Educazione allo sviluppo

Circa un milione di studenti inglesi utilizza i kit didattici di ActionAid ogni anno. L’organizzazione è all’avanguardia nel campo dell’Educazione allo Sviluppo, disciplina che in Gran Bretagna è inserita nel curriculum scolastico a partire dalle elementari.

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I kit proposti alle scuole britanniche in sette anni hanno vinto sette premi nel settore della didattica. Tra gli altri, “Chembakolly. A village in India” è stato venduto in 23mila copie. Ma ogni anno ActionAid vende in Gran Bretagna 10mila kit di vario genere utilizzati dal 50% delle scuole del paese. Grazie al livello raggiunto, prestigiose case editrici inglesi, come la Cambridge University Press, hanno deciso di pubblicare materiale prodotto da ActionAid, come ad esempio il kit “Village Life in India” destinato all’approfondimento del piano di studi di geografia per le scuole elementari. Anche in Italia Azione Aiuto ha intenzione di entrare sempre più nel mondo della scuola e lo vuole fare con strumenti utili ed interessanti. A proposito del lavoro dell’associazione con le scuole abbiamo intervistato Roberta Capella, coordinatrice del Settore Scuola oltre che del Dipartimento Marketing.

Si sente parlare sempre di più in Italia di Educazione allo Sviluppo. Cosa si intende con questo temine?

Se si prende come riferimento l’aspetto geografico possiamo intendere una disciplina che si riferisce ai paesi del Sud del mondo. Ma quando si parla di Educazione allo Sviluppo ci si riferisce anche alle cosiddette “teorie dello sviluppo”, campo per sua natura interdisciplinare. E’, in sintesi, analisi dei diversi modelli di sviluppo e discussione delle possibili alternative nel rispetto delle identità locali tanto nella loro dimensione socio-economica che culturale e spirituale. Nella pratica, l’Educazione allo Sviluppo si manifesta sia come unità didattica per la scuola che come strumento utile ai fini di attività di informazione e formazione sul pubblico in generale, come ad esempio video, mostre e immagini.

Perchè Azione Aiuto ha fissato tra i suoi obiettivi principali quello di entrare sempre più nelle scuole italiane con strumenti di Educazione allo Sviluppo?

Azione Aiuto, innanzitutto, è forte dell’esperienza della sua casa madre britannica in questo campo e, quindi, può coinvolgere gli studenti e i docenti con strumenti di grande valore. Attualmente siamo leader in Italia nel campo delle adozioni a distanza con i nostri ormai 39mila sostenitori. Ora intendiamo offrire un’opportunità unica agli studenti e agli insegnanti soprattutto di scuole elementari e medie: poter unire un gesto di solidarietà come l’adozione a distanza ad un percorso di tipo educativo e didattico che aiuti i ragazzi a comprendere meglio certe realtà spesso distanti da noi, in senso geografico, ma anche molto vicine proprio in questo momento in cui la nostra società sta diventando sempre più multirazziale e multiculturale.

Cosa mette a disposizione concretamente Azione Aiuto agli insegnanti che desiderano intraprendere un cammino di solidarietà che sia allo stesso tempo educativo?

Attualmente abbiamo tradotto e adattato dall’originale inglese una decina di kit diversi che si riferiscono a svariate aree del mondo. L’insegnante può scegliere anche secondo l’area di provenienza del bambino adottato a distanza. Obiettivo della maggior parte di ogni kit è, infatti, quello di consentire alla classe di approfondire problemi e tematiche riguardanti l’area in cui vive il bambino adottato a distanza. Caratteristica di ogni kit, tra l’altro, è la semplicità con la quale vengono affrontati certi temi ed il continuo riferimento ad esercitazioni da svolgere in classe. Teoria, quindi, ma anche molta pratica e partecipazione degli studenti. Credo che questo sia il modo migliore per suscitare l’interesse delle classi e per coinvolgerle in argomenti di attualità e di interesse mondiale.

Offrite qualcos’altro alle scuole oltre che i kit didattici?

Il kit didattico è la base su cui si possono impostare alcune lezioni soprattutto relative alla geografia. I ragazzi, comunque, vanno stimolati in qualche modo anche sul come fare raccolta di fondi in classe per il bambino adottato a distanza. Noi offriamo, quindi, materiale di supporto che suggerisce idee divertenti e stimolanti sulla raccolta fondi e che mette a disposizione esercitazioni da realizzare in classe. A partire da quest’anno, tra l’altro, realizziamo una newsletter specifica per le scuole che viene spedita direttamente all’insegnante. Sarà una fonte interessante di idee e di spunti. Inoltre, abbiamo anche intenzione di creare una rete di insegnanti disponibili a fare presentazioni alle classi, a formare i docenti sull’utilizzo dei kit didattici e ad introdurre l’adozione a distanza nelle scuole. E’ un progetto che vuole partire da Milano e Lombardia per diffondersi più avanti anche in altre regioni italiane. Ne approfitto, quindi, per lanciare un appello a tutti gli insegnanti, magari in pensione, già nostri sostenitori: dateci una mano nell’organizzazione di questa rete e unitevi eventualmente come Coordinatori del Settore Scuola alle Ambasciate di Azione Aiuto già esistenti sul territorio nazionale. Credo molto in una fitta rete di volontari che aiutino l’associazione a diffondere il proprio lavoro e la propria filosofia, soprattutto nelle scuole.

Cosa può fare, dunque, chi fosse interessato ad unirsi a questa rete di solidarietà nelle scuole?

Può chiamare il nostro ufficio di Milano e parlare direttamente con me. Sono a completa disposizione per dare qualsiasi tipo di informazione e per accogliere suggerimenti. Altrimenti è possibile inviare un fax con il proprio curriculum e candidarsi. Chi possiede i requisiti verrà senz’altro ricontattato.

Perchè la versione inglese dei vostri kit didattici è ricca di fotografie stampate e colorate, mentre quelli italiani sono soltanto fascicoli fotocopiati e corredati di diapositive?

Per ora si tratta, appunto, di fascicoli che vengono fotocopiati e inviati alle scuole con set di diapositive. Il contenuto è senz’altro ciò che conta, ma anche la presentazione credo sia veramente importante perchè ci permetterebbe di essere sempre più presenti nelle scuole. Attraverso una donazione libera tutti possono darci una mano e contribuire alla stampa del nostro materiale didattico. Ad esempio potremmo stampare il kit Famiglia Mahama di Chereponi, in Ghana, che prende in considerazione la vita quotidiana di una famiglia locale e ne analizza tutti i problemi in modo pratico e spesso divertente. Il mio appello, però, è anche rivolto ad un’azienda o ad un editore interessato ad entrare con il suo marchio ed il suo logo nel mondo delle scuole con strumenti didattici di valore e di grande attualità. Chissà mai che attraverso Pedagogika si riesca a trovare uno sponsor …

Indirizzo internet: www.actionaid.org