Aspettando CultureLink… 10. PIU’ ANZIANI, PIU’ WELFARE?

Di PAOLA NAVOTTI

Nel 2023 l’Italia risultava come il primo paese in Europa e il secondo nel mondo dopo il Giappone per numero di anziani. Si tratta di una situazione che continua ad interrogare gli interlocutori coinvolti non solo per la necessità di sviluppare un welfare sempre più adeguato all’attuale contesto, ma anche per il desiderio di valorizzare appieno le risorse educative che la popolazione anziana offre nelle rispettive comunità. Valorizzare l’esperienza e la partecipazione degli anziani, migliorando al contempo i servizi e le opportunità a loro disposizione, è oggetto di una discussione che necessita di numerosi esperti, tra operatori del settore e rappresentanti delle comunità locali.
A tale scambio di idee CultureLink (nuovo festival di educazione, formazione, cultura e innovazione sociale, organizzato dalla cooperativa sociale Stripes per i suoi primi 35 anni di attività) dedica un incontro SABATO 5 OTTOBRE dal titolo: “ANZIANI: RISORSE EDUCATIVE DI COMUNITÀ”. PATRIZIA CONFORTO (Responsabile Area Community 65+ Stripes Coop) modererà gli interventi di MARISA MUSAIO (Professore associato di Pedagogia Generale e Sociale Unicatt); CHIARA ZAPPA (Community Manager Stripes) e FEDERICO GAUDIMUNDO (Direttore Consorzio CoopeRho).
Essendosi occupata da sempre di educazione e di servizi socioeducativi, Stripes non si è tirata indietro rispetto alle sfide poste dal lento ricambio di generazioni che stiamo vivendo e così, proprio alle soglie del proprio 35° compleanno, ha inaugurato una nuova area dedicata agli over 65. Tale area sta mettendo a punto progetti dedicati agli anziani e ai loro caregiver in un’ottica educativa di welfare e, in effetti, gli spunti non mancano. Come potenziare le risorse educative che le persone anziane portano con la propria esperienza? Come incentivare in loro e negli interlocutori giovani la consapevolezza di un insostituibile compito educativo? Da molti anni ormai, le nostre ricerche di informazioni sono quasi tutte online: non solo digitando domande sulla tastiera, ma anche formulandole a voce ad assistenti vocali. Si tratta di un flusso inarrestabile e che evidentemente ha portato molti vantaggi nei processi di conoscenza, ma quanto ciò penalizza il bisogno di “confronto umano”? Come si stanno trasformando le relazioni umane e, in particolare, quelle tra diverse generazioni?
Qualsiasi educazione e qualsiasi processo di conoscenza non può in effetti prescindere dalla trasmissione di un’ipotesi di vita, che – inevitabilmente – chi ha più esperienza riesce a documentare meglio e più persuasivamente. Oggi in molti si sottraggono a questo compito, anche perché “testimoniare” non è comodo: basti pensare a quanto risulti preferibile lasciare i giovani davanti ad una TV o ad uno smartphone, piuttosto che stimolarli ad un confronto personale, ad una seria verifica su ciò che a loro capita nella vita. Le persone anziane, come coloro che portano il bagaglio di una lunga esperienza, hanno il privilegio di educare, di trasmettere ciò che hanno esistenzialmente imparato, senza mettersi in cattedra, ma condividendo con affetto la vita di chi è giovane e che ha sempre molte domande da porre. Andare a lezione dalle persone anziane facendosi raccontare la loro esperienza è ciò che nessuna tecnologia potrà mai sostituire, o replicare. Provare per credere.

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