W il futuro… degli Istituti Tecnici Superiori
Di IGOR GUIDA
Con un ritmo sempre più veloce, in Italia e nel mondo, la robotica si sta sviluppando come scienza e come settore lavorativo, tanto che risultano esponenzialmente in aumento le aziende che necessitano di competenze per progettare, costruire, programmare e sviluppare dei robot.
Dunque, prima si comincia ad acquisire tali competenze, meglio è. A partire dalla scuola primaria, che sempre più dovrebbe essere contraddistinta dal metodo dell’imparare facendo; ma anche nelle scuole medie, finalizzate eminentemente all’orientamento degli studi futuri. Fino ad arrivare alle scuole superiori e, in particolare, agli Istituti Tecnici Superiori (ITS), ossia le scuole post diploma ad alta specializzazione tecnologica. Più quest’ultima è d’eccellenza, infatti, più uno studente può diventare attrattivo per le aziende e, nel contempo, anche lo sviluppo industriale ne può beneficiare. I vantaggi dell’insegnamento della robotica sono molteplici e, benché riscontrabili in tutti i livelli scolastici in cui vengono proposti, è nel percorso degli ITS che emergono in maniera emblematica.
Innanzitutto, per una più efficace preparazione al futuro lavorativo. La robotica, infatti, è un campo in rapida crescita, con ampie applicazioni industriali che vanno dal confezionamento, all’imballaggio, al controllo della qualità, ai sistemi di trasporto e movimentazione, alla personalizzazione di alcune componenti e perfino alla realizzazione di dispositivi sanitari. Per gli ITS, che si focalizzano specialmente nei settori tecnologicamente avanzati del mondo del lavoro, è dunque essenziale stare al passo con le esigenze innovative del mercato.
In secondo luogo, partendo da zero nella costruzione di un automa, la robotica è anche un allenamento formidabile alla capacità di problem solving e alle molte abilità trasversali necessarie in qualsiasi lavoro creativo: per esempio imparare a lavorare in equipe e così maturare la consapevolezza della propria personalità; o incrementare la capacità critica, che consente di discernere ciò che serve allo scopo da ciò che non serve, dunque, di progredire nella conoscenza.
Creatività, lavoro di squadra, problem solving, gestione delle sfide e senso critico: tutte queste sono competenze fondamentali in qualsiasi settore lavorativo, ma a maggior ragione nei settori tecnologici a cui preparano gli ITS. Se in questi ultimi – spesso anche coinvolti in progetti aziendali di ricerca e innovazione – il piano formativo fosse integrato con l’insegnamento della robotica, non solo si incrementerebbe il contributo tecnico dato alle aziende, ma anche aumenterebbero le opportunità di stage e lavori post diploma.
Da ultimo, non in ordine di importanza, la robotica educativa può essere un potente strumento di inclusività: incentrata su attività pratiche, la robotica permette infatti di vedere immediatamente i risultati di un lavoro e, così, renderlo più interessante e accessibile sia per gli studenti con diversi stili e ritmi di apprendimento, sia per coloro che sono più inclini ad uno studio empirico e che, molto spesso scelgono il percorso degli ITS.
In un momento come quello attuale, in cui il progresso tecnologico incide sulle nostre vite in modo sempre più preponderante, sarebbe utopistico per il sistema scolastico far finta di nulla. Qualcosa si sta già facendo, ma per lo più a livello di corsi extrascolastici, che hanno lo svantaggio da una parte di non essere particolarmente continuativi, ma soprattutto di non poter essere accessibili a tutti. La robotica, anche se la si teme, farà sempre più parte del nostro futuro e il futuro non lo si può guardare dallo specchietto retrovisore. Non si può cioè minimizzarne la prospettiva, cercando a tutti i costi di confinarla nel perimetro delle nostre idee, o di una certa educazione un po’ d’antan.
In Filosofia dell’aritmetica, Husserl scriveva che «Una scoperta è un misto di istinto e metodo». Si tratta di una descrizione che ben si addice anche alla robotica educativa: un misto di allenamento all’intuizione e a procedimenti rigorosi ma insieme creativi. Un misto di osservazioni e ragionamenti, di analisi e sintesi, di matematica e arte, di esperienza e visionarietà.