Un viaggio del Sé (spunti di Psicologia)
Di REBECCA CONTI
Qualche tempo fa ho avuto la preziosa possibilità di partecipare all’intervento di una ricercatrice e pedagogista, che ha fatto della sua passione, viaggiare, il suo oggetto di ricerca ed il suo lavoro.
La pedagogia del viaggio, è quella branca degli studi pedagogici che si occupa di approfondire la natura formativa del viaggio in quanto esperienza di apprendimento e di studiare le sue implicazioni per lo sviluppo del soggetto. Questa disciplina, si basa sul presupposto che l’esperienza diretta rappresenti una fondamentale fonte d’istruzione per il soggetto e sulla convinzione delle enormi potenzialità di una forma di insegnamento “alternativa” (che vada oltre al classico setting scolastico).
In quest’ottica, il viaggio rappresenta un’occasione per imparare attraverso l’osservazione di luoghi e paesaggi, l’interazione con la comunità locale e con i compagni di viaggio e tramite l’immersione in nuove culture, usanze, prospettive.
Sono molti gli esempi che hanno un effetto diretto sul nostro curriculum “accademico”: dalle gite scolastiche, agli scambi culturali all’estero fino alle esperienze di volontariato. Ma tutti i viaggi, siano essi una vacanza rilassante alle Maldive o un lungo percorso di hiking sulle Alpi, possono donarci qualcosa di irripetibile e unico.
Il concetto stesso di viaggio implica un lungo processo di pianificazione e di attuazione, che inizia nel momento in cui nasce il desiderio di viaggiare. Il desiderio può emergere da tanti spunti della nostra vita quotidiana, ma può avere anche radici più personali e profonde. Decidere di partire può essere l’inizio di un grande cambiamento interiore, può rappresentare l’inizio dell’età adulta, un punto di svolta e rottura nella storia personale, può voler dire scappare da qualcosa, o raggiungere un anelato oggetto d’amore (sia questo un luogo o una persona).
Il processo di viaggio non si conclude mai con il ritorno a casa, ma continua anche dopo, ogni volta che si pensa alle esperienze fatte, che si riguardando le foto, che si cerca di elaborare quanto vissuto e di integrarlo con la nostra storia personale.
L’esperienza del viaggio, presente da sempre nella storia dell’umanità, richiama la nostra intima propensione allo spostamento e al senso di “avventura”, ci guida verso la scoperta e l’incontro con il diverso e ci fa mettere in discussione le nostre certezze.
Quante volte, d’altronde, ci capita di rimanere affascinati da foto e video online di paesaggi meravigliosi e di città mozzafiato dei così detti “travel blogger”?
Viaggiare, che si voglia o no, porta a profonde trasformazioni di noi stessi che ci permettono di conoscere lati o versioni di noi a cui non avevamo mai neppure pensato.
L’apertura mentale e la consapevolezza che queste esperienze regalano, hanno portato la pedagogia a valorizzare i momenti di partenza, adattamento, arrivo e ritorno come esperienze di vita altamente formative e trasformative.
L’esplorazione del mondo tramite il viaggio possiede un’enorme potenzialità per le sue declinazioni in metodologie educative innovative. Offrire ai bambini e ai ragazzi l’opportunità di apprendere e crescere attraverso l’esperienza significa andare verso la formazione di cittadini globali consapevoli, aperti all’incontro con il diverso e con le sfide del nostro domani.