L’educazione sociale

Sergio Tramma

L’educazione sociale

Laterza, Roma Bari 2019,

pp. 192, € 20

Simone Romeo

Tra educazione e società vi è un nesso tanto complesso quanto inscindibile.

Non si tratta soltanto del contesto sociale in cui è inserita l’educazione for- male e intenzionale ma, soprattutto, di quell’educazione sociale (informale, permanente e diffusa) che si genera dalla molteplicità delle situazioni che i soggetti individuali e collettivi generano e attraversano a prescindere dagli esiti di apprendimento auspicati e attesi. Il testo di Sergio Tramma, pubblicato in una collana di manuali, è in realtà un manuale atipico, in quanto all’applicabilità immediata dei contenuti oppone la ricerca relativa a come, dove e perché quei contenuti si producono e si sono prodotti, a come si diffondono e interagiscono tra loro e con quali soggetti si trovano in una relazione dialettica di reciproca modificazione.

Il volume si apre con un capitolo intitolato paradigmaticamente “l’educazione è dappertutto”, in cui l’autore fa alcune precisazioni di ordine teorico e metodologico rispetto all’educazione sociale. Privilegiando una sua definizione ampia – informata dal ritenere l’educazione come qualsiasi processo che produce apprendimento, e non restringendola alla tradizionale triade delimitata dalla famiglia, dalla scuola e dalla “comunità” territoriale d’appartenenza – essa può essere rintracciata dove è visibile e dove non lo è, considerando come elementi fondamentali storicamente con- notati il luogo e il tempo in cui essa avviene. L’educazione sociale, dunque, ha i suoi sguardi, utili per coloro che professionalmente e nel percorso di studi ne vogliono svolgere un’analisi pedagogica, e le sue fonti: storiche e narrative, cinematografiche e giornalistiche, oltre, ovviamente, alla storia della pedagogia e dell’educazione. Queste forme di racconto, al pari della stessa educazione, permettono di tenere viva quella tensione tra universale e particolare necessaria alla comprensione concreta e complessa dei fenomeni educativi.

Il testo prosegue analizzando la “grande trasformazione” vissuta dal dopo- guerra alla società dei consumi. Un periodo relativamente breve, ma nel quale, tuttavia, si producono enormi cambiamenti dal punto di vista socia- le, culturale, politico ed economico che portano con sé delle trasformazioni essenzialmente moderne per un Paese,

l’Italia, che si trovava a vivere il tanto “miracoloso”, quanto incompiuto, processo di industrializzazione. Dal culmine di quei decenni “gloriosi” si innesca quella che l’autore definisce come “la seconda grande trasforma- zione (o quasi)”, dove cambiano gli stili di consumo, gli abiti e le apparenze, ed emerge prepotente quel cosiddetto “ceto medio” tanto eterogeneo quanto mutevole. Si tratta di un periodo nel quale si modificano gli assetti educativi tra le generazioni, e si trasformano così la famiglia, che implode e esplode nelle contraddizioni che la attraversa- no, il rapporto con il passato (e con la sua nostalgia), e il sapere autorevole e diffuso incarnato dalla crisi della categoria degli intellettuali.

Queste grandi trasformazioni vengono poi declinate e affrontate rispetto a una serie di capisaldi della pedagogia e dell’educazione sociale: dalle forme che assume il territorio e dalle possibilità che genera in quanto precipitato delle contraddizioni moderne e post- moderne, alle organizzazioni mafiose e malavitose che in esso proliferano, producendo forme di educazione all’il- legalità e alla criminalità. Ma anche dal nesso inscindibile tra educazione e politica che, per alcuni aspetti, ri- specchia la transizione dai vecchi ai nuovi media discussa nel libro. Non mancano, infine, delle considerazioni su quella che viene definita come “la profonda superficialità delle buone maniere”, quella dei galatei e dei loro progetti formativi, sino alle rotture contemporanee e ai processi, dichiarati o effettivi, di involgarimento dei tempi attuali. Ovvero di quel presente le cui frontiere, tra lavoro, web e robot, sono sempre oggetto di ogni idea di educa- zione, come processo di cambiamento auspicato, e delle sue parole.