Noi e l’albo professionale (editoriale)
Cosa distingue chi sceglie il lavoro educativo? Cosa ci rende educanti, al di là dello studio e l’esperienza?
Credo che la competenza più profonda sia proprio la capacità di dare vita ad una “terza dimensione” dell’agire educativo: quella che espande il confine tra utente e professionista e da vita ad un “noi” che supera qualsiasi distanza.
Il lavoro dell’educatore non fa per tutti…
Nel colloquio di assunzione come educatrice in una cooperativa per minori in messa alla prova, una neolaureata in Psicologia si imbatte nella cruda realtà e nell’eroismo delle professioni educative: perché delle loro competenze (e delle loro virtù) si parla così poco?
Facciamo un po’ d’ordine… (intervista a Silvia Negri)
Quali tutele offre il nuovo ordine per pedagogisti ed educatori? In che modo cambieranno formazione, accesso e riconoscimento professionale? Ne parliamo con Silvia Negri, che ci illustra le prospettive della legge 55/2024.
Multi albo delle professioni educative e socio-pedagogiche: una necessità
Tutela normativa, autonomia scientifica, obblighi formativi, consapevolezza professionale, diffusione della scienza pedagogica, garanzia per i cittadini: da dove è nato l’albo delle professioni educative e socio-pedagogiche.
Quale possibile svolta, a partire dalla legge 55/2024?
Formazione continua, profili specialistici, sostenibilità economica, riconoscimento pubblico e soddisfazioni personali: quale impatto può avere il neonato albo delle professioni educative e pedagogiche?
Dal bisogno al diritto: il ruolo politico dell’educatore professionale
Ogni processo educativo implica una visione del mondo e un’azione trasformativa sul mondo: dagli anni Novanta ad oggi, con il neonato albo delle professioni educative, come è cambiata questa consapevolezza?
Siamo sulla strada giusta, ma…
Il neonato albo professionale può rappresentare una vera svolta, a patto che sia l’inizio di un percorso, piuttosto che l’archiviazione di un traguardo. Un processo di armonizzazione normativa, che non si limiti a un mero elenco di requisiti, è la priorità.
Fare spazio all’autorità degli educatori e educatrici professionali
Che cosa significa oggi essere pedagogisti ed educatori? Come si costruisce autorevolezza professionale nel tempo e nei diversi contesti? Tra pratica, formazione e nuove tutele, è necessario uno sguardo nuovo sul valore di un mestiere che evolve.
Tra ordine e dis-ordine
La sfida dei professionisti dell’educazione è quella di operare in un settore in cui talvolta collaborazione e confronto vengono meno. Se l'istituzione di nuove leggi che regolano la professione, anziché tutelare, complicasse le cose? Un punto di vista critico sulla legge 55/2024.
L’arte del tessere insieme
In uno spazio neutro è più facile ricucire storie e relazioni. In ambito educativo, il cosiddetto “servizio di spazio neutro” è nato agli inizi degli anni ’90, eppure è ancora poco conosciuto, anche dagli esperti del settore. Anche da questo punto di vista, l’istituzione dell’albo delle professioni educative rappresenta un passo importante.
Pratica-mente: quando il sapere diventa cura
Esiste un ponte efficace tra formazione universitaria e lavoro educativo? La teoria prepara davvero alla pratica? Tra fatiche quotidiane e soddisfazioni personali, è ora tempo di dare voce alla competenza specifica di chi, ogni giorno, si occupa con passione alla costruzione di ben-essere, con la nuova speranza che l’albo professionale apra a nuove vie.
Albo professionale: e se si partisse dai confini?
L’istituzione del nuovo albo può certamente aprire a nuove prospettive, ma in zone periferiche italiane e a rischio isolamento, come la Sardegna, solleva anche timori. Proprio gli esempi virtuosi di territori come quello sardo possono rappresentare un’opportunità di crescita.
Pedagogia online: una rete che sostiene (intervista a Silvia Marchetti)
Per rispondere alle sfide attuali, le competenze educative necessarie sono molte. Cosa significa investire nella formazione? E come i social possono aiutare? Con una community di più di 130.000 followers, la pedagogista Silvia Marchetti ci racconta la sua esperienza.
La scuola che sogno, tra fiori e IA (intervista a Damiano Meo)
Il neonato albo per le professioni educative può rispondere alle esigenze formative di cui gli insegnanti hanno sempre più bisogno? Lo abbiamo chiesto al professor Damiano Meo, che ha fatto dell’inclusività il centro della propria ricerca pedagogica.
Qual è il docente migliore
Una riflessione sull’uguaglianza nel curioso mondo degli insegnanti: in base a quali criteri vengono valutati? Chi, soprattutto, li valuta? Tra utenti del servizio e dirigenti scolastici, il tempo è ciò che fa la differenza… con buona pace di ogni procedura burocratica.
La canzone d’autrice per una pedagogia diffusa
Siamo sicuri di scegliere liberamente? Perché abbiamo bisogno di certezze? Come facciamo a selezionarle? Ci accorgiamo delle logiche di mercato che, a volte, stanno all’origine di certi giudizi? “Si è sempre fatto così…”: perché questo non è sufficiente?
Hikikomori: urge un intervento multidimensionale sulla famiglia
Il fenomeno delle ragazze e ragazzi Hikikomori sta diventando un problema sociale: quando un isolamento diventa patologico? Come aiutare chi lo vive? Come, soprattutto, aiutare le famiglie a non soccombere in tale situazione?
Albo
Intervista a Claude Lamaschine: l'albo professionale potrebbe diventare non tanto una gabbia identitaria, quanto un "contenitore flessibile" che offre legittimazione sociale pur preservando l'autonomia necessaria all'educatore per rispondere creativamente alle sfide educative emergenti.
Trasformare il grido in verso (intervista alla poetessa Alessandra Carnaroli)
Tra domande di senso, tra corpi infragiliti o maltrattati, tra oggetti della vita quotidiana, dappertutto la poesia può dar voce a chi non ce l’ha. Con un linguaggio, sottolinea la poeta Alessandra Carnaroli, che segua innanzitutto la grammatica dell’inclusività.
I limiti dell’IA? Sono di più le sue potenzialità…
Il settore educativo è sempre più esposto, anche in tema di Intelligenza Artificiale. La tutela della privacy è la prima preoccupazione, ma si può affrontare: usando strumenti digitali rispettosi della normativa; comunicando tali strumenti in modo chiaro e trasparente; avendo, soprattutto, la possibilità di una formazione continua.