Sì, abbiamo ancora bisogno dei doni…

Di PAOLA NAVOTTI

L’approssimarsi delle festività natalizie ci suggerisce di interrogarci, tra le altre cose, anche sull’usanza dello scambio dei doni. Perché desideriamo pensare a dei regali per i nostri cari e perché, nello stesso tempo, siamo contenti di riceverne? Perché, nonostante le crescenti difficoltà economiche, facciamo di tutto perché tale consuetudine non scompaia? Cosa rappresenta un regalo, tanto più se impacchettato… tanto più cioè se si tratta di una sorpresa? Queste domande ce le poniamo spesso nella redazione di Pedagogika.it, non tanto per delineare l’analisi psicologica o sociologica di un’usanza consolidata; quanto piuttosto per descrivere l’origine delle continue sorprese che contraddistinguono il lavoro educativo e alle quali si dedica la nostra penna. La risposta alla quale siamo giunti è che un regalo, un dono, è innanzitutto un segno: qualcosa che indica altro da sé, che rimanda a qualcos’altro. Come quando si è in gita e, ad un certo punto, si nota nel panorama qualcosa di così bello da volerlo far vedere anche a chi sta insieme a noi: si punta il dito verso quel qualcosa e la persona che è vicino a noi viene richiamata a guadare non il nostro dito, ma ciò che il dito indica. Ecco, un regalo è come un dito che indica qualcosa da guardare. Ma cosa precisamente indica un regalo? Indica un bene grande, più grande del regalo stesso. 27 anni fa i coniugi Salvatore Guida e Maria Piacente sentirono l’esigenza di fare un regalo speciale a tutti coloro con i quali condividevano il lavoro nella Cooperativa Sociale Stripes, da loro stessi fondata un decennio prima. Il regalo speciale pensato dai coniugi Guida fu una rivista dedicata a tutti i soggetti impegnati in ambito educativo e finalizzata ad indicare il bene infinito del lavoro pedagogico: la statura umana di ognuno di noi che cresce, che diventa grande. Con 27 anni di storia, Pedagogika.it è la più longeva rivista italiana di pedagogia, con 108 numeri pubblicati e oltre 2.000 articoli (catalogati tematicamente su www.pedagogia.it e oggi ascoltabili anche in podcast). Si tratta di un vero e proprio patrimonio che, come suggerisce l’etimologia, è un paterno (patris) dono (munus). Un dono di cui ancora oggi noi beneficiamo, come un seme che attecchisce in una terra adeguatamente dissodata e vangata. Questo dono da custodire si chiama educazione e, più in generale, lo chiamiamo cultura. Nel tempo travagliato che il mondo sta attraversando, curare questo dono da soli è difficile. Se ci si mette insieme, invece, può diventare un’avventura: un viaggio appassionante alla scoperta di chi è affidato alle nostre cure, come anche di noi stessi. Regalarsi o regalare l’abbonamento a Pedagogika.it può essere una tappa di questo viaggio.