Se la scuola si fa in palcoscenico…
Cosa succede se per qualche settimana una classe di seconda elementare abbandona l’aula, si trasferisce in teatro e prova l’ebbrezza del palcoscenico?
Qualcosa di straordinario, a giudizio delle maestre e dei bambini che stanno vivendo questa insolita esperienza al Teatro Studio del Piccolo di Milano.
Collaudato ormai da anni il rapporto con i bambini e con le scuole, l’attività del Piccolo di Strehler va oltre l’esperienza teatrale, proponendosi come vera e propria metodologia didattica, capace di innestarsi su tutte le esigenze educative peculiari del primo ciclo delle elementari.
Attraverso il completo percorso dell’allestimento e della messa in scena di un’opera teatrale, infatti, i bambini vengono condotti passo passo all’interno di una dimensione al contempo reale e fantastica, che permette loro di misurarsi con se stessi, con le loro capacità e con i loro limiti.
La classe che si cimenta quest’anno è una seconda elementare della scuola statale Rossari Castiglioni di via della Spiga a Milano. Una scuola del pieno centro, del cuore pulsante del capoluogo lombardo, nonostante ciò, frequentata in modo eterogeneo. Ventisei bimbi, l’insegnante dell’area logico-matematica e quel-la dell’area linguistico-musicale stanno lavorando a “La storia della bambola abbandonata”, un testo di Giorgio Strehler, tratto da Alfonso Sastre e Bertold Brecht, con la regia di Giorgio Strehler, ripresa da Carlo Battistoni.
Come la scuola trasloca a teatro
La mattina, non si va in classe, ma a teatro. I bimbi, suddivisi in due gruppi partecipano alternativamente alle lezioni e alle prove dello spettacolo, che alla fine del lavoro di preparazione va in scena in più repliche aperte al pubblico.
Il lavoro in teatro è strettamente agganciato ad una precisa programmazione didattica, che non trascura l’insegnamento delle materie tradizionali, trasmesse con criteri didattici e strumenti nuovi, filtrati dalle metodiche comunicative tipiche del teatro.
L’apprendimento del testo, la recitazione, la ripetizione delle scene, la coreografia si trasformano in mezzi dell’insegnamento.
Emanuela Cadioli, insegnante dell’area logico-matematica, ci ha raccontato come, partita con molti dubbi all’inizio dell’esperienza, si sia, via via ritrovata coinvolta in un percorso formativo di grande valore.
“La collega dell’area linguistica mi ha un po’ trascinata in questa avventura.All’inizio non ci credevo molto. A distanza di qualche settimana dall’inizio del lavoro, confesso di trovarmi davvero bene e di avere molto appreso io stessa. Sono convinta che per i bambini sia un’esperienza assai formativa, che agisce a vari livelli. Ho notato evidenti miglioramenti dal punto di vista linguistico e psicomotorio, soprattutto nei piccoli che manifestavano difficoltà. Per quanto riguarda la mia area di insegnamento, quella logico-matematica, il teatro è un ottimo supporto didattico. Sto seguendo un percorso che insiste in modo particolare sui concetti spaziali e temporali, quali destra e sinistra, davanti e dietro, alto-basso, prima-poi. Tutti concetti che possono essere vissuti, sperimentati e appresi contemporaneamente, sia attraverso lo studio del copione sia attraverso le prove sul palcoscenico. I risultati educativi, poi, si esplicano anche nella capacità di controllo psico-motorio e verbale che i bambini dimostrano attraverso un senso della disciplina appreso grazie alle regole della drammatizzazione teatrale”.
E’ la fine dell’intervallo. Si scambiano i gruppi: chi ha lavorato sul testo passa al palcoscenico e viceversa. “Fingiamo di cucire con un filo la bocca. Teniamo il filo tra le dita… non possiamo più dire parole. Salutiamo i compagni con i gesti. Poi, ci ritroveremo di nuovo insieme”.
Una fila di bimbi silenziosamente allegri si intrufola tra le quinte con la regista.
“La storia della bambola abbandonata”
di Giorgio Strehler da Bertold Brecht e Alfonso Sastre regia di Giorgio Strehler ripresa da Carlo Battistoni regista assistente Giuseppina Carutti, assistente alla regia Barbara Calbiani, assistente musicale Raoul Ceroni
… Alla periferia di una grande città, un gruppo di ragazzini gioca nelle strade. Paca ha trovato in un bidone dell’immondizia una bambola rotta, l’ha rammendata e ripulita e ora la tiene con sé. La bambola è stata gettata dalla ricca Lolita, viziata e capricciosa, che la rivuole indietro. Uno straccivendolo-giudice stabilirà di chi sia la bambola…
Da “Teatro mese Junior” autunno ’97.