Soffrendo con Gaza: mai più nessuna Shoah
A cura della Redazione
Documentarsi sulla guerra tra Israele e Hamas è un’esperienza che sconvolge, perché ogni testimonianza, ogni foto, ogni video svela una realtà che va oltre la sopportazione umana. La guerra è sempre orrenda, ma quanto sta accadendo è una barbarie, un’altra Shoah che non sarebbe mai dovuta riaccadere. La Striscia di Gaza è diventata come un unico campo di concentramento, con un numero incalcolabile di vittime che non sta risparmiando nessuno, neanche i bambini. Tutto è cominciato, come è noto, il 7 ottobre 2023, quando Hamas ha brutalmente attaccato il territorio israeliano: 1.200 israeliani sono stati uccisi in un solo giorno e almeno 252 presi in ostaggio, senza contare gli stupri, le esecuzioni sommarie, gli incendi di case con residenti ancora all’interno[1]. L’orrore purtroppo non si è fermato a quella giornata e la risposta israeliana è stata devastante: bombardamenti a tappeto, distruzione sistematica di ospedali, scuole, centri di rifugio delle Nazioni Unite, mercati e persino convogli umanitari[2]. La popolazione civile palestinese è stata intrappolata tra le macerie, privata di cibo, acqua, elettricità, medicinali. Secondo il Ministero della Salute di Gaza, le vittime palestinesi hanno superato quota 57.000 e in larga maggioranza sono civili, tra cui migliaia di donne e minorenni[3]. Si aggiungono i dispersi – stimati oltre 10.000 – e i feriti, molti dei quali, di tutte le età, mutilati a vita.
Anche i metodi di Hamas – secondo la documentazione di più fonti, tra cui le Nazioni Unite[4] – hanno violato ogni norma del diritto bellico: razzi lanciati verso Israele privi di sistema di puntamento, postazioni militari tra aree densamente popolate, utilizzo di scuole e ospedali come basi logistiche, impiego di civili come scudi umani. Le denunce si accumulano da una parte e dall’altra: per Hamas si parla di crimini contro l’umanità (per la pianificazione sistematica di attacchi contro civili); per Israele si ipotizza anche il reato di sterminio e, da parte di alcuni esperti legali, quello di genocidio. In questo contesto, la Corte Penale Internazionale ha emesso nel maggio 2024 mandati d’arresto sia contro i vertici militari di Hamas, sia contro membri del governo israeliano, incluso il primo ministro Benjamin Netanyahu. Una decisione storica che ha “gridato” il principio sacrosanto per cui chi invoca la legittima difesa per giustificare massacri, debba essere perseguito penalmente e senza eccezioni. Tale principio ne grida a sua volta un altro: mai far coincidere un popolo con le ideologie che possono abitarlo. Come non tutti i tedeschi erano nazisti, così non tutti gli israeliani sono sterminatori, né tutti i palestinesi sono terroristi. Può sembrare una sottolineatura banale, ma non lo è, come dimostrano le inaccettabili scritte antisemite che si stanno moltiplicando nelle nostre città.
Viene allora in mente Primo Levi, quando – a quarant’anni dalla liberazione di Auschwitz – dedicò la sua ultima opera saggistica (I sommersi e i salvati, Einaudi, 1986) a chi era sopravvissuto e, quindi, testimone. Nell’ultimo capitolo scrive così: «È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. È questa la ragione per cui siamo qui».
Sta accadendo di nuovo, in un tragico rovesciamento della storia.
FOTO: ©iStock.com/rrodrickbeiler
NOTE
[1] The New York Times, 23/10/2023, “Evidence of sexual violence during Hamas attack”.
[2] Cfr. United Nations OCHA – Situation Reports Gaza Strip: https://www.ochaopt.org.
[3] https://www.reuters.com/world/middle-east/how-many-palestinians-has-israels-gaza-offensive-killed-2025-01-15/
[4] https://www.ohchr.org/en/press-releases/2024/10/un-commission-finds-war-crimes-and-crimes-against-humanity-israeli-attacks.