L’IA Generativa: un potenziale alleato contro il cyberbullismo

Di IGOR GUIDA
Vicepresidente Cooperativa sociale Stripes e Direttore Scientifico Stripes Digitus Lab

 

L’Osservatorio indifesa 2022-23 – realizzato da Terre des Hommes, insieme a OneDay e alla community di ScuolaZoo – mostra come il bullismo ed il cyberbullismo siano fenomeni sempre molto presenti, tanto da rendere vittima di questi atteggiamenti il 47% dei giovani. Il pretesto principale per il quale vengono attaccati è l’aspetto fisico (37% dei partecipanti); l’origine etnica (7%); l’orientamento sessuale (5%); la condizione economica (3,5%); la religione (3,3%); l’identità di genere (1,9%); la disabilità (1,3%). Circa il 50% ha assistito a violenze fisiche, mentre le violenze psicologiche più comuni sono emarginazione/esclusione (48%) e umiliazioni pubbliche (38%). Gli effetti di questo tipo di violenza tra pari generano perdita di autostima e di fiducia negli altri (38%), isolamento (21%), peggioramento del rendimento scolastico (21%), ansia sociale e attacchi di panico (19%), disturbi alimentari (12%), depressione (11%) e autolesionismo (8%).
La diffusione di immagini attraverso APP social e in rete è l’aspetto più preoccupante e pericoloso di tale fenomeno.
La difficoltà ad identificare chi inizialmente diffonde contenuti che rientrano nel cyberbullismo è ciò che, evidentemente, amplifica le conseguenze della violenza, perché – neanche a casa propria – la vittima è… a casa, cioè preservata dai soprusi. Passando dai canali virtuali, la violenza è potenzialmente h 24. Dall’altra parte, tale anonimato stimola i cyberbulli a manifestare, o continuare a manifestare, il peggio di sé: senza la possibilità di una correzione, o di un intervento repressivo. Usando la rete come “ambiente”, la persona che compie prepotenze si sente evidentemente in un mondo non visibile, quasi non reale e, almeno si spera, può non essere pienamente consapevole di ciò che compie.
I dati prima analizzati, uniti a quelli forniti dall’associazione nazionale delle dipendenze tecnologiche gap-cyberbullismo (https://www.dipendenze.com), suggeriscono a cascata pensieri e domande. Il pensiero ricorrente: lasciare un figlio da solo sui social network sembra come lasciarlo solo nella piazza di una città sconosciuta. Senza un indirizzo, o un controllo, o un insegnamento, lo smartphone può essere pericoloso come una macchina guidata senza patente. La domanda più comune, più riscontrabile, nelle pur diverse sensibilità adulte: cosa fare per proteggere i nostri figli?
È chiaro che si tratta di una questione così rilevante che non la si può relegare in esclusiva a certi ambiti, quello scolastico-educativo, o quello familiare. Riguarda tutti.
In un mondo sempre più interconnesso, la complessità dei problemi sociali, come il cyberbullismo, continua a crescere. Tuttavia, l’evoluzione recente dell’intelligenza artificiale (A.I.), in particolare quella di tipo generativo, potrebbe offrire una soluzione. L’A.I. generativa ha raggiunto livelli di sofisticatezza tali da rendere quasi indistinguibili i cosiddetti deep fake dai contenuti multimediali reali. Questi prodotti dell’A.I. – che includono immagini, video e audio – sono talmente realistici che per la maggior parte delle persone è difficile distinguere un prodotto multimediale originale da uno generato artificialmente.
La sofferenza dei ragazzi colpiti da cyberbullismo non è solo legata all’episodio subito in sé, ma anche al fatto che il contenuto offensivo rimane disponibile online per un tempo indefinito, negando alle vittime il diritto all’oblio. Ma, da questo punto di vista, l’A.I. generativa rivela anche opportunità di soluzioni: per esempio, utilizzandola per rimuovere o alterare i contenuti offensivi e permettere così alle vittime di cyberbullismo di riprendere il controllo della propria immagine online e di “ricominciare da capo” in un contesto diverso; oppure, utilizzandola per risalire con certezza dal contenuto incriminato al cyberbullo che ne è responsabile.
In conclusione, sebbene l’A.I. generativa presenti delle sfide, essa offre anche nuove opportunità per affrontare problemi sociali complessi come il cyberbullismo. È fondamentale dunque continuare a esplorare queste possibilità, così da creare un ambiente online – da cui sarebbe irrealistico pensare di tornare indietro – più sicuro e rispettoso per tutti.