Le vite nascoste dei colori
Laura Imai Messina
Le vite nascoste dei colori
Giulio Einaudi editore, Torino 2021, pp. 315, € 13,00
Grigio cenere e rosa ciliegio. Blu ripostiglio. Color sguardo furtivo a una brocca. Tre sfumature di colore per definire le tre tappe di una storia delicata ed avvincente che ci trasporta nel cuore di una cultura, quella giapponese, così lontana da noi, eppure così evocativa e ricca di suggestioni. Una cultura che Imai Messina ama e conosce molto bene, vivendo in Giappone da ormai molti anni.
Utilizzando un linguaggio che sembra cesellato da un pennello a punta fine capace di dare risalto ai minimi dettagli ed alle più svariate sfumature come in un acquarello delicato ed impalpabile, l’autrice ci conduce lentamente alla scoperta delle storie dei due protagonisti e delle loro famiglie, sullo sfondo di una Tokyo frenetica e contradditoria, in cui convivono modernità e tradizioni millenarie, in cui una profonda spiritualità si accompagna alla concretezza del vivere quotidiano.
Mio sa cogliere tutte le sfumature di colore, anche quelle invisibili ad un occhio normale. Cresciuta nell’atelier di famiglia dove, da generazioni, si creano i Kimono nuziali, shiromuku, tra tinte, pigmenti e tessuti preziosi, scopre la bellezza dei colori, e si costruisce un linguaggio tutto suo, strano e bizzarro, per definire e interpretare tutte le minime tonalità. Crescendo, i colori diventano il suo alfabeto, la sua bacchetta magica, il suo sguardo segreto sulla realtà e anche su ciò che è celato, tanto da riuscire ad attribuire ad ogni persona il suo colore più intimo, quella sfumatura particolare e unica che la contraddistingue.
Se per Mio il colore è equilibrio, precisione, sicurezza, tanto da «sprofondare nel bianco» quando le certezze crollano e la paura del dolore o della morte si manifestano, Aoi, il protagonista maschile, è daltonico, non vede i colori di Mio, ma conosce i gesti e i silenzi della cura. Nella agenzia famigliare di pompe funebri, gestisce con perizia e sapienza quel delicato momento di passaggio che è il funerale. Abituato, sin da piccolo, ad essere in contatto con la morte, non la teme, anzi ha imparato ad accettarla come parte integrante della vita ed ha sviluppato una grande capacità di ascoltare, di entrare in empatia con il dolore e le storie delle persone, di capirne le esigenze, di accompagnare chi se ne va e alleviare la sofferenza dei «rimasti» con delicatezza e rara sensibilità. Allo stesso modo si prende cura delle sue piante, con la pazienza di chi ha appreso molto presto che ogni cosa ha il suo tempo che va rispettato e accettato.
Quando i due si incontrano, sono inesorabilmente attratti uno dall’altra, e vengono travolti da un turbinio di sentimenti ed emozioni che li disorientano. Mio, che ha sempre cercato di rifuggire l’amore considerandolo come una malattia, è turbata dal fatto che non vede in Aoi nessun colore; Aoi, giovane calmo e controllato, è ammaliato dalla sua enigmatica personalità e da quella strana sensibilità che non comprende sino in fondo, ma che si insinua in lui come una luce alla quale non riesce a sottrarsi.
Si avvicinano con lentezza e determinazione. E mentre si scoprono, mettono a nudo loro stessi e le vite dei loro famigliari, in un percorso non privo di sofferenza.
Nasce una favola incantevole in cui l’amore diventa il perno intorno al quale si snodano riflessioni profonde sulle innumerevoli sfaccettature della vita, della morte, della perdita, sull’importanza della famiglia, sull’essenza della felicità. Ma questo amore così dirompente porta con sé anche delle ombre che rischiano di farlo naufragare. Il loro incontro, infatti, non è stato casuale e quando i segreti del passato si svelano, i colori svaniscono e il mondo si tinge di grigio, perché «non appena si sa, non si è più in armonia con niente». È questo il momento della pazienza, del coraggio, dell’accettazione. «Serve perdere un po’ l’equilibrio per vedere le cose!». Da pedine del destino, Mio e Aoi si trasformano in artefici della loro vita. Nella loro diversità ricomporranno l’armonia spezzata e troveranno finalmente il loro colore, quello che li accomuna, quello in cui rifugiarsi, ritrovarsi, riconoscersi… «perché l’amore non è mai giusto, l’amore si costruisce. Proprio come sulla tela un colore».
Carla Franciosi