Rubrica a cura di Goffredo Villa

 

Marracash – È Finita la Pace (13/12/2024)

«Nessuno ha dato e fatto quello che ho dato e fatto, è un dato di fatto / Anche quando ho dato di matto», sentenzia in uno dei suoi pezzi Fabio Bartolo Rizzo, in arte Marracash. A distanza di tre anni dall’ultimo album, e dopo un intervallo di pausa a causa di un esaurimento nervoso, il 45enne di origini siciliane pubblica il suo settimo lavoro in studio intitolato È Finita la Pace. Il protagonista è un uomo in conflitto con se stesso e con il mondo: un’auto-analisi dei propri limiti che converge naturalmente in una valutazione lucida su ciò che lo circonda. Ciò che ha funzionato per lui viene dispensato agli altri sotto forma di consiglio, per compiere le scelte giuste e cercare di vivere meglio, in relativa pace interiore. La opener Power Slap sferra uno schiaffo potente alle logiche del mercato discografico, alimentato da decisioni repentine e scelte riproposte più volte senza premiare l’originalità («Il messaggio è che nessuno diventa qualcuno seguendo le orme di qualcun altro»). L’indole battagliera di Crash colpisce la deriva estremista del governo colpevole, tra le altre cose, di atteggiamenti prevaricatori e anacronistici («governo di fasci che dice frasi preistoriche»). Con la coinvolgente Gli Sbandati Hanno Perso il flusso si rivolge ora verso la società e le sue molteplici regole che minano la nostra libertà mentale. La title-track È Finita la Pace osa nell’interpretazione canora, mentre Detox/Rehab si guarda dentro con introspezione. Soli risuona come un’accorata ammissione, Mi Sono Innamorato di un AI esegue un’ironica e indisponente disamina dell’attuale rapporto tra uomo e tecnologia. Dall’inno in favore dei lavoratori sfruttati in Factotum, si passa alla delegittimazione dell’autocommiserazione di Vittima. Troi* lotta contro i pregiudizi sessisti, concepiti dai pensieri ed esplicitati con le parole, divenuti ormai quasi luoghi comuni. «Io non so dire mai la verità / Senza mentire / E la tua cura, sai, non fermerà / Le mie tossine / Io ti ho già detto la verità / Ma tu non vuoi sentire», così viene smascherata la realtà in Pentothal. Con Lei un romantico ed etereo sogno d’amore si confronta con l’arrivo dell’alba che lo rinforzerà o lo distruggerà. Happy End si assume il compito di chiudere la fila e dipinge un chiaro orizzonte davanti a sé, colorandolo di speranza e di fiducia nei propri mezzi: «Non esiste altra vittoria che essere se stessi, non esiste altro modo di essere se stessi se non scegliere». È Finita la Pace completa un’ideale trilogia, iniziata da Persona (2019) e proseguita con Noi, loro, gli Altri (2021), che ha sancito un netto cambio di passo artistico e stilistico rispetto al passato. Quest’ultimo capitolo non stravolge il percorso intrapreso fino ad ora, ma sfrutta la sua inerzia per spingersi più in profondità nell’anima dell’autore e quindi anche dell’ascoltatore. Sebbene affronti degli argomenti già trattati in precedenza, questa volta i temi vengono letti con una chiave più intima e personale. Come basi vengono utilizzati frammenti campionati di brani pop oppure provenienti dal repertorio nazionale di musica leggera e classica: si possono qui ritrovare i Pooh, Ivan Graziani e addirittura Giacomo Puccini. Seppure a livello tecnico e qualitativo non sia stato esaltato rispetto ai due predecessori, il disco è stato invece considerato positivamente per il significato che esso assume. È Finita la Pace è un manifesto di cruda critica politica, sociale e culturale con forti tratti di intima introspezione, derivanti dal superamento di un momento psicologicamente difficile. L’assenza di collaborazioni e featuring enfatizza appunto questa spiccata componente personale del lavoro: un’ulteriore dimostrazione di quanto Marracash sia diventato un autore maturo, equilibrato e ispirato. La sua vena rap pulsa soprattutto quando deve scontrarsi con gli aspetti negativi che vuole attaccare, mentre sembra meno presente quell’arrogante auto-esaltazione che appare invece eccessiva in altri suoi colleghi. Il rapper non è più un giovane ragazzino ribelle e inattaccabile, ma un uomo consapevole delle proprie incertezze e debolezze sviluppate nel corso della vita. In un periodo storico in cui non sono l’impegno e il merito a influenzare il pubblico, Marracash imprime con maggiore forza il proprio marchio per affermare, ancora una volta, il proprio predominio sull’intero panorama cantautorale italiano: «Il rap italiano / Che non sa più come dire / Che non sa più cosa dire / Ah, è finita la pace, è finita la pacchia».


Sede Legale:
Via Ghisolfa, 32 – 20217 Rho (MI)
pec: cooperativa@pec.stripes.it
P.IVA e C.F. 09635360150




Tel. (02).931.66.67 – Fax (02).935.070.57
e-mail: stripes@pedagogia.it
C.C.I.A.A. Milano REA 1310082




RUNTS N° rep.2360

Albo Società Cooperative N° A161242
Capitale Sociale i.v. € 365.108,00



Redazione Pedagogika.it e Sede Operativa
Via San Domenico Savio, 6 – 20017 Rho (MI)
Reg. Tribunale: n. 187 del 29/03/97 | ISSN: 1593-2259
Web: www.pedagogia.it


Privacy Preference Center