Il cyber-amico di vostro figlio

Siamo entrati come Paese a pieno titolo nella Società dell’Informazione, cioè nel mondo di applicazioni e servizi di rete che l’esplosione di Internet sta mettendo a disposizione di cittadini e imprese. Si tratta di una società nuova, virtuale, che ha paradigmi (economici innanzitutto, ma anche sociali ed etici, nuovi o declinati in modo originale). I giovani sono gli utenti naturali della Rete e delle sue risorse, non solo perché il loro approccio è più immediato e diretto rispetto a quello degli adulti,

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ma anche perché lo sviluppo della Rete è destinato ad accompagnare la loro esperienza di vita, in tutte le sue manifestazioni, gioco, apprendimento, lavoro.
Una recente iniziativa della Commissione Europea, eEurope, individua meccanismi e azioni per colmare il gap con gli Usa sull’utilizzo delle risorse digitali e impegna gli stati nazionali nel raggiungimento degli obiettivi entro il 2003. Il primo punto del programma, non a caso, è dedicato ai giovani e fissa obiettivi stringenti: entro la fine del 2001 tutte le scuole, docenti e allievi dovranno avere accesso ad Internet e alle risorse informative; entro la fine del 2003 competenze di utilizzo degli strumenti digitali per tutti gli allievi al termine degli studi. Se questo è l’orizzonte che si sta preparando per i nostri figli, la domanda è: siamo pronti come genitori ad accompagnarli in questa esperienza? E quali sono le avvertenze che dobbiamo avere presenti per essere dei buoni compagni di viaggio?
Alla prima domanda ci saranno risposte diversificate, nel nostro Paese l’alfabetizzazione informatica e l’utilizzo di Internet sono arretrate rispetto alla media europea. Ma l’attitudine deve essere unica: se riteniamo, come ritengo, che l’accesso a strumenti e servizi digitali sia parte fondamentale del diritto di cittadinanza per il futuro dei nostri figli, allora è nostro dovere imparare ad utilizzare questi strumenti. Per due motivi di fondo:

  1. non dovremmo autoescluderci da una parte dell’esperienza e della vita relazionale dei nostri figli
  2. abbiamo il dovere di guidare i nostri figli ad un uso corretto di questi strumenti (così come dovremmo fare per un utilizzo consapevole del telefono, del televisore, o nella relazione con gli altri), quindi a comprendere e condividere con loro un corretto modello d’uso.

La seconda domanda comporta risposte complesse. Recentemente, all’interno di un progetto che MxM sta sviluppando con 150 scuole milanesi, ReMida21 (Rete Milanese per la didattica e l’apprendimento del 21° secolo), abbiamo tradotto la Parent’s Guide, un documento redatto da Children’s Partnership, associazione no-profit americana; è un’utile fonte di consigli per genitori che non hanno esperienza nell’utilizzo del computer o dei nuovi media interattivi. Ricavo dalla guida le suggestioni che più mi hanno colpito, e che possono essere un buon punto di partenza.

L’utilizzo del computer

Innanzitutto occorre imparare insieme al proprio figlio, imparando e divertendosi insieme. Il genitore può lasciare che sia il figlio, se ha un pò di esperienza, a condurre il lavoro, ciò gli darà maggior sicurezza di sé.
Dal punto di vista del modello d’uso, poiché l’attività con il computer è una delle attività possibili, insieme al gioco all’aperto, alla lettura, allo sport, è importante stabilire il tempo da dedicare al computer e a Internet, sottraendolo magari alla televisione, e bilanciandolo con altre attività. Per questo motivo è meglio collocare il computer in una zona accessibile a tutti e non nella sua camera.
E’ importante informarsi sui programmi e sui Cd-Rom disponibili sia per il gioco che per l’apprendimento; di solito si trovano nei computer shop, ma cominciano a circolare nelle librerie o con le riviste, ed è utile sentire altri genitori. E’ anche importante insegnare ai propri figli il rispetto della proprietà intellettuale: evitare le copie pirata dei programmi, e valorizzare al contempo il software gratuito (freeware). Vi sono molti videogiochi sul mercato, e sono molto graditi dai ragazzi.
Molti di questi hanno contenuti violenti o non molto educativi. Varrebbe la pena di visionarli prima, di utilizzarli insieme ai propri figli disputando vere e proprie gare e stabilire tempi e frequenza d’uso: molti giochi utilizzati in eccesso hanno causate nevrosi dannose agli adolescenti.
E’ importante anche informarsi presso la scuola se vi sono programmi per l’utilizzo del computer nella didattica, per quali materie vengono applicati, quali sono, che software viene utilizzato. Ciò è rilevante da due punti di vista: per le famiglie che non possono permettersi un computer la scuola è l’unica occasione di alfabetizzazione per i propri figli; quelle che lo utilizzano potranno informarsi a casa sulle attività e aiutare i figli a superare le difficoltà.
Tutti i genitori dovrebbero chiedere ragione alla scuola e agli insegnanti del motivo per cui non ci sono o non vengono utilizzati i computer per l’apprendimento.

L’utilizzo di Internet

Internet rappresenta per i giovani un mondo affascinante e ricco di opportunità ma similmente a un continente inesplorato o a un mondo in costruzione, presenta anche dei rischi.
Oggi, l’offerta gratuita di browser e di accessi (free Internet), ha abbattuto le barriere economiche all’ingresso; restano i costi del traffico telefonico, pari però a una telefonata urbana (attenzione al tempo!). La barriera maggiore resta quella culturale: prima fra tutte la lingua, l’inglese è la lingua franca, più usata, poi seguono le altre e cominciano ad esserci molti siti italiani; a seguire ci sono gli aspetti tecnici: come si usano browser, posta elettronica, motori di ricerca, forum, chat e via elencando.
Risolti questi problemi, per l’apprendimento, lo svago e le relazioni la Rete rappresenta un serbatoio infinito di contenuti e di possibilità. Sicuramente l’aspetto che più colpisce i giovani è l’interattività: si può partecipare a discussioni in rete (chat e forum), mandare e-mail, fare richieste. Il fatto di poter essere anonimi, consente ai giovani di partecipare alla pari con gli adulti.
Come tutti i luoghi sociali, Internet ha le sue regole di comportamento: è bene che i genitori le conoscano per aiutare i propri figli ad essere cybernauti consapevoli.
Gli aspetti relazionali: nelle e-mail, nei forum e nelle chat non usare mai le maiuscole (flame): è l’equivalente di urlare. Nelle chat e nei forum conviene sempre ascoltare prima, rendendosi conto del contesto, presentarsi quando si ha qualcosa da dire, segnalando la propria presenza. Col tempo i vostri figli impareranno le regole, la netiquette, compreso l’uso di simboli che esprimono stati d’animo: 🙂 sono contento, 🙁 sono triste, 😮 sto urlando.
Nella partecipazione ai forum si può usare il proprio nome, pseudonimi, nomi di fantasia. A meno che non siano comunità protette, in cui i partecipanti sono noti, non fate mai lasciare a vostro figlio i suoi dati completi, l’indirizzo o il numero di telefono o dati che lo possano identificare. Spingetelo a segnalarvi qualsiasi messaggio sospetto o, se è piccino, condividete con lui l’indirizzo di e-mail.
Vi sono molti strumenti, anche in un comune browser, che hanno opzioni o preferenze che filtrano sia i contenuti dei siti che quelli delle e-mail, ma la miglior tutela consiste nella responsabilizzazione diretta dei ragazzi. La Parent’s guide propone un esempio di contratto scritto tra genitori e figli in cui vengono fissate le regole da rispettare: oltre all’impegno a non rilasciare mai dati a sconosciuti, o incontrare persone conosciute in rete senza il permesso dei genitori, c’è l’impegno (importante) a non acquistare o accedere a aree a pagamento in rete, senza il permesso preventivo. Personalmente, trovo poco opportuno seguire l’esempio di un’insegnante di mio figlio che ha dato il suo numero di carta di credito a suo figlio adolescente (a volte l’eccessiva fiducia comporta una responsabilizzazione eccessiva per un giovane).
Nella navigazione occorre abituare i propri figli a distinguere i siti educativi o di servizio da quelli commerciali; a distinguere tra fonti credibili e quelle che non lo sono. E’ importante che imparino a usare i motori di ricerca e i portali, attraverso le parole chiave.
Attenzione!! Molti siti a contenuto pornografico, razzista o violento utilizzano parole chiave insospettabili per segnalarsi. Vale la pena di verificare sempre i siti visitati da vostro
figlio, fateveli segnalare e commentatene i contenuti con lui. Qualora avesse visitato siti poco adatti, non colpevolizzatelo, ma discutetene con lui in relazione ai rischi che corre. In ogni caso, segnalate al provider e, nei casi più gravi, alle forze dell’ordine, l’esistenza di siti pericolosi.
Vi è una infinità di siti di enti pubblici, di portali, di siti di associazioni che riportano i link (rimandi) a siti che hanno contenuti educativi o non pericolosi; si trovano segnalati nelle riviste, presso i provider, nei siti di istituzioni come i ministeri o i Provveditorati. Sinché non si è diventati esperti navigatori conviene utilizarli per orientarsi su Internet.
Anche sulla Rete, come nel mondo reale, vigono leggi precise che tutelano il diritto di proprietà, sia relativo a testi immagini, musica, sia relativo al software. Tutto quello che è riproducibile è di solito segnalato come tale, e esiste una gran quantità di software gratuito in generale o a certe condizioni. E’ importante che i giovani sappiano distinguere tra ciò che è riproducibile e ciò che non lo è lo è anche per i genitori, perché potrebbero trovarsi coinvolti in vicende giudiziarie non banali.
In ogni caso, insegnate ai vostri figli che è opportuno citare sempre la fonte di materiale prodotto da altri e recuperato in rete, per onestà intellettuale.

La famiglia e la scuola

Da una ricerca condotta a febbraio 2000 per MxM da Niche Consulting, sull’utilizzo dei computer e di Internet nelle case italiane emerge che la famiglia è oggi il luogo di alfabetizzazione privilegiato:

  • il 37% degli studenti in Italia fa oggi uso del computer. Per ordine di scuola, la percentuale è del 19% tra gli studenti delle scuole elementari, del 36% tra gli studenti delle scuole medie inferiori, del 42% delle scuole medie superiori;
  • il 14% degli studenti italiani utilizza Internet. In dettaglio, gli utilizzatori di Internet sono il 4% tra degli studenti delle medie inferiori, il 17% tra quelli delle medie superiori. L’uso di strumenti informatici tra i giovani è in rapida crescita;
  • la scuola è quasi assente nel processo di alfabetizzazione informatica degli studenti. Gli studenti che utilizzano computer e Internet a scuola sono poco più di un terzo rispetto agli studenti che utilizzano il computer o Internet a casa. Il numero di studenti che usa il computer o Internet solo a scuola (senza farne uso a casa) è pari addirittura solo al 10% del numero degli utilizzatori totali. Se si tiene conto anche del tempo di utilizzo degli strumenti informatici a casa ed a scuola, si può concludere che oggi meno del 20% dell’utilizzo di strumenti informatici da parte degli studenti di ogni livello avviene all’interno della scuola; oltre l’80% avviene a casa;
  • la rilevazione effettuata lascia capire che la dinamica di ingresso di strumenti informatici nella famiglia italiana è elevata e che è ancor più elevata la dinamica di ingresso di strumenti informatici tra le famiglie con figli a scuola. Ma il percorso è lungo. Il 63% degli studenti italiani oggi non fa uso del PC e l’86% non fa uso di Internet.

Questi dati assegnano quindi ai genitori una grande responsabilità, tra cui quella di sollecitare la scuola perché utilizzi queste tecnologie nella didattica, perché la capacità nell’utilizzo dei nuovi linguaggi farà sempre più la differenza sul mercato del lavoro e come diritto di cittadinanza.
Le famiglie che necessitino di una alfabetizzazione sull’utilizzo degli strumenti informatici, possono chiedere alla propria scuola di gestire corsi di alfabetizzazione di base, magari a pagamento, con l’impegno della scuola a reinvestire i fondi, una volta pagati i docenti, per la formazione del corpo docente su questi temi, in nuovi strumenti e infrastrutture telematiche.