La città… può diventare una casa a cielo aperto?

Di PAOLA NAVOTTI

È online il numero della rivista Pedagogika.it, dedicato al tema della rigenerazione urbana come fondamentale strumento per riqualificare il territorio e, così, contribuire a combattere diverse forme di degrado e di violenza. Obiettivo drammaticamente confermato dai fatti di cronaca degli ultimi mesi. La rigenerazione urbana implica una progettualità che non riguarda solo urbanisti e architetti, ma molti altri interlocutori: istituzioni pubbliche e civili, enti locali, realtà del terzo settore, mondo della scuola, soprintendenze. In che modo si può interagire per un simile obiettivo? Come realizzare una pedagogia dei luoghi? A tali domande, rispondono in questo numero molte firme prestigiose. Innanzitutto Antonella Ranaldi – Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio a Firenze, a Milano dal 2015 al 2022 – per la quale obiettivo essenziale «è assicurare e promuovere la conoscenza e il godimento collettivo di quei beni tutelati che nel loro insieme costituiscono il patrimonio culturale della nazione». Raffaello Vignali – Presidente del Conservatorio di Milano – racconta il progetto che sta facendo rinascere come bosco della musica quello che era tristemente noto come boschetto della droga, sottolineando la necessità che tutte le istituzioni tornino «ad essere quello che erano all’origine, ovvero movimento di risposta ai bisogni di una comunità». Giordana Ferri, direttrice esecutiva di Fondazione Housing Sociale, mette a fuoco la relazione indissolubile tra città e casa: «più una città diviene attrattiva e vivace, più si riduce l’accessibilità alla residenza delle fasce di popolazione con redditi medio bassi». Attilio Stocchi, architetto curatore del PAN – parco pubblico che sta nascendo sulle vestigia dell’antico colosseo romano di Milano – è convinto che «custodire la tradizione non è il culto della cenere, ma è tener viva la brace». Tener viva la brace è l’immagine più efficace che descrive quanto dal 2006 sta accadendo a Napoli nel Rione Sanità, dove la Cooperativa Sociale La Paranza ha messo in moto un movimento di rinascita che, da una comunità di giovani, si è esteso all’intero quartiere, riuscendo addirittura ad aprire al pubblico importanti siti di interesse storico. Come sottolinea Maria Piacente, Direttrice della Rivista Pedagogika.it: «E’ necessario pensare ai cittadini come singoli soggetti che hanno bisogno di luoghi educativi dove “imparare a vivere”».
Che la nostra città abbia più luoghi educativi, che “parlino” di ideali condivisi, sarebbe in effetti una gran cosa.