Giuseppe Bertuccio D’Angelo (Personagge e personaggi)

Di REBECCA CONTI

Giuseppe Bertuccio D’Angelo è un giovane uomo di 32 anni, originario di Messina, la cui storia nasce in sordina, ma trova la forza di diventare magicamente straordinaria.
Dopo la laurea in Economia in Bicocca, Giuseppe parte per il suo primo giro del mondo visitando cinque continenti e tantissimi paesi: uno zaino in spalla e un’abbondante dose di curiosità lo portano fino a dove la sua giovane mente può immaginare. Si stabilisce poi a Barcellona, qui trova lavoro e decide di buttarsi in un’altra sfida ambiziosa: completare l’Ironman[1], partendo da un livello basilare di allenamento fisico e preparandosi in soli 365 giorni. Giuseppe decide di condividere questa prova sui social e di girare video quotidiani del suo allenamento. La condivisione diventa il motore che alimenta la sua motivazione: giorno dopo giorno, mentre il numero dei follower sale, aumenta anche il numero dei kilometri percorsi. Il giovane atleta partecipa così all’Ironman di Barcellona nel 2018 e lo porta a termine con successo, con tanto di un video in diretta in cui condivide quel momento così pieno di gioia.
Un anno dopo, con già un seguito importante sui social, dà vita al format Progetto happiness, la ricetta della felicità. Documentando come la felicità sia intesa, sentita e vissuta da diverse culture, mentalità, religioni e personalità, l’obiettivo del format è andare alla ricerca di quale felicità corrisponda di più. Come? Nel modo più spontaneo e diretto che si possa immaginare: andando ad intervistare in giro per il mondo persone appartenenti a tribù, comunità remote, grandi città e paesini di campagna e ponendo loro sempre la stessa domanda. Una domanda tanto semplice nella sua formulazione, quanto immensa nella sua profondità: cos’è per te, la felicità?
Nel video di avvio al format, il giovane youtuber si rivolge così alle centinaia di ragazzi che lo seguono: «Ognuno di noi ha nella propria testa la concezione della persona che vuole diventare; io voglio avvicinarmi sempre di più alla persona che aspiro ad essere. Voglio partire per questo viaggio incredibile ed imparare ad essere felice». Giuseppe parla ai follower con il tono naturale e spontaneo che contraddistingue tutti coloro che sono nati con l’arte di saper intrattenere e di saper farsi ascoltare. Ed è capace di fare ciò senza atteggiarsi a oracolo e senza insuperbirsi per le conoscenze acquisite, ma semplicemente raccontando e raccontandosi con passione. Le sue ambizioni, nate da quel desiderio di felicità che non lo ha mai lasciato tranquillo, piano piano diventano sogni comuni a tutti quelli che lo seguono da youtube.
A noi – più o meno social, più o meno digitali, più o meno giovani – cosa suggerisce l’esperienza di Giuseppe Bertuccio D’Angelo? Indica una mentalità, uno stare al mondo, un modo di vivere la quotidianità sempre alla ricerca di una straordinarietà: come lui stesso afferma, «alla felicità si ci può educare». Ci si può avvicinare, si può scoprire ascoltando le storie di vita altrui, che introducono alla possibilità di prospettive nuove ed inaspettate per capire di più noi stessi: per spingerci a guardare oltre i nostri piedi, a volte così esageratamente radicati. La sua narrazione sottende un valore pedagogico universale legato alle infinite fonti di gioia che la vita può offrire in tutte le sue sfumature. Allenare la mente, educarla ad aprirsi e ad ampliare le situazioni in cui immaginarsi, è la strada per approssimarsi alla felicità, per scoprire nell’esperienza degli altri ciò che può fare la differenza anche per se stessi: perfino nelle sfumature più quotidiane. Progetto happiness non è solo lo slogan di un canale Youtube, ma il viaggio di un giovane uomo che rifugge risposte definitorie e che intende la vita come un viaggio indirizzato dalla luce della propria curiosità. Questo viaggio ha il merito di proporre una ricetta semplice della felicità, perché basata su un unico ingrediente, un’unica indicazione tanto semplice quanto affatto banale: cercarla. Andare alla ricerca di coloro che la vivono e di come la vivono. Imparare ad accorgersi della presenza di persone felici, provare a capirne il perché e magari scoprire di voler partecipare della stessa esperienza. In effetti, può essere per noi davvero molto di ciò che trova spazio nel mondo.

 

 

 

 

[1] Competizione di triathlon di lunga distanza in cui si combinano tre sport: nuoto, ciclismo e corsa.