Tra prosa e poesia (uno sguardo poetico sul mondo)

A cura di DILETTA MORGAN

GIORGIO CAPRONI
Il mio Enea
Garzanti, pp. 252, € 19,00

Un libro che non può mancare nella vostra libreria. Nel 1948 Giorgio Caproni, passando in Piazza Bandiera a Genova, vede tra le rovine la statua di Enea con il vecchio Anchise sulle spalle e il giovane Ascanio che gli cammina a fianco. Il poeta ha già attraversato molte esperienze dolorose come la perdita della madre, della fidanzata e la guerra. L’incontro con la statua settecentesca, opera di Francesco Baratta (1726), si traduce in un’epifania per l’animo dell’autore. Caproni si identifica nel destino di Enea che fugge da Troia, dalla distruzione della sua città, in cerca di una nuova terra. Nelle tre figure la linea del tempo trova la sua incarnazione: Anchise rappresenta il passato, Enea il presente, Ascanio il futuro.
Enea ha il compito di costruire il presente per sé e la sua famiglia. Il poema, composto nel ‘56, è commentato da Filomena Giannotti che analizza i temi trattati da Caproni con scrupolosa precisione nelle sue note.
Nella poetica di Caproni non mancano i riferimenti a Virgilio (come le Georgiche e L’Eneide). L’opera, arricchita dal saggio di Maurizio Bettini, mette in evidenza come Enea incarni i problemi dell’uomo italiano, tedesco e americano nel dopoguerra. Ciò fa della poetica di Caproni un’opera universale. Il poema potrebbe essere definito un’Eneide moderna; descrive bene il secondo Novecento, incarnando l’umanità e rappresentando noi tutti.

L’eroe virgiliano, raccontato da Caproni, ha l’orrore della guerra, è antieroico e antifascista perché contrario alla retorica e alla violenza. Semplicemente è un uomo di passaggio, in un’epoca sconvolta dalla guerra. Enea è un uomo solo, è orfano di madre, vedovo, la sua casa e la sua patria sono andate distrutte, deve affrontare grandi ostacoli. É intento solo a sopravvivere.
La poetica di Caproni si ispira alle Confessioni di Sant’Agostino e a Lucrezio che, come lui, ha una visione materialista. Argomento centrale è l’indagine dell’aldilà, l’impossibilità per i vivi di ricongiungersi, di entrare in contatto con i morti. Caproni affronta il problema del male, si impegna a cercare il bene, nonostante il periodo storico che attraversa.
Il suo Enea, fuggendo dalla guerra, approda in Piazza Bandiera a Genova. Sconfitto, senza protezione degli dei, cerca un luogo in cui ricominciare, consapevole che la tradizione non lo sostiene più (infatti porta il vecchio Anchise, fragile come il cristallo, sulle spalle) e neppure può contare sulla speranza, personificata da Ascanio, «che ha bisogno d’essere sorretta, invece di sorreggerlo».

La tradizione è stata smascherata dalla guerra. Sconfitto e solo, dopo essere scappato da Troia e aver attraversato il Mediterraneo, Enea «non sa quale nazione fondare», eppure deve costruire un futuro. Giunto a Genova, Enea salva, con semplicità, la tradizione e il futuro.
É ben accolto dalle “bisagnine” che sciacquano nelle sue fontane la verdure. Merito dunque ai
Genovesi per aver dato asilo alla statua e alla “Verità” di Enea tra le erbivendole, facendolo partecipare in tal modo alla vita intima della comunità. É l’uomo Enea quello che vive nella piazza, un uomo come altri che vive nell’incertezza, nella precarietà del domani. É l’emblema dell’umanità che ci mostra come il dopoguerra sia una condizione pesante da affrontare, come siano necessarie una grande forza d’animo e la capacità di sopportare. Caproni fa una descrizione vivida della città, una cartolina tra l’antico e la modernità. Corredato da articoli e interviste autografe, il poemetto è composto da tre sonetti che privilegiano l’endecasillabo, la rima baciata e la quartina secondo la metrica tradizionale

 

LOUISE GLÜCK
Ricette per l’inverno dal collettivo
Il Saggiatore, pp. 96, € 12,35

Louise Glück, classe 1943, New York. Premio Nobel per la letteratura 2020. Ricette per l’inverno è un diario di viaggio. Lui e Lei approdano in un albergo per trascorrere insieme qualche notte. L’atmosfera è pervasa dall’allegria. Di punto in bianco Lui decide di proseguire il suo viaggio da solo. Lei scivola nell’apatia.
Con lo scorrere del tempo Lei riceve una cartolina da Lui. Comincia un viaggio tra le memorie. Piano piano anche queste si dissolvono come fossero nebbia e al loro posto compare il vuoto. Il Concierge intesse un’amicizia con Lei e, durante una passeggiata, pronuncia il seguente discorso: «Tutto è collegato. Anche tutto ritorna, ma ciò che ritorna non è ciò che è andato via». Lei è felice per questa nuova consapevolezza. Non vuole essere più chi è stata, né la sua faccia né la sua memoria, né i suoi sogni. Butta il passaporto in mare. Non è interessata a percorre gli stessi sentieri, piuttosto aspira alla quiete. Il Concierge spiega che da quando Lei ha smesso di scrivere e di percorrere lo stesso cammino, ha perso anche la possibilità che «la verità si riveli»; di questo è molto dispiaciuto. Attraverso la sua storia, che parla dell’altro e lo rivela, l’amore, la sua perdita, gli risultavano più leggibili. Il Concierge chiama il diario: «il rifiuto della morte». Il libro è composto da ricette per l’inverno. É stato scritto per affrontare i periodi duri della vita. Nel paragone con la natura Lei trova un potente specchio: si vede come «un albero spazzato da una folata di vento». Attraverso l’uso di una metafora ci fa capire che la sua condizione di salute si è aggravata. Quando si ricovera in ospedale, la sorella e le infermiere si sforzano di trovare tutto esilarante. Lei si sente molto stanca, «il corpo è diventato un peso».
Di notte pensa alla sua infanzia. Nessuno si ricorda più di quando era solo una bambina. Si domanda se era brava o cattiva. Oramai questa domanda si ripete solo nella sua mente, sono scomparsi tutti coloro che potrebbero risponderle. Vivere è duro per chiunque. Lei sogna d’essere un uccello che vola; attraverso il sogno fa esperienza dell’oltre ma si risveglia. Il vicino vuole raccontarle una bella storia d’amore, di quelle che si vive da giovani, quando non ci si poneva il problema del tempo. Le persone presenti nella stanza hanno cercato l’amore per tutta la vita e, pur avendolo trovato, non hanno mai smesso di cercarlo. La vita è come una fiaccola che va spegnendosi lentamente.
Lei ha la mente pesante, il suo passato pesa, si domanda se ci sia spazio per fare entrare nuova vita. Le parole sono importanti, hanno il loro peso. Sono accadute molte cose senza che nulla di vero sia successo: gli stessi abiti, i gesti…eppure lo sguardo era acuto, in potenza tutto poteva essere diverso. Serve un buio molto intenso per osservare la propria anima.
Solo l’artista è in grado di trasformare la disperazione e la rabbia che nasce dalla consapevolezza di essere nessuno, di non avere alcun futuro. I tentativi di fondare un’altra vita sono stati tutti inutili: ha fallito. A questo punto resta una cosa da fare: distaccarsi e partire dal piccolo, dal poco; è da lì che la strada viene. Quando perdiamo la speranza dobbiamo tornare nel punto in cui l’abbiamo smarrita per ritrovarla.
La poesia “Un ricordo” rammenta quel luogo d’infanzia in cui poteva parlare con naturalezza o fare silenzio. La malattia l’ha costretta a essere sé stessa, a trovare qualcuno che sia vero come lei, forse questo è il vero viaggio di ritorno. Evocativo, delicato, dolcemente malinconico.
I versi liberi mettono a nudo il suo rapporto con “Thanatos”, attraverso uno stile asciutto che vede protagonisti l’uso delle pause e dell’enjambement. Tutto il suo lavoro è influenzato dalla psicoanalisi.

 

BEATRICE ZERBINI
In comode rate
Interno Poesia Editore, pp 144, €12,35

L’amore è per Beatrice Zerbini una cosa reale, non è frutto dell’immaginazione. Sta nel seno delle madri, nel respiro, nella presenza, nella fiducia del domani, nella necessità che tutto sia possibile ma anche nella paura, nella rabbia, nell’attesa notturna di un uomo che non viene, nella delusione. Si trova nella pienezza degli incontri ma anche nelle separazioni e nel vuoto dell’assenza. A volte l’equilibrio è così precario da diventare quasi insostenibile. Il linguaggio, in apparenza semplice, si arricchisce di una vena ironica e di uno sguardo profondo. Con le parole dipinge quadri che fissano la fragilità dell’esistenza. Un’opera piena di fascino. Jovanotti/Nicola Crocetti

 

NICOLA CROCETTI, JOVANOTTI
Poesie da spiaggia
Crocetti Editore, pp.160, €14,25

Un’antologia che ha per tema il mare e il viaggio e che nasce dalla collaborazione tra Jovanotti e Crocetti. La proposta variegata riesce a soddisfare il gusto di ogni lettore. Tra le 115 poesie selezionate possiamo incontrare le migliori pagine di Neruda, Amichai, Sanguineti, Quasimodo, De Luca, Mannick, Baudelaire, Athanasulis, Pascoli e Ungaretti. Una varietà tale non può lasciare indifferenti. Non possono mancare all’appello Dino Campana, Rilke, Cvetaeva, Robert Frost, Kavafis, Ritsos, Pound. Un libro espressivo, profondo, erotico e insieme riflessivo. Un modo per approcciare la poesia del novecento, italiana e non, e scoprire il mondo poliedrico legato a questa forma espressiva

 

LUCA CENTONI
Aspettando Mery
Giovane Holden Edizioni, pp.48, € 8,55

La nuova silloge di Luca Centoni, edita da Giovane Holden, descrive l’amore nelle sue fasi: il sogno, il desiderio, il senso di pienezza che regala, la passione ma anche la solitudine, l’attesa e la ricerca di sé. L’autore ci parla di un amore finito e di un altro che deve cominciare, delineando gli ostacoli che si trova ad affrontare. Le parole servono a esprimere il sentimento, a indagare l’abisso e talvolta a immaginare. Lo sguardo si allarga comprendendo anche l’amicizia: la vicinanza, la solidarietà, tutti elementi che nutrono l’anima. Un libro universale. Centoni, poeta ormai maturo stilisticamente, sa esprimere con una una prosa moderna la complessità dei sentimenti umani.