Spinta tecnologica + spinta sociale = futuro
Di GIUSEPPE PITTARI
Ingegnere, CEO di squadrAIOT & Co. Partner. Membro industrial Board del CINI Laboratorio Smart Cities and Communities.
L’Intelligenza Artificiale (IA) sarà sempre più protagonista della nostra vita quotidiana nei prossimi anni: un salto tecnologico dell’umanità importante, irreversibile e preparato da molto tempo. Quello che oggi si identifica come “intelligenza tecnologica” non ha nulla a che vedere con l’intelligenza umana, ma è solo un errore nativo nella denominazione che trasciniamo e spesso utilizziamo per creare effetti speciali nella comunicazione. Sono classificati come ANN (Artificial Neural Network): si tratta di modelli computazionali vagamente somiglianti al cervello biologico e diventati interessanti per le possibilità offerte dalle enormi potenze di calcolo delle basi hardware diffuse e ormai in tasca ad ogni persona. L’impiego corretto delle tecnologie avanzate e l’ingegnerizzazione delle soluzioni necessitano sempre più di un team di competenze, spesso anche multidisciplinari, che richiedono conoscenza e consapevolezza tecnologiche finalizzate ad un utilizzo vantaggioso ed umano-centrico.
Il Progetto Calascio (AQ)
Il Progetto Calascio nasce dalle necessità delle aree interne del nostro Paese che vivono un continuo spopolamento, con conseguenze rilevanti sulla vita sociale ed economica.
La deriva delle popolazioni verso i grandi centri urbani e verso le coste è un fenomeno che nei prossimi anni interesserà l’intero pianeta, ma il contesto italiano ha delle specificità. Le nostre aree interne, infatti, sono luoghi che hanno custodito patrimoni culturali, artigianali, storici e ambientali che, nella maggior parte dei casi, sono unici e non riproducibili. Una sorta di “luoghi delle radici” da attenzionare ad una progettualità che dovrà rispondere ud un cambiamento importante del nostro Paese. Nel 2023, nei tavoli di discussione in Confcooperative Abruzzo, il Presidente Monetti ha chiesto a squadrAIOT di contribuire con idee e proposte tecniche per le aree interne dell’Abruzzo, riunite in “Borghi in rete” e oggetto di iniziative in Cooperative di Comunità. Nell’ambito del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, dove sono membro dell’industrial board del Laboratorio Smart Cities & Communities, abbiamo organizzato un gruppo di lavoro che in tempi brevi ha sviluppato dei contributi che potessero tentare delle risposte alla richiesta avanzata, molto sfidante. Il contributo più importante è stato chiesto alle tecnologie emergenti, a partire dal ML (Machine Learning) e in particolare dall’IA: sono proprio le necessità umane più importanti, infatti, a richiedere il meglio delle tecnologie e le più attente e oculate scelte d’ingegneria multidisciplinare. Il tema delle soluzioni affidate all’IA popola molta comunicazione in questo periodo ed è quasi sempre accompagnata da messaggi preoccupanti. Ma quasi sempre preoccupa ciò che non si conosce.
Principi fondamentali della proposta tecnica
La proposta per Calascio è stata basata sulla costruzione di un Sistema Informativo dedicato alle esigenze specifiche di un’area interna.
- Un’architettura innovativa basata sull’implementazione di un primo nodo di rete wireless che risolve alcune problematiche tecniche tipiche delle Aree Interne: connettività digitale spesso molto scarsa; infrastrutture deboli e obsolete; territori vasti e a bassa densità abitativa; patrimoni edilizi spesso storici e/o vincolati; territori a rischio calamità, etc…
- Una logica Local RT (Locale Real-Time) che permettesse di mettere a disposizione servizi con risposta immediata, anche in mancanza di raggiungibilità da parte dei servizi a livello superiore.
- Una copertura wireless con servizi avanzati e con l’ausilio di tecniche di FOG Computing e Resilience Engineering: per integrare la semplice raccolta dei dati con l’elaborazione in Area Locale, e fornire risposte in tempo reale anche in condizioni critiche di funzionamento.
- Una control room centralizzata, presidiata e dedicata ad una gestione digitale, moderna e avanzata di tutti i servizi implementati, scalabili e orientati ad una flessibilità per esigenze future.
Living Lab e segmentazione dei servizi
I servizi sono stati concepiti con obiettivo principale di creare un progetto pilota Living Lab, che impiegasse quanto di più avanzato fosse disponibile nell’insieme delle tecnologie digitali. Ponendo al centro la persona.
- Servizi alla popolazione a partire dai residenti e fragili.
- Fabbisogno energetico orientato ad un modello di “impronta energetica pro-capite”, che tenga contro anche di contributi bidirezionali (nel caso di utenti produttori da Fonte Energetica Rinnovabile o nelle più interessanti e auspicate Comunità Energetiche).
- Monitoraggio dei flussi turistici (dati che sono difficilmente reperibili specialmente nelle aree interne) pedonali e veicolari, verso ogni punto d’interesse pubblico e/o privato che possa essere curato anche in tempi futuri.
- Monitoraggio di flussi economici verso l’attuale infrastruttura di ospitalità distribuita pubblica e/o privata, interessata allo sviluppo di un modello sostenibile organizzato e resiliente, necessario in queste aree critiche.
HOW – Habitat Oltre il Welfare
Il primo segmento d’intervento è quello relativo alla popolazione residente ed in particolare quella fragile. La parte dei sistemi informativi riferita a tale scopo è stata denominata HOW (Habitat Oltre il Welfare) e si prefigge di generare una trasformazione alla vita sociale e di prossimità delle aree interne, declinabile anche nelle zone periferiche delle grandi città. Nel nostro caso, la fascia più fragile è stata individuata nella popolazione anziana e, nell’attenzione ai bisogni di quest’ultima, ci si è focalizzati sui servizi per la prevenzione e la promozione del benessere psicologico. In contesti urbani come quelli odierni, in cui la solitudine è sempre più endemica anche a seguito della pandemia da Covid-19, HOW ha due obiettivi primari. Da un lato, sostenere il fiorire delle relazioni di comunità e la convivenza sociale, grazie alla presenza di cooperative di comunità ben integrate. Dall’altro, rafforzare le reti di prossimità, le strutture intermedie e la telemedicina, al fine di un’assistenza sanitaria territoriale che rafforzi le prestazioni erogate sul territorio attraverso il potenziamento della digitalizzazione dei servizi offerti dalle cooperative sociosanitarie, soprattutto in termini di monitoraggio delle patologie.
La digitalizzazione è una necessità ormai irrinunciabile in ogni ambito d’azione e specialmente in campo sociosanitario: si rivela prioritario, infatti, offrire strumenti e infrastrutture leggere ed efficaci che, soprattutto per quanto riguarda le famiglie mononucleari, permettano un monitoraggio costante delle condizioni patologiche e, di conseguenza, un intervento tempestivo in caso di urgenza. Volto a offrire alle persone fragili un supporto quotidiano contro la solitudine, il modello di HOW è dunque possibile sia grazie a servizi come visite quotidiane, raccolta di farmaci, spesa a domicilio, fino ai servizi domestici; sia grazie all’offerta dotazione dello smart watch connesso alla rete dedicata e collegato ad una medical control room, proprio per gestire le urgenze sanitarie h24.
La presenza di 30 abitazioni di persone anziane e di una cooperativa di comunità forte, hanno reso il contesto di Calascio laboratorio ideale per la prototipazione di questo modello di welfare integrato che, grazie a una strutturale interdipendenza della componente umana e quella tecnologica, consente di portare una profonda trasformazione al contesto cui si riferisce. In estrema sintesi, si tratta dell’integrazione tra due “spinte”: quella digitale e quella psico-sociale (grazie alla Cooperativa di Comunità Vivi Calascio). L’unione tra le tecnologie emergenti e l’umanizzazione dei servizi porta così, a favore dell’anziano, due livelli di assistenza che sembravano impossibili.
La Tecnologia Adottata
Un contributo molto importante al Team di Ingegneria è stato apportato dal Dott. Igor Guida che ha permesso di consolidare la proposta tecnologica e ampliare la base delle applicazioni potenziali: dopo aver valutato, con un processo olistico, diverse possibilità tra quelle disponibili sul mercato, la scelta è ricaduta su RBUS Madeinlinux® e in particolare l’innovativa architettura introdotta con il primo nodo in tecnica FCAIRSS (Fog Computing Artificial Intelligence Radio System Solution).
Lo smart WATCH-X e la piattaforma basati su tecnologie IoT Native cybersecurity by Design ha completato la proposta conferendo anche funzionalità potenziali ad oggi ancora non implementate e disponibili per sviluppi futuri.
La flessibilità offerta dall’architettura con il primo nodo proprietario rappresenta un’importante innovazione nel mercato delle applicazioni cosiddette AIOT (Artificial Intelligence e Internet of Things) sotto molteplici aspetti.
- Semplificazione del device dal punto di vista hardware in base alle necessità (dimensioni, peso, etc…).
- Facilitazione nell’uso per rendere minime le operazioni necessarie al buon funzionamento: obiettivo fondamentale nel caso di persone con fragilità e comunque sempre auspicabile per dispositivi wearable per lunghi periodi.
- Indipendenza dalle tipologie di connettività disponibile (Rete fissa, mobile, 6G, 5G, LTE, etc…), mediante l’integrazione con i servizi offerti dalle nuove reti IP e il più importante gestore nazionale INWIT.
- Altri aspetti riguardanti anche le parte di Engineering Resilience, qui non riportati e rimandati ad approfondimenti specifici.
L’Opportunità Finanziaria
In occasione del Bando IdeeRete (Luglio 2022) del gruppo ASSIMOCO, è stato costituito un partenariato tra BORGHIIN, OSA, VIVI CALASCIO e SquadrAIOT per partecipare proprio con il progetto HOW per il Comune di Calascio (AQ). Siamo risultati uno dei 13 vincitori a livello nazionale e, grazie ad un pur piccolo budget, siamo riusciti ad implementare e installare la prima parte sperimentale dell’intero progetto, che interessa 12 famiglie del piccolo borgo abruzzese.
L’avvio del progetto e le aspettative
La sperimentazione durerà 12 mesi. La validazione del sistema da parte di NEMO Lab permetterà di verificare in campo tutti gli aspetti vantaggiosi del progetto e di ottimizzare aspetti tecnico-funzionali che, per quanto si possa testare in laboratorio, solo i collaudi in campo permettono di effettuare.
Le aspettative sono molto alte. Il progetto è già stato attenzionato da diverse realtà pubbliche e private Nazionali, in particolare dalla Presidenza della Regione Abruzzo, che lo vorrebbe considerare come esempio di ULL (Urban Living Lab) non solo per contribuire alle necessità delle aree interne, ma anche come strumento d’innovazione tecnologica orientato ai servizi concreti alla persona, soprattutto i soggetti fragili.
Le tecnologie emergenti digitali, tra cui l’IA di cui tanto si discute, rappresentano degli innovativi strumenti a disposizione che, in un contesto di utilizzo consapevole – basato su competenza e interdisciplinarità – sono destinati a migliorare incredibilmente la qualità del benessere della nostra vita moderna.