Impegnarsi per gli altri (Carla Facchini)

Carla Facchini
Impegnarsi per gli altri. Valori e vissuto dei volontari Auser in Lombardia
FrancoAngeli, Milano 2024
pp.166, € 24

Carla Facchini presenta e analizza i risultati di una ricerca sui volontari di Auser, Associazione per la promozione e lo sviluppo dell’autogestione dei servizi della terza età, nata nel 1989 nell’ottica di “recuperare alla vita attiva e alla vita di cittadinanza migliaia di lavoratrici e di lavoratori anziani, di pensionati e di pensionate”. Così Bruno Trentin, allora   Segretario Generale della C.G.I.L., annunciava la nascita di questa associazione che, precorrendo i tempi, si poneva come finalità quella che oggi viene definita “cittadinanza attiva”.

La ricerca, «finanziata dalla Fondazione Cariplo, ha avuto come capofila l’Istituto Besta di Milano e come partner Auser Lombardia e si è articolata secondo un disegno misto che ha visto da un lato un’indagine tramite questionario strutturato e, dall’altro, un approfondimento qualitativo, tramite focus group e interviste in profondità». Essa è iniziata nel gennaio 2020 e si è conclusa nel giugno 2021, dopo l’interruzione dovuta alla pandemia.

In generale, come sottolinea l’autrice, negli ultimi decenni il volontariato ha assunto una notevole rilevanza, sia perché risulta – in svariati ambiti – compensativo di un sistema di welfare che tende sempre più a ridurre i propri interventi, sia perché consente a quella fascia di popolazione che ha lasciato il mondo del lavoro, avendo raggiunto l’età della pensione, di mantenere un ruolo attivo nella comunità. Dal 1993 il tema è diventato oggetto di una rilevazione sistematica da parte dell’Istituto Nazionale di Statistica. Negli ultimi anni però si assiste a una progressiva diminuzione del numero di persone che offrono il proprio impegno a titolo gratuito. L’età pensionabile si è alzata e le condizioni di salute possono risentirne, il lavoro di cura, rivolto a bambini e/o grandi anziani presenti nelle famiglie, richiede un impegno costante che può togliere tempo ed energie per altro: queste alcune delle ipotesi che vengono avanzate per spiegare il decremento.

Se questo è l’orizzonte di riferimento, seppure solo accennato per macro-tematiche rispetto al quadro puntuale e preciso che traccia l’autrice, chi sono dunque i volontari di Auser, che In Lombardia rappresentano una discreta fascia della popolazione (circa 65.000 soci di cui irca il 10% svolge attività di volontariato)? L’autrice ne analizza le caratteristiche sociali in relazione alla storia lavorativa, le reti familiari e amicali, la partecipazione sociale, le condizioni di salute, i tempi e le motivazioni del volontariato.

Due, a mio avviso, gli elementi di forza del testo. Un primo elemento è costituito dal fatto che i dati sono sempre comparati con i dati nazionali, rilevati da Istat. Ciò consente di leggere le analogie e gli scarti rispetto alla situazione nazionale e quindi il testo si presta non solo ad un’analisi del volontariato Auser, ma risulta in un certo senso emblematico di una situazione più generale del volontariato.

Il secondo elemento di forza è costituito dalla capacità dell’autrice di disegnare una sorta di quadro che rappresenta un modello di volontariato laico, composto per lo più di ex lavoratori dipendenti, capaci di impegno civile, così come era nelle intenzioni di Bruno Trentin.

Restano gli interrogativi per il futuro, che riguardano gli elementi cui si faceva cenno precedentemente, ma che attengono anche, o soprattutto, al cambiamento che il lavoro sta affrontando in questi ultimi anni, un lavoro sempre più parcellizzato, che offre minori occasioni di coesione sociale. «Questo non vuol dire, ovviamente, che [i giovani] saranno meno disponibili ad essere coinvolti nelle associazioni e nello stesso volontariato, ma può comportare che il loro impegno potrà modificarsi, assumendo forme più simili a quelle attualmente proprie dei giovani, vuoi in quanto improntate a una ridotta intermediazione organizzativa da parte delle associazioni, vuoi in quanto basate su programmi e obiettivi specifici ma “a termine”, vuoi infine in quanto connotate da affiliazioni multiple, ma meno forti».

Claudia Alemani


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