Aspettando CultureLink… 3. A CHI SERVE LA POESIA?
La poesia mette a tema il cuore: quella speciale bussola che, chissà come, ci orienta e ci permette di attraversare la soglia della nostra esperienza. La poesia sa esprimere le emozioni del nostro “sottosuolo” e così a descrivere di noi anche ciò che non si vede. Come uno speciale cannocchiale con cui veder meglio sé e la realtà, la poesia riesce a guardare verso l’infinito e a descriverlo. Riesce a farci approdare nel profondo della nostra personalità e in questo profondo a farci tornare continuamente, anche se il tornarci ripropone sempre una drammaticità: non perché la nostra vita abbia solo fatti drammatici, ma perché è piena di punti misteriosi che non sappiamo spiegare, che non controlliamo e che ci riempiono di domande. Le domande destabilizzano, non sono mai pacificanti, sono esigenti… Nessuno, infatti, desidera un frammento di bellezza, o di bontà, di verità, o di giustizia: tutti desideriamo l’infinitamente bello, buono, vero e giusto. Questa infinità purtroppo non c’è sulla nostra terra. Ci sono solo dei segni e, per questo, pensare all’infinito evoca sempre un sentimento di nostalgia, di mancanza di qualcosa che non è sempre con noi. Da qui l’alternativa: o censurare questa nostalgia, ignorando le emozioni che l’hanno generata; oppure starci di fronte, allenando quelle stesse emozioni che ci scombussolano. Facendo questa speciale ginnastica, si capisce di più della realtà in cui si vive e soprattutto si cresce, anche se si è già adulti.
La poesia dunque serve a tutti e, per questo, è pedagogica: insegna a capire il mondo dentro, per imparare a star meglio nel mondo fuori di noi. Dar voce a chi dà testimonianza di ciò è un fattore generativo di una cultura assai lontana da certo intellettualismo, ma sempre più utile alla vita reale. A tali voci CultureLink (nuovo festival di educazione, formazione, cultura e innovazione sociale, organizzato dalla cooperativa sociale Stripes per i suoi primi 35 anni di attività) dedica un incontro da non perdere: VENERDI’ 4 OTTOBRE, sotto il titolo di “LA GINNASTICA DELLE EMOZIONI. A CHI SERVE LA POESIA?”, MARIA PIACENTE (Direttrice della rivista Pedagogika) modererà MARCO PELLICCIOLI (Scrittore e poeta. Per il Teatro Fontana di Milano, cura la rassegna “La poesia e la fontana” e il “Corso di poesia italiana dal Novecento a oggi”) e GABRIELA FANTATO (Presidente dell’Associazione Culturale “Casa della Poesia al Trotter” di Milano). Pelliccioli e Fantato sono due firme importanti nell’attuale panorama poetico italiano e la loro esperienza fa capire molto: cosa significhi che la poesia è ginnastica delle emozioni; come si faccia a non aver paura di sentire quel vuoto allo stomaco che si prova di fronte a un’intuizione, a un presentimento, a un’emozione bella o brutta che sia; come sia possibile scoprirsi poeti; come, infine, sia utile – anche socialmente – mettere a tema le sfaccettature di quel cuore che tutti abbiamo in comune.
Ne Le parole del ritorno, la filosofa spagnola Maria Zambrano aveva capito molto bene di cosa abbiamo più bisogno: «C’è bisogno di una coscienza che raccolga il personaggio che vaga errabondo per la città oppresso sotto il peso della propria vita indefinita, non vista da alcuno (…). Ci vediamo nell’altro, e solo quando qualcuno raccoglie la nostra storia, la storia delle nostre pene, della nostra contentezza e del nostro fallimento, solo allora ci conosciamo. Come conoscerci se non ci conosce nessuno?».
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