Dilili a Parigi

di Michel Ocelot

Dilili a Parigi

Distribuzione: BiM

Distribuzione Francia 2018, durata 95m.

di Cristiana La Capria

A chi?

A tutti e tutte. Soprattutto a chi vuole veicolare l’attenzione delle nuove gene- razioni – tramite una fiaba molto originale – sulla potenza del sapere e l’urgenza della parità di genere.

Perché?

Per godere la bellezza di un’epoca, di una città, di una corrente artistica e letteraria e soprattutto per dare la parola a un film a colori molto speciale, che par- la di giustizia e di liberazione.

La storia

Siamo a Parigi, alla fine dell’Ottocento, si respira l’aria magnifica della Belle Époque. Una bambina canaca, Dilili, si intrufola su di una nave che attraversa il Pacifico e arriva fino a Parigi dove un’insegnante generosa la ospita nella sua maestosa residenza. La bambina vuole esplorare la città e il suo nuovo amico Orel, un giovane facchino, in sella a un veicolo a tre ruote, le presenta i luoghi, le strade e le persone che hanno segnato la storia. Ma il tour non è solo ispirato al piacere, bisogna anche vedersela con il dolore: assistere al sequestro e allo sfruttamento di donne e bambine per mano di una banda di maschilisti balordi, i Maschi Maestri.

I temi

e la sua indole per fare un’immersione profonda tra i bagliori e i tremori del- la capitale francese. Avvertiamo il toc- co dell’arte attraverso le pennellate di Renoir e di Monet e tastiamo il ruvido dello sfruttamento femminile trami- te la storia delle bambine obbligate a stare quattro zampe, ridotte a sgabello schiacciato dal pesante fondoschiena dei maschi. La Parigi di Dilili è un panorama dedicato all’amore per la cultura che offre il braccio alla ribellione contro la prepotenza di genere.

Lo stile

Questa fiaba dà vita alla narrazione usando un disegno animato delicato, ri- empito da un coro di colori sgargianti e densi, che sembrano cantare su di uno sfondo fatto di scatti fotografici che rimandano alla città nella sua nudità, troppo unica per essere riprodotta con la sola matita. Una magia incantevole che fa luce su segmenti di realtà opachi e lucidi. E alla fine viene voglia di cantare.

Sono incastonati nel film almeno un paio di nuclei tematici attualissimi, di impegno civile: il potenziale vivificante degli intrecci culturali e quello mortifero della discriminazione di genere. La protagonista è una bambina dalla pelle ambrata, con un piglio ribelle e un’a- nima curiosa che ci presta i suoi occhi