del mutare dei tempi

Marisa Rodano
del mutare dei tempi
Prefazione di Giorgio Napolitano
Memori, Roma 2008
Volume primo pp. 382, € 18
Volume secondo pp.399, € 18

Riproporre questo testo, a più di quindici anni dalla sua uscita in libreria, ha due obiettivi fondamentali. Il primo e il più ovvio è quello di ripercorrere, raccontata dalla protagonista stessa, la storia di una vita così fortemente intrecciata alla storia del nostro Paese. Una vita straordinaria, non fosse che il tono lontano da ogni enfasi, modesto e tranquillo, riesce a fare apparire del tutto normali eventi che ordinari non sono affatto.  Il secondo obiettivo è quello di dare spazio all’intento pedagogico di questo testo che Maria Lisa Cinciari Rodano (questo il nome completo dell’autrice) ha voluto chiamare diario minimo proprio nella speranza che potesse essere fruito e usato dai e dalle giovani per capire come ciascuno e ciascuna possa trovarsi, quasi suo malgrado, a divenire protagonista in prima persona di un cambiamento nel quale ha fermamente creduto e per il quale ha profuso energie e pensiero.

Il testo si articola in due volumi, ma solo per comodità. Si tratta infatti di un unico testo che racconta gli anni che vanno dal 1921 al 1968, anni che l’autrice divide in quattro fasi che chiama l’età dell’inconsapevolezza, il tempo della speranza, l’ora dell’azione, la stagione del raccolto.

Marisa Rodano (con questo nome era conosciuta pubblicamente) era nata a Roma nel 1921 il 21 gennaio, lo stesso giorno in cui, a Livorno, si teneva il primo congresso del Partito Comunista. Una coincidenza emblematica, dal momento che del PCI diventerà poi militante e dirigente. Molti anni dopo racconterà con un sorriso che non era mai riuscita a festeggiare bene il suo compleanno perché sempre impegnata nelle sezioni a testimoniare la storia di quell’evento.

Nel testo però non c’è solo la storia di una militanza, c’è a tutto tondo la vita di una donna. Gli avvenimenti della “grande” storia sono raccontati a partire sé: c’è la partecipazione alla Resistenza, come l’amore per il marito Franco con cui ha condiviso la passione per la politica e la fede religiosa, la nascita dei figli e quella della Costituzione, il significato del suo impegno nel movimento femminile. Una dirigente certo, che però non si è mai sottratta al lavoro di base: tra le fondatrici dell’Unione Donne Italiane (UDI), si impegnò in prima persona, dopo l’alluvione del Polesine, per portare in salvo i profughi. Come scrive Giorgio Napolitano nella prefazione: «Dinnanzi a un vistoso attenuarsi del senso della storia, contributi come il suo offrono materiali importanti per la ricostruzione di esperienze umane, ideali e culturali e di vicende sociali e politiche che hanno segnato il divenire dell’Italia nel Novecento».

Marisa Rodano è stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di vicepresidente della Camera dei Deputati. Sarà lei, nel suo ruolo istituzionale insieme al presidente Bucciarelli Ducci, ad accogliere la salma di Togliatti. E dal racconto di molti episodi emergono altri elementi costitutivi della personalità dell’autrice: il rigore e la coerenza nelle scelte e nel collocarsi sulla scena politica e soprattutto un assoluto rispetto per le istituzioni che non l’ha mai abbandonata. E anche se il testo arriva a coprire gli avvenimenti fino al 1968, mi piace ricordare un episodio del 1995 quando, più che settantenne, a Pechino in occasione della Conferenza mondiale delle Donne, in una giornata fredda e piovosa accettò di percorrere a piedi un lungo tratto della Grande Muraglia perché questo richiedeva il suo ruolo.

Come si diceva, il testo mantiene in equilibrio la narrazione della vita privata e quella della vita pubblica i cui avvenimenti vengono sempre ben documentati e forniscono spunti rilevanti anche per una ricostruzione storica di tutto il periodo. Ulteriore testimonianza di quel rigore e di quella precisione che rendevano l’autrice capace di conoscere e riprodurre sulla tela molte varietà di fiori con ricchezza di particolari e sfumature. A questo suo amore per i fiori si deve l’idea di assumere la mimosa come simbolo per la giornata delle donne.

Marisa Rodano si è spenta a Roma il 2 dicembre 2023.

Claudia Alemani