POLITICAMAG e la risposta al “politichese”. Intervista a Yari N. Turek e Fiammetta Freggiato
Scrivere la cosa giusta al momento giusto e nel tono giusto non è mai cosa da poco: tanto più nella comunicazione social e tanto più quando si parla di politica. Qual è il punto di vista di PoliticaMag[1], il magazine online che sta spopolando tra i giovani? Lo abbiamo chiesto a Yari Nicholas Turek (Direttore editoriale) e Fiammetta Freggiato (Vicedirettrice editoriale di PoliticaMag).
Le statistiche rivelano una crescita esponenziale dell’astensionismo italiano. In particolare, un rapporto Censis di fine 2024 registra che, tra i giovani dai 14 ai 29 anni, solo un 17% si interesserebbe attivamente di politica: c’è anche un problema di comunicazione?
La comunicazione è un fattore essenziale. I canali social senza dubbio giocano un ruolo fondamentale, ma spesso, se non utilizzati nella maniera corretta, messaggi importanti possono essere messi in secondo piano sia da chi comunica, sia da chi li riceve.
In termini di informazione e di modalità e capacità di informarsi, questa generazione è fautrice di una modificazione radicale. Valutata la crisi strutturale dei quotidiani, che non si arresta, con un -37% di copie vendute tra il 2019 ed il 2023, nonché la diminuzione costante del ruolo dei telegiornali come fonte primaria, si nota una modificazione delle fonti di informazione, con tratti spesso sorprendenti, ma che riflettono senza dubbio ciò che i ragazzi e le ragazze oggi hanno a disposizione.
Parliamo di TikTok ad esempio, che nella contemporaneità si attesta addirittura quale piattaforma social più utilizzata dalle Generazione Z, anche per fare ricerche in rete. Questo non lo dice PoliticaMag, ma Prabhakar Raghavan, già responsabile della divisione Knowledge & Information di Google.
O ancora Instagram, forse la fonte dove attingere informazioni in maniera più rapida, che insieme a Youtube, ed anche al citato TikTok, vanno a costituire una cornice dedicata ai contenuti video, che oggi vanno a formare una fonte essenziale: un messaggio acquisito tramite una fonte video è assimilato con più facilità rispetto ad un testo scritto.
Ecco, valutati tutti questi importanti aspetti – che indicano la strada da seguire in questa che è una fase di transizione importante dal punto di vista dell’evoluzione dell’informazione – non tutti sono in grado di inviare il proprio messaggio in modo chiaro.
Il rischio in questo senso è veicolare un paradigma ampolloso, il cosiddetto “politichese” distante dalla realtà, costruito sulla base del sentito dire. A questo proposito, vale la pena ricordare che in politica – purtroppo o per fortuna – la forma è sostanza, ed è per questo che nulla può essere affidato al caso.
Tralasciando la ridondanza di quest’ultimo punto, di cui tutti sulla carta si dicono consapevoli, nella realtà accade tutt’altro, addirittura si aprono due scenari diametralmente opposti: chi tenta di proporre il filtro ‘strategia’ per contenuti che strategici effettivamente non sono; e chi invece fa preventivamente i propri conti nella speranza che l’intero copione non traspaia. In entrambi i casi, gli effetti sono negativi, se non addirittura disastrosi, e il motivo è molto semplice: ci si relaziona con l’esterno senza alcun tipo di conoscenza specifica.
Pensiamo per esempio alle criticità riguardanti la salute mentale, oppure i disturbi del comportamento alimentare: una presenza intermittente può far dubitare dell’effettiva buona fede da parte di chi gestisce una comunicazione di questo tipo. Parimenti, non cavalcare l’onda, così come affidarsi alle narrazioni altrui, senza alcun tipo di coinvolgimento, significa non capire affatto il funzionamento dei social. Insomma, dire la cosa giusta al momento giusto, con un certotone of voice, è più facile a dirsi che a farsi. In un mondo ideale, la politica raccoglie le sensibilità altrui e si fa paladina del cambiamento costruttivo; nella realtà la gestione della cosa pubblica pare essere ancora affossata in un limbo denso di tatticismi e retroguardie.
Sia chiaro, Politica non dispone di una ricetta magica tale da prendere le distanze da quanto detto sopra. Tuttavia, noi stiamo tentando di proporre un’informazione che sia calibrata e studiata in funzione di poter raggiungere tutti, mettendo in contatto diretto quella che è la politica e gli organi di amministrazione, con i nostri lettori e followers.
È per questo che abbiamo un’offerta variegata: dai post, che permettono di assimilare le notizie salienti in maniera semplice ma esaustiva; alle rubriche video, che abbiamo suddiviso in varie tematiche; ai podcast, mantenendo comunque il ruolo fondamentale degli articoli di approfondimento e delle interviste a personalità della politica. Alla fine di tutto ciò non raggiungiamo solo le giovani generazioni, ma tutte le fasce della popolazione.
L’obiettivo dunque rimane quello di trarre i messaggi più importanti, facendoli pervenire ai giovani senza snaturarli. Spesso ci siamo anche occupati di realizzare dei contenuti dedicati alle varie elezioni, proprio per favorire una comprensione delle priorità programmatiche dei vari candidati e per richiamare alla necessità del voto.
Scrivere, raccontare, divulgare, informarsi: la vostra Redazione dev’essere un luogo dove si respira un gran movimento. Da dove nasce l’idea di PoliticaMag?
Nella redazione di Politica si respira la stessa aria di quando nacque tale progetto editoriale.
L’idea venne da un gruppo di ragazzi che, a Roma nel 2020, si riunirono nell’associazione “La Giovane Roma”, con il sogno di rendere le nuove generazioni protagoniste nella trasformazione della Capitale, ritenendo che il loro momento di agire attivamente fosse nel presente.
Da questo progetto è nata poi la voglia di interessare i giovani alla politica a livello nazionale, ed è nata proprio Politica, che oggi infatti ha redattori dal Piemonte alla Puglia, nonché un vasto seguito sia sui social che sul sito.
In questo spirito abbiamo poi dato vita all’iniziativa “60 under 30 che stanno cambiando il Paese”, che organizziamo annualmente dal 2023: un’occasione unica nata con l’obiettivo di celebrare ogni anno 60 nuove promesse della politica italiana, giovani talenti che sono riusciti a emergere e che oggi ricoprono ruoli di primissimo piano nelle istituzioni e nei partiti.
Non è difficile dire che nell’ultima edizione abbiamo avuto una partecipazione davvero oltre le previsioni, anche valutata l’occasione di incontrare importanti figure della politica italiana che sono intervenute all’iniziativa, capendone il valore.
La nostra redazione è sempre in gran movimento? Senza dubbio. Si tratta di decine di ragazzi e ragazze che comunicano attraverso tutto il Paese, che quotidianamente si confrontano per ottenere un prodotto il quanto più preciso e d’interesse.
Il vostro magazine offre una finestra sul mondo dell’informazione attraverso contenuti media che raccontano “La Politica raccontata dalla Generazione Z”. Quali sono le caratteristiche di questa generazione?
Nel flusso di informazioni odierno, la generazione Z conosce sempre nuove forme di comunicazione. Deve anch’essa imparare ad interpretarle e a crearle essa stessa. In aggiunta, stiamo parlando di una generazione estremamente eterogenea al proprio interno, ma non per questo necessariamente confusa e apatica circa la realtà circostante. Sono tanti i pregi – la velocità dell’informazione, l’ampio raggio di copertura, l’apertura mentale – ma altrettanti i difetti, come la soglia di attenzione sempre più bassa, proprio a causa dei continui stimoli, o il mancato fact checking delle notizie che si incontrano. Ecco, la sfida è quella di mettere insieme le abilità per entrare in quella soglia di attenzione e trasmettere quello che è importante, selezionandolo e verificandolo.
Fare questo significa esporsi. Significa vigilare sul rischio di ricorrere a categorizzazioni ed etichette attribuite superficialmente. Significa adoperandosi per un giornalismo imparziale, che è possibile: è possibile cioè un giornalismo che dia tutti gli elementi della circostanza e lasci al lettore la capacità di costruire la propria opinione, il proprio punto di vista.
È quello che proviamo a fare noi: riportare i fatti, mettendo spesso in risalto vari punti di vista. Lo facciamo addirittura con i nostri redattori, magari con due articoli sullo stesso argomento, ma con differenti sfaccettature. Non c’è modo migliore per lanciare la palla al lettore, permettendo di ragionare e di fare la propria sintesi, facendo un esercizio che spesso, ad esempio nei social, viene impedito a causa di quegli algoritmi che ti fanno vedere solo ciò che converge col tuo punto di vista.
Stesso discorso per quelle occasioni di contatto diretto, che riteniamo prioritarie, tra nuove generazioni e mondo della politica: massima attenzione alla pluralità.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
[1] Politica è un magazine online che racconta la politica attraverso la prospettiva della Generazione Z. Progetto editoriale autonomo e indipendente de “La Giovane Roma” (associazione politico culturale nata nel 2020 con il desiderio di rendere le nuove generazioni protagoniste nella trasformazione cittadina), Politica mira a coinvolgere i giovani nel dibattito pubblico, offrendo analisi e approfondimenti su temi politici, economici e culturali. Non solo. Promuove iniziative come la premiazione annuale dei “60 under 30 che stanno cambiando il Paese” e appuntamenti mensili come il podcast “L’Aperitivo”.