’esperienza emozionale dei giovani spettatori durante la proiezione dei film.
L’importanza di saper cogliere e rappresentare le proprie emozioni
L’obiettivo del laboratorio è stato quello di creare un contesto nel quale i bambini sono stati messi nelle condizioni di poter cogliere e rappresentare le emozioni suscitate dalla visione di un film.
Due gli strumenti metodologici utilizzati all’interno del gruppo dei partecipanti: l’indicazione delle rilevanze e la conversazione guidata. Con rilevanza si indica il momento in cui un frammento del campo di esperienza si impone all’attenzione del soggetto. Quindi una rilevanza si produce quando – nella fiction cinematografica – una persona, una cosa, o un evento cattura in modo saliente l’attenzione dello spettatore. Se la rilevanza segnala che qualcosa è accaduto in un dato istante, la conversazione guidata rappresenta lo strumento per dare visibilità a quanto è accaduto sul piano emozionale.
Il laboratorio si struttura quindi come un contesto in cui ci si dispone ad una visione del film finalizzata ad esplorare la propria esperienza emozionale, a partire dalle rilevanze che si sono prodotte durante la visione del film, per procedere poi ad una rappresentazione delle proprie emozioni attraverso una conversazione mirata.
Un simile tipo di esperienza appare particolarmente significativo, dato che, d’abitudine, nei bambini e nei ragazzi non viene condotto nessun tipo di “educazione” al mondo delle emozioni. E troppo spesso ciò avviene sia nel contesto famigliare, sia in quello scolastico. Questa mancanza rappresenta indubbiamente una condizione di impoverimento dell’intero campo cognitivo, dato che proprio alle emozioni e alla capacità di trarne spunti sono legati i momenti di creatività e di scoperta. Tale considerazione può essere riferita anche agli stessi insegnanti, per i quali appare indubbiamente utile una sensibilizzazione al problema.
Logiche e strumenti di analisi dell’esperienza emozionale dei piccoli spettatori
l’aspetto innovativo dell’analisi dell’esperienza emozionale dei piccoli spettatori svolto nel laboratorio è riferibile:
– all’esperienza che si va a testare (la rilevanza);
– allo strumento di rilevazione (i rilevatori di rilevanze);
– al sistema integrato che permette: l’analisi in tempo reale della distribuzione delle rilevanze;
la selezione immediata dei pezzi individuati dai picchi di rilevanze; la riproiezione dei pezzi selezionati;
– al lavoro di gruppo (conversazione guidata) sui pezzi riproposti.
Il gioco delle rilevanze
Nel corso della visione del film al bambino è chiesto di premere un pulsante qualsiasi del rilevatore, quando una rilevanza si impone alla sua attenzione, senza che si chieda perché quel frammento si imponga come rilevante. Si vuole sottolineare, in tal modo, la natura prelogica e prelinguistica dell’esperienza delle rilevanze.
I piccoli spettatori sono opportunamente preparati a svolgere il compito nel modo più immediato possibile, come se si trattasse di un gioco: il gioco delle rilevanze. I rilevatori si presentano come pulsantiere collegate a un computer, animate dalla presenza di led luminosi, che facilitano la percezione del compito in termini di gioco e sono connesse via cavo al sistema integrato. Il sistema è predisposto in modo da assicurare un monitoraggio in tempo reale delle rilevanze espresse.
Il sistema integrato
Il sistema integrato si basa su un hardware e un software originali – appositamente progettati e realizzati da Medialogo srl – per assicurare:
– l’analisi in tempo reale della distribuzione delle rilevanze. Il sistema fornisce i dati analitici sulle rilevanze entro intervalli temporali che possono variare a partire da pochi decimi di secondo ed è predisposto in modo da permettere il riferimento dei dati a specifiche categorie di utilizzatori, a seconda delle esigenze del piano di ricerca. E’ possibile seguire in tempo reale la curva di distribuzione delle rilevanze e selezionarne i picchi durante la stessa sessione interattiva.
I picchi nella curva di distribuzione delle rilevanze individuano le inquadrature o le sequenze del filmato che hanno avuto un maggiore impatto sulla platea.
I dati complessivi sull’andamento della distribuzione delle rilevanze sono memorizzati su un data base e sono quindi disponibili per una successiva elaborazione mirata;
– la selezione immediata dei pezzi individuati dai picchi di rilevanza Sulla base delle indicazioni fornite dall’analizzatore dei picchi di rilevanza il sistema può selezionare direttamente i pezzi da riproporre per il lavoro di gruppo;
– la riproiezione dei pezzi selezionati I pezzi selezionati possono quindi essere riproposti al gruppo di piccoli spettatori, per avviare la conversazione guidata sul proprio vissuto emozionale.
Descrizione
della sessione interattiva con i bambini
I gruppi di giovani spettatori sono condotti da un ricercatore (uno psicologo), che ha il compito di animare i partecipanti nelle varie fasi della sessione interattiva. Come si è detto, il punto di arrivo è l’animazione di una conversazione con il gruppo capace di far emergere il senso delle esperienze emozionali che la riproposizione dei pezzi selezionati rievoca. Il presupposto per poter fare ciò è la creazione – con il gruppo dei bambini presenti di un vocabolario condiviso per parlare di emozioni, di sensazioni in riferimento al corpo, facendo in particolare ricorso ad alcuni comuni modi di dire.
La sessione inizia appunto con la distribuzione ai bambini di grandi carte da gioco su ciascuna delle quali si evidenzia una delle seguenti possibili espressioni:
– un sostantivo corrispondente ad una tra le principali emozioni (gioia, tristezza, paura, rabbia, eccitamento, sorpresa, dolore, vergogna, disgusto);
– una parte del corpo o una funzione fisiologica (cuore, pelle, muscoli, pancia, respiro);
– un modo di essere delle sensazioni connesse alle emozioni (piacevole o spiacevole);
– un modo di dire in rapporto con emozioni e sensazioni (pelle d’oca, piedi ballerini, argento vivo, batticuore, pugno nello stomaco, restare di stucco, rigido come un baccalà, mozzafiato.
Per creare un clima partecipato di gioco è anche prevista, all’inizio, la nomina tra i bambini di alcuni “assistenti” incaricati di ritirare le carte distribuite. Ogni carta restituita viene mimata e coralmente classificata secondo la tipologia indicata (emozioni, sensazioni piacevoli/spiacevoli, parti del corpo e modi di dire) ponendo le varie carte su quattro appositi tabelloni. In tal modo si creano i riferimenti condivisi necessari per parlare appunto di emozioni e sensazioni in relazione a parti del corpo e a modi di dire.
Dopo la definizione di un lessico comune, la fase successiva della sessione prevede l’orientamento dei piccoli spettatori al compito previsto durante la visione del film (il gioco delle rilevanze).
Come si è detto, al termine della visione si ripropongono alcune tra le sequenze più selezionate del film (generalmente quattro), sulle quali iniziare la conversazione guidata, sulla base degli elementi precedentemente condivisi. Così, scelti alcuni volontari cui si chiede di riaccedere all’esperienza vissuta in rapporto a ciascuna delle scene selezionate, si avvia, con ciascuno di loro o in gruppo, una conversazione che si svolge attorno ai seguenti quesiti:
– quali emozioni hanno provato in relazione alla scena riproposta (scegliendo un’emozione tra quelle indicate sul cartellone);
– se la sensazione che si è accompagnata all’emozione è stata piacevole o spiacevole;
– in quale parte del corpo (o se in rapporto al respiro) hanno sentito quella sensazione;
– a quale modo di dire assomiglia (sempre avendo come primo riferimento le espressioni indicate sull’apposito tabellone).
E inoltre:
– quale storia fa loro venire in mente (se si vogliono saggiare i nessi evocativi con la scena);
– quale esperienza fa loro venire in mente (se si vuole focalizzare l’evocazione sul sé);
– perché la scena li ha colpiti (se si vuole mettere in luce la creazione di nessi causativi tra scena e vissuto).
Questi ultimi tre temi di conversazione – che non hanno un riferimento nei tabelloni e quindi non sono stati precedentemente condivisi – vengono posti solo se c’è lo spazio e se lo si ritiene utile per un ulteriore approfondimento del campo di esperienza vissuta.
Conclusioni
Il lavoro svolto con il laboratorio ha certamente aperto un nuovo campo di indagine relativo alle esperienze emozionali dei piccoli spettatori di film. Inoltre, accanto alla possibilità di un approfondimento della ricerca prefigurando un impianto ad hoc, di indubbio interesse appare la definizione di un modulo di lavoro destinato a gruppi di bambini. Come si è visto, a partire dalla visione di un film, il lavoro di gruppo può essere finalizzato a educare i bambini alla comprensione e alla rappresentazione delle proprie emozioni, oltre che alla sensibilizzazione e alla formazione degli stessi insegnanti, che può essere data dalla partecipazione attiva all’esperienza.
Medialogo s.r.l. – Laboratorio di tecnologia per l’animazione del comportamento – Milano –
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