A cura di GOFFREDO VILLA

Cor Veleno – Fuoco Sacro (15/03/2024)

L’hip-hop compie cinquant’anni e i Cor Veleno colgono l’occasione per onorarlo nel loro 31esimo anno di carriera con il loro settimo disco personale, ottavo se si considera anche l’ultimo lavoro Meme K Ultra (2022), pubblicato insieme ai Tre Allegri Ragazzi Morti. “L’essenza di Fuoco Sacro risiede nell’idea simbolica di fissare il 2024 come un momento cruciale per l’hip-hop italiano. La consapevolezza della maturità e originalità della scena ci ha ispirato a creare un album che riflette la passione per il genere da prospettive uniche, rappresentando la scintilla di un amore che ci ha guidato attraverso anni di dedizione e autenticità sonora”, così dichiarano Grandi Numeri, DJ Squarta e Gabriele “Gabbo” Centofanti. Per la band capitolina l’hip-hop è pura arte, cultura viva in continuo movimento e cambiamento, che percorre diverse dimensioni, dalla musica al cinema, passando dalla letteratura. Ora che il suo sviluppo si è stabilizzato, gli artisti possono esprimersi liberamente. Il mazzo di carte si è fatto vasto, variegato e versatile: vi si può pescare e si può aggiungere ciò che si desidera. Secondo il trio il rap sta riscuotendo più successo di altri generi perché, contrariamente a questi, rappresenta un collegamento esplicito e attuale tra artista e ascoltatore. Fuoco Sacro nasce dalle radici originarie del rap, ma il suo corpo si sviluppa naturalmente nel contesto odierno grazie a sperimentazioni e cooperazioni esterne che rinnovano il sound dei Cor Veleno senza però stravolgerlo. Questo è il loro manifesto: «Confrontarci con cose del passato ma guardando sempre a un’evoluzione, senza mai rimanere fermi al punto di partenza». Per le collaborazioni che compaiono nella raccolta, il gruppo si è affidato a colleghi di vecchia, nuova e nuovissima conoscenza. Come afferma Gabbo c’è sempre un occhio di riguardo verso le novità: «Sulle nuove leve aggiungo che noi personalmente e in studio ascoltiamo molto le cose nuove. E non è che le ascoltiamo guardandole dal basso verso l’alto, ma le ascoltiamo cercando di cogliere e apprezzare quello che viene fatto. Quelli che abbiamo scelto sono quelli che ci piacciono, che hanno veramente quel qualcosa in più. C’è una vera e propria ammirazione verso questi ragazzi che comunque stanno costruendo la scena odierna». I vari “featuring” passano da Ai Ferri Corti con Nayt a La Novità con Mostro, passando per Comfort Zone con Marlon Peroza e Popcorn con Willy Peyote. Il talento di Fabri Fibra illumina Pallottole Sull’Amore(«Tu tieniti Sanremo, noi Luca Carboni»), mentre Ele A accompagna Finale Chimico («Muoversi muoversi per mettersi al centro»). Roma Sulla Pelle rappresenta un amorevole omaggio alla loro città, teatro al contempo di nostalgiche tradizioni ma anche di rapide trasformazioni. Col procedere della raccolta compaiono altri artisti tra cui Franco 126 (Quante Notti), Klaus Noir (Motivi Di Fuoco) e Ugo Crepa (Tuta Acetata). Il declino della società di oggi prende vita con In Piedi (feat. Inoki), mentre in Outsider viene aspramente criticata l’assenza di un obiettivo chiaro e definito nel processo creativo delle nuove leve. Grandi Numeri afferma: «Sembra un po’ che i musicisti, in generale, non solo quelli rap, facciano musica più per le endorfine prodotte stando a vedere le visualizzazioni. Manca un’idea, un’introspezione fatta a monte». Squarta prende di mira anche il meccanismo di cancellazione della propria identità messo in atto dall’industria discografica: «In studio spesso sentiamo artisti nuovi che ci piacciono e speriamo sempre che non vengano loro affiancati i soliti cinque-sei professionisti che inevitabilmente vanno ad appiattire la particolarità e le peculiarità di quell’artista». La title-track chiude la raccolta con la comparsa dei concittadini Colle Der Formento, compagni con cui sono cresciuti, salvo poi percorrere sentieri diversi ma non troppo lontani tra loro. La proposta di Fuoco Sacro è sincera e spontanea: non traspare l’arrogante volontà di apparire grandi e cattivi, né di mettersi in mostra tanto per fare, come succede in altri casi. Al centro del progetto c’è il rap, ci sono la sua musica, le sue parole, il suo ritmo, sempre dinamico, vivido e forte. I tre romani hanno spiegato il significato emblematico del titolo: «È quella fonte inesauribile, quella voglia che ci accompagna da quando siamo ragazzini. Ci siamo un po’ guardati allo specchio mentre facevamo questo disco, all’inizio, e abbiamo visto che quella voglia era ancora lì, viva. E quindi quale titolo migliore poteva racchiudere questa idea? Questo è un lavoro fatto di alti e bassi, di continui cambiamenti, ma se hai quell’energia che non si spegne, affronti tutto questo nella maniera giusta».

 

Recensioni musicali per scoprire vere e proprie chicche del mondo discografico contemporaneo, e così entrare di più nel linguaggio della musica. A cura di Goffredo Villa.


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