Prova a chiedere a ChatGPT

Di ORNELLA SANNAZZARO
(Tirocinante Media Education, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano)

e ANDREA MAGGIONI
(Educatore e Formatore Stripes Digitus Lab)

 

Di cosa parliamo?
Di una applicazione web gratuita, un prototipo di chatbot basato su intelligenza artificiale e machine learning sviluppato da OpenAI. Famoso per la sua potenza e per la sua facilità d’uso, consente di sperimentare le sue innumerevoli funzioni anche in italiano, prima fra tutte la conversazione con un utente umano. ChatGPT (acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer) si colloca di diritto nell’universo delle cosiddette AI amichevoli e conversazionali (friendly Ai o Fai), attenendosi all’utilizzo di un registro comunicativo semplice ed informale.

 

Applicazioni principali
Le molte funzioni di ChatGpt spaziano dalla traduzione di testi difficili in concetti semplici, alla creazione di riassunti e piccoli testi, spingendosi altresì alla creazione di tabelle da testi lunghi ed alla scrittura di saggi su qualsiasi argomento, arrivando alla revisione grammaticale e sintattica di brevi estratti, nonché alla traduzione da altre lingue. Spicca tra i tanti utilizzi auspicati il classico gioco di domande e risposte (anche basate su conoscenze esistenti), domande alle quali ChatGpt mostra di rispondere con un lessico chiaro e di semplice comprensione, proponendo brevi frame sintattici talvolta ripetitivi ma pregnanti. Interagendo con questa AI, si ha l’impressione di conversare con un tuttologo, una entità con competenze dei più vari campi del sapere umano, ad esempio la didattica, la divulgazione scientifica o il marketing…

 

Limiti
Con i suoi 175 miliardi di parametri e l’indubbia capacità di attingere da una fonte inesauribile di conoscenza fatta di articoli, siti e pubblicazioni, è difficile trovare un limite a questo chatbot, se non la fantasia dell’utente. Anche se, a differenza di altre AI, ChatGPT non ha un accesso diretto alla rete, ma si basa su un database che viene regolarmente aggiornato, il che rende impossibile il suo utilizzo con dati in tempo reale. Non solo: dato che è dotato di apprendimento automatico, con un maggiore utilizzo aumenterà anche la precisione nelle risposte restituite al suo user, rendendo la percezione di conversazione ancora più naturale, quasi “umana”. Più correttamente si può però parlare di rischi e, nella fattispecie, si può far riferimento al concreto rischio di disinformazione nel quale l’utente medio può cadere utilizzando ChatGpt senza senso critico, incappando in narrazioni non veritiere e fake news indistinguibili dalla realtà. In quest’ottica si stanno muovendo molti ricercatori mettendo alla prova l’AI in tale campo minato; si segnala tuttavia – da parte della software house che l’ha prodotta – un continuo sforzo per ridurre al minimo tale rischio inserendo continui e migliorati strumenti di controllo degli output generati da ChatGpt. È corretto dire che, tralasciando ogni tipo di valutazione morale positiva o negativa, questa AI non è uno strumento del tutto “puro” o “libero”, ma è stato impostato in modo da avere delle linee guida da rispettare, soprattutto riguardo a temi molto sensibili quali razzismo e sessualità. Questi blocchi però sono già stati bypassati da alcuni programmatori che ne hanno diffuso una versione – ovviamente non autorizzata – più “libera”.

 

…e in educazione?
Ebbene sì, ChatGpt potrebbe sembrare il compagno di scuola che ogni studente di qualsiasi scuola di ciascun ordine e grado vorrebbe! L’alleato che ci aiuta nella versione di latino, il compagno secchione che scrive tesine o saggi al posto nostro ingannando il prof., suggerendoci magari come comporre un testo poetico, o una critica ragionata su qualche argomento. Potrebbe sì, ma a quale costo? La moneta di scambio che con leggerezza offriamo, in cambio di tali servigi, è la qualità. ChatGpt è un generatore di contenuti, ma in quanto tale rielabora in modo meccanico quanto è capace di intercettare in rete senza poter apportarne alcuna rielaborazione critica, operazione ad appannaggio esclusivo dell’uomo, essere cosciente. Bisogna anche ammettere che in futuro anche la qualità degli scritti non potrà che migliorare, raggiungendo livelli pressochè indistinguibili dagli elaborati umani. Ovviamente tutto ciò sta già aprendo, e lo farà sempre di più in futuro, dibattiti di carattere etico e morale.

 

Dunque…
ChatGpt e tutte le A.I. nel loro complesso sono strumenti eccezionali al servizio dell’uomo ma, al netto di ciò, bisogna saper osservare e comprendere la complessità del mondo che abitiamo: se usata con pensiero critico e coscienza, l’AI unita alla creatività umana può fare cose meravigliose; ma se utilizzata in maniera scorretta, o con scopi non benevoli, può solamente generare grandi difficoltà. Non a caso di recente diverse personalità importanti del cosiddetto “mondo Tech” hanno proposto di sospendere per almeno sei mesi lo sviluppo delle AI (non solo Chat Gpt), per poter identificare le linee guida per uno sviluppo che sia etico e controllato.