La scuola, in fondo, non va in vacanza…

Di PAOLA NAVOTTI

Siamo oltre metà maggio e tra meno di un mese finiranno le scuole. Come ogni anno, alunni, genitori e insegnanti vivono questo periodo facendo il countdown… Negli studenti più piccoli, la stanchezza si mitiga con l’immaginazione dei divertimenti estivi alle porte. Negli studenti più grandi, invece, alla stanchezza si aggiunge una certa preoccupazione per l’esito delle pagelle: per quel giudizio inevitabile che sancisce il raggiungimento o meno degli obiettivi didattici e, di conseguenza, che condiziona i programmi estivi. E nei genitori? In tutti loro, non solo in quelli che lavorano, la stanchezza va di pari passo con una preoccupazione: cosa far fare ai propri figli prima di partire per le vacanze? Cosa proporre loro, in modo tale che il tempo sia impegnato bene e non appena “piazzato”? In effetti, la scuola ha una durata annuale di nove mesi, da settembre a giugno, ma l’educazione una durata non ce l’ha. Vale a dire cioè che il desiderio di educare coloro che amiamo – di introdurli al vero, al bello, al buono, al giusto – una pausa non se la prende. Ma come è possibile dar seguito a questo desiderio, soprattutto se si lavora? Prima di qualsiasi competenza, l’educazione ha bisogno di un tempo adeguato al destinatario delle nostre cure, senza del quale nessuna trasmissione, nessuna comunicazione può accadere. Ma appunto: dove si trova questo tempo, ancora prima di capire con quale proposta renderlo interessante? Per fortuna, non siamo soli. Per fortuna, c’è qualcuno che ha deciso di fare di tale tempo addirittura il contenuto del proprio lavoro. La cooperativa Stripes è un esempio di questo: da ormai 35 anni, sia nel settore pubblico che in quello privato, eroga servizi socio educativi, pedagogici ed assistenziali che vanno dalla gestione di centri psicopedagogici, tra cui diversi asili nido; all’organizzazione di centri estivi e di numerose esperienze laboratoriali, tra cui il Digitus Lab (dedicato alle attività di ricerca e sperimentazione sulla robotica educativa, il coding e le tecnologie digitali); all’assistenza educativa domiciliare; addirittura alla progettazione di viaggi specificatamente dedicati ai bambini e ai ragazzi. Fino alla realizzazione di un trimestrale, Pedagogika, che da 28 anni approfondisce tutti gli aspetti legati alla pedagogia, continuando energicamente ad esemplificarne la centralità esistenziale e civile. La cooperativa Stripes – acronimo di Studio, Ricerca, Intervento, Pedagogia Extra Scolastica – in una parola non va mai in vacanza… Non per una elitaria predisposizione allo stacanovismo, ma per quella precisa esperienza descritta splendidamente da Honorè Balzac ne Il padre Goriot: «I padri devono sempre dare, per essere felici».