Scuole Wikischool: quando l’innovazione parte dal basso

Di PAOLA NAVOTTI

Mercoledì 8 maggio, dalle 9.30 alle 17, la scuola secondaria di I grado “Rinascita – A. Livi” di Milano ospita il convegno: “Wikischool: scuole per la ricerca e l’innovazione.
Sperimentare per diffondere”. Wikischool è un progetto di sperimentazione che dal 2006 ha messo in rete tre scuole – la “Scuola Città Pestalozzi” di Firenze, la “don Milani – Colombo” di Genova e la “Rinascita Amleto Livi” di Milano – per condividere attività di innovazione didattica, di sperimentazione e di formazione professionale. In sintesi, per mettere in moto dal basso la cultura e la pratica dell’innovazione.
Nel 2005 la don Milani ha iniziato a sperimentare l’uso di una piattaforma che consentiva ai docenti di dialogare fra loro su tutte le questioni che riguardano la didattica e l’organizzazione scolastica. Successivamente il sistema si è esteso alle altre due scuole ed è diventato, così, una rete. Nel 2006 le tre scuole hanno ottenuto dal Ministero l’autorizzazione alla sperimentazione. La sperimentazione negli anni è continuata e oggi, con il nome di “Wiki-school”, esprime la proposta di un metodo per innovare: partire dall’esperienza dei protagonisti scolastici (famiglie, docenti e studenti), dalla compresenza e dalla verticalità. Avere ore in comune tra scuola dell’infanzia e primaria, o tra scuola primaria e secondaria di primo grado, facilita quel prestarsi lo sguardo che, a ben vedere, è il motore di qualsiasi azione conoscitiva e innovativa.
Questo metodo sperimentale presuppone che ogni scuola strutturi autonomamente degli ambienti di apprendimento efficaci e tecnologicamente attrezzati, in grado di valorizzare competenze o talenti. La sperimentazione in atto prevede dunque la definizione di un profilo professionale del docente del primo ciclo, in grado di lavorare in maniera competente sulla Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado, con ulteriori possibili aperture alle professionalità della Scuola dell’Infanzia. Un docente che sappia agire all’interno di una cornice di riflessività, di buone pratiche, di sviluppo di competenze; che sia disponibile a inserirsi in percorsi di formazione in itinere e ad assumere i diversi ruoli insegnante, ricercatore, formatore e tutor. Quest’ultimo, in particolare, è un ruolo chiave: la mission del tutor è quella di aiutare lo studente ad acquisire consapevolezza del proprio percorso, ad individuare punti di forza e fragilità, ad affrontare le difficoltà e a porsi nuovi obiettivi, in un percorso che tende alla progressiva conquista dell’autonomia, della consapevolezza e dell’autopromozione.
Il tutor non risolve i problemi, ma li ascolta e così aiuta a definirli e ad individuare possibili strategie per superarli. I suoi obiettivi sono sia facilitare la comunicazione tra studente, docenti, genitori; sia facilitare la relazione tra studente e scuola e tra studente e insegnante. In una parola, si tratta di favorire metacognizione e autovalutazione. I laboratori delle attività Sociali sono contesti a classi aperte, all’interno dei quali gli studenti imparano ad esercitare le regole della democrazia e della cittadinanza attiva. Hanno un valore fortemente orientativo e sono organizzati in tre aree: Comunicazione, Benessere e Ambiente, Linguaggi espressivi e cultura. In ogni laboratorio gli studenti hanno la possibilità di scoprire le proprie attitudini, sperimentare ruoli, contesti e compiti diversi che favoriscono la pratica e lo sviluppo di competenze sociali.
Le tematiche affrontate nel convegno dell’8 maggio – il rapporto tra tradizione, innovazione e transizione digitale, l’educazione alla cittadinanza, la transizione digitale e la didattica orientativa – hanno dunque la forma del racconto di un’esperienza in atto.
Come suggeriva Maria Zambrano ne “Le parole del ritorno”: «Come conoscerci se non ci conosce nessuno?». Vale a dire: qualsiasi innovazione parte da quello che c’è, dall’impegnarsi cioè a rispondere a bisogni concreti, così come dal valorizzare quella predisposizione comunitaria e democratica che contraddistingue ognuno di noi, giovane o meno giovane.