Quanta vita (editoriale)

Di Maria Piacente                                                        

Tutti i compleanni sono da festeggiare perché la vita è sempre un dono. In alcuni più di altri però si fa memoria delle proprie origini e sul perché siamo come siamo. Nel 2024 la cooperativa sociale Stripes ha compiuto 35 anni. Per festeggiare avrebbe potuto organizzare una grande cena, o uno speciale evento celebrativo, ma non sarebbe stato il suo stile. Stripes ha sempre preferito gli abiti da lavoro, piuttosto che gli smoking. Così, ha pensato di organizzare CultureLink: un festival di educazione, formazione, cultura e innovazione sociale che è durato tre giorni e a cui è interamente dedicato questo numero di Pedagogika. A CultureLink sono intervenute 80 persone, tra relatori e moderatori, e decine di collaboratori si sono dedicati alla sua realizzazione.

35 anni è l’età mediamente più feconda nel ciclo di qualsiasi vita: ci si sente al massimo della generatività e di una certa baldanza, ma nello stesso tempo c’è la consapevolezza di non essere più giovanissimi. Così in effetti si sente la trentacinquenne Stripes e anche coloro che, come me, ne hanno visto la nascita fin dalla sala parto… nel marzo 1989. Si tratta di un parto che ha avuto una gravidanza durata ben tre anni… Il seme risale al 1986, quando è iniziata la storia d’amicizia tra i coniugi Guida e Taddei. I Guida siamo mio marito Salvatore – all’epoca dirigente del settore educazione, cultura, sport e tempo libero del comune di Garbagnate – ed io, allora assistente sociale e terapista familiare. I Taddei sono Marco – all’epoca insegnante – e sua moglie Maria Paola, pedagogista. Questa amicizia si coltiva in numerose cene, nelle quali i Taddei ripetutamente  magnificano i paesaggi  del Casentino (quell’alta valle dell’Arno che ospita sui propri crinali Camaldoli, La Verna e Vallombrosa), dove si trovava (si trova tuttora e speriamo rimanga per sempre) una casa al confine della frazione di Lonnano, nel comune aretino di Pratovecchio, a 700 metri di altitudine. La casa aveva addirittura un nome – Ospitale – derivante da quello dell’antico borgo in cui si trovava, ma soprattutto misteriosamente indicativo del proprio destino. Salvatore ed io vediamo per la prima volta l’Ospitale nelle vacanze di Natale dell’86: erano giorni freddissimi, in cui ci scaldavamo soprattutto condividendo conversazioni sulla vita, sul senso della vita e su come cercare di migliorare il mondo. Sull’onda di tale entusiasmo, proponiamo ai Taddei la nascita di una società di formazione educativa e pedagogica che potesse valorizzare quella casa così grande. Come chiamare la neonata società? Al tempo era un’iniziativa abbastanza sperimentale, ma Salvatore ci stava pensando da qualche anno e, per questo, aveva già molte proposte sul nome: dopo critiche, aggiustamenti e mediazioni, ci troviamo d’accordo su STRIPES, acronimo di Studio Ricerca Intervento Pedagogie Extra Scolastiche. Era nata la cooperativa sociale che conosciamo oggi? No, era “solo” nata l’idea di una società di formazione pedagogica, fissando come propria sede un ampio locale inutilizzato al piano terra di casa Guida. Quasi tutti i week end dell’inverno e della primavera dell’87 andavamo all’Ospitale per fare i lavori di ristrutturazione di cui la casa aveva bisogno. La squadretta di operai era sempre più folta: non solo noi 4 coniugi, ma anche Dafne e Igor (figli miei e di Salvatore), con i rispettivi fidanzati, amici e amici degli amici. Durante la settimana poi passavamo le sere nel sopracitato locale di casa Guida, dove tagliavamo e levigavamo le assi di legno che poi nel week end portavamo a Lonnano per assemblare tanti letti a castello. L’Ospitale era diventato per noi come una seconda casa e le sue varie stanze, man mano che venivano sistemate e ammobiliate, prendevano un nome: c’era la stanza del camino; la stanza della Goldshmied (perché ci aveva dormito la nota psicopedagogista Elinor Goldshmied); la stanza del noce e quella del ciliegio (perché quegli alberi si vedevano dalle rispettive finestre). Nella primavera dell’87 un comune dell’hinterland milanese rispose positivamente alla nostra offerta di soggiorno estivo per un gruppo di ragazzine e ragazzini e così a luglio arrivò all’Ospitale il primo gruppo per un soggiorno di due settimane. Il programma prevedeva escursioni nel bosco; lunghe passeggiate; visite artistiche; anche giornate interamente passate a contatto con gli animali, in particolare nell’azienda agricola di un locale allevatore di cavalli. Quest’ultima iniziativa ebbe un successo tale, sia tra i ragazzi sia tra noi adulti, che decidemmo di acquistare da quell’allevatore cinque cavalli argentini, così che i nostri ospiti potessero anche cavalcare (l’ippoterapia, come è noto, è una magnifica attività pedagogica). Così i cavalli Juanito, Liza, Don Diego, Grigia e Cieca cominciarono a pascolare nel pezzo di terra dietro casa, diventandone la principale attrazione.

Nel settembre 1987 aprimmo al pubblico la sede di Stripes a Rho, in quel locale a piano terra di casa Guida che avevamo nel frattempo finito di ristrutturare, sempre con le nostre mani. E così cominciarono anche le prime attività di Stripes extra-Ospitale, cioè a Rho e dintorni: i primi corsi di formazione, l’organizzazione dei primi seminari, le prime consulenze. I risultati ottenuti erano così buoni che pensammo di pubblicizzare seriamente la nostra attività: per due anni, da allora, la società di formazione Stripes continuò a lavorare, a crescere e ad aumentare i propri collaboratori. Maturò presto la convinzione che, per gestire servizi educativi e pedagogici, oltre che per erogarli, Stripes sarebbe dovuta passare da società di formazione a cooperativa. Così arriviamo a marzo 1989: a pranzo in un ristorante di Pratovecchio, si festeggiò la decisione di far nascere Stripes Coop. I soci della neonata cooperativa erano 9. A elencare tutto ciò che è accaduto da allora non basterebbero cento pagine, così mi limiterò a ricordare gli anni per me più significativi.

Il 1997, quando nacque Pedagogika.it, la nostra amata rivista in cui continuano a scrivere educatori, pedagogisti, colleghi del terzo settore, esponenti di tanti enti istituzionali, socie e soci della cooperativa.

Il 2001, quando Stripes ottenne la prima certificazione ISO, quell’attestato che dimostra l’attenzione di un’azienda a rigorosi standard internazionali.

Il 2004, quando la sede di Stripes fu trasferita dal locale seminterrato di casa mia a veri e propri uffici.

Il 2008, quando iniziò la collaborazione con il neonato Centro Studi Riccardo Massa[1], finalizzato a diffondere il dibattito della pedagogia italiana contemporanea.

Il 2013, quando Stripes si aggiudicò l’affidamento in concessione dell’asilo nido aziendale del Carcere di Bollate e, nello stesso anno, si trasferì nella sede più grande di via Savio.

Il 2015, quando morì Salvatore Guida, mio compagno di vita e ispiratore di tutte le avventure che su queste pagine vengono ricordate.

Il 2018, quando – per quell’interesse all’innovazione tecnologica che ci ha sempre appassionato – è nato presso Mind Milano: Stripes Digitus Lab, centro internazionale di ricerca sulla robotica educativa e le tecnologie digitali.

Il 2022, quando la sede di Stripes è diventata una vera e propria palazzina ed è attualmente in via Ghisolfa 32.

Il 2024, quando Stripes ha festeggiato 35 anni di attività: con quasi 700 soci lavoratori (di cui il 94% composto da donne) e articolata in 8 aree che gestiscono servizi socioeducativi rivolti sia ai minori (dalla prima infanzia all’adolescenza), sia agli adulti (formazione, consulenza educativa scolastica ed extra-scolastica, mediazione familiare, convegnistica e Project Management).

Quanta vita e quante vite sono entrate nella nostra dal 1986 fino ad oggi! Quanta gratitudine per una compagnia umana e lavorativa che si è allargata a così tante persone.

Quante amicizie, quanti incontri inaspettati. A volte quanta spossatezza, ma insieme quanta solidarietà e quanta condivisione. Quanta baldanza allegra, allora come oggi.

Non possiamo che pensare con fiducia, e tanta curiosità, al nostro domani.

[1] Riccardo Massa, filosofo dell’educazione e pedagogista, è stato ideatore, fondatore e primo preside della facoltà di Scienza della Formazione dell’Università Bicocca di Milano.