FARE IL PRESEPIO… DA 18 SECOLI
Di PAOLA NAVOTTI
La parola presepio deriva dal latino praesaepe, ad indicare una greppia, una mangiatoia. Letteralmente significa recinto chiuso: prae, davanti; e saepire, circondare con siepi (da saepes). Le prime immagini di Cristo Bambino sono di poco posteriori al 200 e si trovano a Roma nelle catacombe: una mostra la Madonna in trono con in braccio Gesù Bambino, l’altra è un’adorazione dei Re Magi, iconografia tipica del presepio. In numerosi sarcofagi, inoltre, Gesù è ritratto fasciato ed adagiato in una mangiatoia tra i musi protesi di un asino ed un bue.
Nel 1223, di ritorno dalla Terra Santa, Francesco d’Assisi inventa la drammatizzazione del presepe per «vedere con gli occhi del corpo» il grande avvenimento della nascita di Gesù. La notte di Natale di quell’anno, in una piccola grotta vicino a Greccio, la gente dei villaggi limitrofi assistette commossa alla Sacra Rappresentazione del presepio vivente.Da allora il presepe è diventato un fenomeno culturale presente a tutte le latitudini, capace di rivolgersi a persone di ogni età e condizione attraverso il linguaggio dell’arte e della semplicità.
Il più antico presepio a statue mobili giunto sino a noi è di Arnolfo di Cambio, scolpito nel 1289 per la basilica romana di S. Maria Maggiore, nota anche come S. Maria ad Praesepem. Questa basilica sarebbe stato un luogo fondamentale per la diffusione dell’usanza del presepio. Si narra infatti che nella notte di Natale del 1517, S. Gaetano da Thiene – mentre celebrava la S. Messa davanti al presepio di Arnolfo di Cambio – ebbe una visione: in braccio alla Vergine, Gesù Bambino sorreggeva un piccolo presepio casalingo e chiedeva a Gaetano di divulgarne l’uso tra il popolo. Il Santo volentieri obbedì, cominciando proprio da Napoli, dove esercitava l’apostolato sacerdotale.