Editoriale – VALUTAZIONE E POLITICHE SOCIALI

Ci troviamo a riflettere su come, con quali metodologie, con quali tipo di misurazioni, in riferimento a quale pensiero: sociologico, filosofico, psicologico o pedagogico, andiamo ad attivare i criteri di valutazione, in generale di Progetti che vogliamo rispondano con efficacia e con rigore a criteri oggettivi, precedentemente testati ed elaborati. E, tutto questo, lo immaginiamo applicato a Progetti che per loro natura sono difficilissimi da misurare in quanto troppo connessi all’operare della natura umana e agli inciampi specifici del nostro agire. 

Ma con determinazione abbiamo pensato che fosse oltremodo necessario, attraverso il monitoraggio dei processi di intervento, riordinare i vari passaggi, soppesandoli, scandagliandoli, valutandoli come di norma facciamo quando abbiamo a che fare con progetti del tutto misurabili in quanto inanimati. E, invece a noi interessa capire come è possibile entrare dentro un progetto educativo realizzato a scuola, nei centri di aggregazione, nei quartieri, nelle famiglie, in comunità. Per poterlo poi riconsiderare e riguardare come in un film e fermare dei fotogrammi per valutare e ricavarne modelli e paradigmi sempre più mirati.

Noi vorremmo vedere oltre, noi vorremmo padroneggiare tutto quello che ci circonda, il nostro desiderio si nutre di quella fiducia necessaria per potersi divincolare dalle strettoie della paura che pure è però così tanto necessaria, per non soccombere all’inatteso.

Ma è proprio l’inatteso che dovremmo allenarci ad ospitare, ormai ne sappiamo qualcosa tutte e tutti, non può rimanere solo uno slogan il detto legato alla pandemia “Nulla sarà più come prima” se, davvero non ci si mette in mente che è arrivata l’ora di ripensarsi e che non è possibile nessuna valutazione che non metta in conto questo aspetto, ovvero la capacità di ripensarsi nella resilienza.

Ripensarsi insieme agli altri come agenti capaci di un cambiamento forte, in grado di prendersi cura anche dell’ambiente circostante, di questo nostro pianeta oltremodo bistrattato che rigurgita plastica e materiali inquinanti in ogni dove. Ne avevamo parlato in un nostro numero speciale “Movimenti giovanili in cambiamento e implicazioni pedagogiche” proprio su questo argomento, dove avevamo dato voce anche alle ragazze ed ai ragazzi mettendo al centro le azioni educative proposte da Greta Thunberg. Sembra “una vita fa” e invece era solo gennaio 2020. Ora mentre stiamo per andare in stampa, con grande piacere, apprendiamo che il nuovo governo che si appresta a nascere pensa già ad un ministero per la Transizione ecologica, che punta a creare una struttura ad hoc, forte autorevole e competente per favorire la transizione ambientale, il clima e la biodiversità.

Queste sono azioni di grande impatto sociale e saranno tenute in debita considerazione quando dovremo occuparci delle politiche sociali e della progettazione/valutazione dei servizi con responsabilità e competenza. 

Ma a proposito di competenza è ancora vero che uno vale uno? O forse, occorrerebbe tornare a misurare le competenze e approdare alle questioni di merito? A volte, di fronte a problemi complessi come quelli del Welfare comunitario e del Terzo settore si è risposto con “proprietà taumaturgiche”. La reciprocità fra fattori sociali, culturali e psicologici diventa la cartina di tornasole delle politiche sociali, specialmente in questo periodo di pandemia, anche perché i contesti nei quali si muove la valutazione sono contesti scivolosi, variegati, ricchi di angolature diverse che devono rispondere con efficacia ed efficienza ai bisogni e alle attese dei cittadini. È ormai chiaro che il quadro politico che si sta via via delineando proprio in queste settimane ci spinge a vigilare attentamente sulle nuove politiche sociali che faranno capolino nei mesi a venire. Gli operatori che sul campo dei servizi educativi hanno partecipato a rendicontazioni, verifiche e valutazioni hanno certamente incontrato le complessità e le specificità dell’azione progettuale in contesti educativi che vanno dall’asilo nido alla scuola materna, media, superiore ecc. Essi si rendono conto di come sia difficoltoso, e per questo ancora più necessario lavorare in equilibrio tra committenza e lavoro educativo sul campo, un andirivieni che di volta in volta rimette al centro i bisogni dell’utenza e quelli della committenza, un grande lavoro di sostenibilità che richiede una forte capacità immaginativa e una visione d’insieme difficilmente catturabile.

L’educatrice, l’educatore si trova spesso in una posizione di straniamento quando viene chiamato a rendicontare le azioni educative pregne di gesti ed emozioni che solo nel contesto di supervisione possono essere esplicitate e vissute, ancorché mai del tutto misurabili!

Lavorare nel sociale è un lavoro a tutto campo: lavori con la tua professionalità composta dalla tua formazione e dalla tua persona, “tutto te stesso”. La formazione che hai ricevuto dovrebbe impedire, come fa il Mose con l’acqua alta di Venezia, di essere inondato e investito al punto di non potere più padroneggiare la tua imbarcazione, ma sappiamo che nessuno è mai stato risparmiato da qualche fatidico spruzzo più o meno potente.

In tutti i campi la ricerca della verità è la “vera” ricerca, e dunque è necessario stare accanto alla ricerca traducendo (proprio nell’accezione di “tradire”) la valutazione in un processo collettivo di problematizzazione che le équipes quando funzionano armoniosamente, sono in grado di attivare, per non conformarsi acriticamente così alle istanze della committenza.

Care lettrici e cari lettori, questo numero vi raggiungerà con un po’ di ritardo, e chiediamo venia, anche noi preda della pandemia abbiamo avuto qualche difficoltà nel lavorare praticamente, solo online, e tra skype, zoom e meet ne abbiamo fatto una pelle, come si suol dire.

Ma eccoci ancora qui.

Vedrete anche qualche piccolo cambiamento e arricchimento, frutto delle nostre call, con tutti i nostri collaboratori di Pedagogika.

Innanzitutto abbiamo pensato di aggiungere una nuova rubrica riguardante un tema educativo che riguarda il presente e il futuro delle nuove generazioni dedicata alla Robotica Educativa e dell’ intelligenza artificiale, un tema pedagogicamente innovativo che, siamo certi, interesserà e incuriosiva i nostri lettori.

Pensando che possa essere un aiuto alla lettura dei singoli articoli abbiamo pensato di pubblicare una introduzione all’inizio del Dossier già presente in questo numero.

Inoltre, abbiamo pensato di facilitare la comprensione dei vari articoli, sia sulla prima parte che sulla seconda, dedicata a Temi ed Esperienze pubblicando una piccola sorta di summary contenente le parole chiave, questo nell’auspicio che si crei un maggior dialogo maggiore con voi che potrete sempre scriverci sul sito www.pedagogia.it tramite i moduli di contatto.

E ancora, vi invitiamo a frequentare il nostro sito che si sta via via arricchendo di brevi video, piccoli estratti del nostro lavoro e interviste.

Buona lettura !