Piccoli spettatori crescono

Dalla metà degli anni Sessanta ad oggi sono stati fatti grandi passi avanti nello studio del rapporto tra teatro e giovani, rivendicandone la precisa funzione educativa e formativa sul piano pedagogico e psicologico.

Proprio in un periodo nel quale l’altro teatro, quello rivolto agli adulti, verte in una grande crisi, trova spazio e si afferma il teatro per e dei ragazzi.

L’obiettivo che si pongono gli operatori del settore è quello di creare dei nuovi spettatori tra i più giovani, restituendo al teatro un posto centrale nell’educazione dei ragazzi.

Lo spettatore non più inteso, dunque, come colui che semplicemente “guarda”, ma colui che “assiste” con senso critico, che trova nel vissuto teatrale un momento di discussione e confronto con gli altri. E’ necessario quindi che lo spettacolo non si esaurisca in scena, ma che si facciano ricerche e verifiche dei dati di ritorno; è per questo indispensabile il contatto diretto con gli spettatori-bambini.

E’ pensiero antico quello che vede lo spettacolo – soprattutto quello teatrale – al centro del processo educativo. Gli antichi greci vedevano nel teatro lo specchio della storia dell’umanità e degli individui. Più vicino ai giorni nostri, nel Settecento, fu stabilito che la teoria e la tecnica del teatro entrassero a far parte del secondo grado di istruzione pubblica.

Per arrivare ad oggi e riscoprire il valore educativo-formativo del teatro, si può ripercorrere la storia dei diciassette anni di lavoro dell’Istituto di sperimentazione e diffusione del Teatro per i ragazzi di Padova.

Infatti, è nella città veneta che all’inizio degli Ottanta prende corpo il progetto di creare una “casa del teatro per i ragazzi”, un luogo dove lo spettacolo diventa il momento culminante di un’attività articolata in più esperienze: dalla creazione di maschere e burattini alla danza e all’animazione, dall’invenzione di una fiaba allo studio di una sceneggiatura.

Due studiosi e uomini di teatro, il professor Giovanni Calendoli e Luciano Castellani, hanno riunito le loro esperienze verso questo progetto, nello sforzo di utilizzare il mondo dello spettacolo, e il teatro in particolare, come mezzo educativo-formativo straordinariamente efficace per i bambini.

Giovanni Calendoli, scomparso l’anno scorso, è stato per molti anni direttore dell’istituto di Storia del teatro e dello spettacolo dell’Università di Padova. Ha sempre asserito con certezza che il teatro rappresenta una delle grandi istituzioni educative della nostra società.

Questo suo pensiero ha trovato un grande sostenitore in Luciano Castellani, Segretario generale dell’Istituto di sperimentazione e diffusione del Teatro per i ragazzi, che da sempre afferma a gran voce la capacità “aggregativa” del teatro che non si esaurisce in scena, ma che ha bisogno di un grande lavoro di preparazione per educare gli “spettatori di domani”. <<Ho dimostrato negli anni del mio lavoro come il teatro svolga, se vissuto con la partecipazione di tutta la famiglia, anche una funzione sociale, oltre che educativa>>.

La diffusione del teatro è uno degli obiettivi dell’Istituto che interpreta l’educazione teatrale come una delle forme di incontro in cui si sintetizzano i comportamenti umani.

<<E’ necessario convincersi che non basta improvvisare qualche laboratorio di animazione o scaraventare i ragazzi più o meno frequentemente in un teatro dove assistere ad uno spettacolo, al quale non sono preparati in alcun modo, per creare gli spettatori di domani>>, affermava Calendoli 1

Nasce così l’idea del “Festival nazionale del Teatro per i ragazzi”, una manifestazione che da diciassette anni cresce e fa da supporto all’attività dell’Istituto e che ha raccolto il favore di tutti e al quale la città di Padova non rinuncia.

<<Non è una banale rassegna di spettacoli, ma una vera e propria selezione di opere adatte ai più piccoli e che assolvono alla duplice funzione di rappresentare uno svago alla routine dei giovani e allo stesso tempo che concorrono a quel processo educativo-formativo che indiscutibilmente abbiamo riconosciuto al teatro>>, spiega Castellani.

E’ necessario che siano gli stessi bambini a chiedere ai genitori di essere portati a teatro. Questo farà in modo che poi siano interessati alla discussione e all’approfondimento degli argomenti. Si vuole creare una nuova formazione al teatro per i giovanissimi, affiancata, ma distinta dalle altre istituzioni educative, quali la scuola e la famiglia stessa.

Ma quali sono i criteri di scelta e di selezione delle pièces teatrali da presentare ai bambini? E’ proprio per rispondere a queste domande che è nato il Festival nazionale del Teatro per i ragazzi. Dalla scorsa edizione il compito di scegliere gli spettacoli più adatti ai piccoli spettatori è affidato a Ottavia Piccolo, una delle attrici più interessanti del panorama teatrale italiano, la quale, pur avendo incominciato molto giovane la sua carriera, mai si era occupata di spettacoli per ragazzi.

Originalità e attualità dei contenuti e delle forme rappresentative sono alcuni dei criteri di selezione dei testi, senza però mai perdere di vista le caratteristiche tradizionali del teatro.

Alla conclusione del Festival vengono organizzati momenti di riflessione. Le tavole rotonde, che riuniscono operatori ed esperti, rappresentano un momento fondamentale di discussione e verifica
dei temi trattati. Un’occasione di meditazione, e anche di critica, su presente e futuro del teatro per i ragazzi, per poter rispondere domani alle richieste di una società in trasformazione.

Una delle personalità di riferimento è quella del professor Sergio Baratto, pedagogista, ordinario di Metodologia e Didattica all’Università di Padova. In tutti questi anni il suo intervento si è rivelato importantissimo per il raggiungimento degli obiettivi che l’Istituto prima e il Festival poi si sono proposti.

La ricerca scientifica condotta da Baratto, impegnato nello studio e nella sperimentazione di nuovi metodi di insegnamento e di educazione al teatro, ha permesso di confrontare gli elementi scaturiti dalla verifica del gradimento degli spettacoli da parte dei giovani, così come è stato valutato lo sviluppo del gusto e del senso critico dei bambini 2.

Se, in via ipotetica, si potesse affermare che la qualità e la quantità di spettacolo che i bambini vedono è utile a rafforzare le fondamenta dell’individuo futuro, si può, in via altrettanto ipotetica affermare, all’opposto, che la cattiva qualità dell’offerta può determinare l’effetto contrario.

A quali spettacoli assistono oggi i nostri bambini? Cartoni animati giapponesi, film e programmi non sempre adeguati sotto il profilo educativo, telegiornali che offrono situazioni ed immagini violente. “Un vero e proprio inquinamento mentale” – secondo l’espressione preoccupata di Castellani – per il quale occorre una soluzione. Se la magia del piccolo schermo non consente sempre uno sviluppo e un’educazione vigile e controllata, il teatro, l’altra forma di spettacolo, rappresenta ancor oggi una realtà troppo estranea alle abitudini delle famiglie italiane. A questa situazione si oppone l’Istituto di sperimentazione e diffusione del Teatro per i ragazzi di Padova.

Luciano Castellani si fa portavoce della presa di coscenza degli operatori del settore sulle differenze che esistono tra il teatro per ragazzi e l’altro teatro , quello per i grandi: <<Il teatro per i giovani ha proprie caratteristiche artistiche ed operative. Non può essere pertanto “buttato” nel calderone dell’altro teatro, dove finisce fatalmente affogato, ma deve essere oggetto di una considerazione separata. Anche per assicurare lunga vita al teatro per i grandi, è necessario preparare ed educare gli spettatori di domani, partendo dal principio che in una società civile ogni cittadino ha diritto ad essere spettatore>>.

Non si intende affermare la netta distinzione tra i due teatri: in realtà l’arte è arte per tutti e parla a tutti, ma per i più piccini bisogna semplicemente costruire un mondo scenico fatto su misura, affinché si possano raggiungere gli obiettivi di una corretta ricezione dei messaggi trasmessi.

Queste convinzioni hanno reso possibili risultati e soddisfazioni che hanno accompagnato tutti gli operatori dell’istituto di Padova in questi diciassette anni di lavoro. E’ un piacere allora sentire i commenti dei bambini che con spontaneità dimostrano come la loro attenzione si sta concentrando verso la cultura del teatro:<<Al cinema si vede grande, in televisione si vede piccolo a teatro si vede vero…!>>.

1 “Ipotesi su un nuovo teatro per i ragazz” Atti della Tavola rotonda, a cura di Giuseppe Vellucci, pubblicato con il contributo del Ministero del Turismo e dello Spettacolo – Regione Veneto e Comune di Padova

2 Gli esiti delle ricerche condotte da Sergio Baratto sull’interazione tra teatro e giovani sono ampiamente documentati nell’interessante testo pubblicato da Morelli Editore, “Teatro per ragazzi e educazione – un esperimento” (Verona, 1988).