L’Incantatrice dei Numeri: Ada Lovelace, la prima programmatrice al mondo

L’Incantatrice dei Numeri: Ada Lovelace, la prima programmatrice al mondo

 

Sapete chi ha creato il primo software nella storia? State pensando a qualche programmatore famoso come Bill Gates o Mark Zuckerberg?

E invece no! E’ una donna colei che ha previsto un secolo e mezzo fa il ruolo del moderno computer cogliendo anche l’aspetto più poetico della scienza e riuscendo a sviluppare il primo software della storia dell’informatica.

 

Ada Lovelace è stata una delle più famose scienziate inglesi vissuta nella prima metà dell’Ottocento, un’epoca ricca di innovazioni scientifiche grazie all’ondata di progresso portata dalla Rivoluzione Industriale che caratterizzò quasi due secoli della storia occidentale.

 

La dott.ssa Lovelace nacque dall’unione della matematica Anne Isabelle Milbanke e il famoso poeta Lord Byron. Seguendo le orme della madre, decise di dedicare la propria vita alla scienza pur non abbandonando la vocazione del padre: lei stessa si definiva “analista e metafisica”[1]. Nell’arco della sua vita tentò di unire scienza e linguaggio, connubio più astratto che tangibile ma straordinariamente all’avanguardia poiché darà vita nel secolo seguente ai linguaggi di programmazione utilizzati dagli odierni computer

 

Come tanti scienziati e studiosi del periodo, anche Ada Lovelace frequentava i salotti londinesi dove si riuniva la crème del mondo scientifico e fu proprio in una di queste particolare feste che conobbe Charles Babbage e la sua Macchina Differenziale (diventata poi Analitica). Iniziò così una lunga e proficua collaborazione che portò alla più importante invenzione della scienziata: tra il 1842 e il 1843[2] ha sviluppato il primo algoritmo per il calcolo dei numeri Bernoulli in grado di essere letto ed elaborato dalla Macchina Analitica ideata da Charles Babbage, un calcolatore fondato su un sistema di schede perforate capace di svolgere qualsiasi operazione.

 

In pochi sono a conoscenza di questa scoperta, così innovativa che costituì le basi della moderna informatica. La prossima volta che vi chiederanno un programmatore famoso, stupiteli nominando Ada Lovelace, che come tante altre donne pioniere è rimasta nell’ombra.

 

In un panorama scientifico maschile, la Lovelace ha portato una nuova visione. La scienziata ipotizzò, inoltre ,che le macchine computazionali avrebbero potuto elaborare informazioni non solo legate alle parole ma anche ad immagini o suoni[3]. In uno dei suoi articoli del 1843, descrive la Macchina Analitica come una macchina programmabile, anticipando di decenni il concetto moderno di intelligenza artificiale. Citando le sue parole, la studiosa ha infatti espresso: “la Macchina Analitica non occupa lo stesso ambito di un mero calcolatore. Vive di vita propria; […] viene stabilito un collegamento tra le operazioni materiali e i processi mentali astratti del ramo più astratto della scienza matematica”[4]. Chi vi ricorda?

 

Questa Idea viene ripresa infatti da Alan Turing, impegnato nella decifrazione di Enigma durante la Seconda Guerra mondiale ma con delle modifiche: se Ada sosteneva che i computer “possono fare tutto quello che gli sappiamo ordinare”, Alan invece era convinto che l’intelligenza artificiale ragionasse come un vero e proprio cervello umano.  

 

Abbiamo parlato di grandi scoperte e invenzioni tecnologiche, ma la dott.ssa Lovelace non ha ancora finito di stupirci! 

Pochi anni prima della sua morte si dedicò al mesmerismo, una pratica medica in voga ai tempi basata su alcuni aspetti legati al magnetismo e pose inoltre le basi per l’illustrazione di concetti scientifici grazie alla raffigurazione di figure geometriche. Da questa intuizione Watson e Crick riuscirono a rappresentare il modello della struttura del DNA il secolo seguente[5].

Insomma, Ada Lovelace non è stata solo una scienziata ma un’amante del sapere e riuscì ad unire due ossimori inconciliabili, scienza e poesia, creando un nuovo linguaggio, ma fatto di numeri.

 

«Dimentica questo mondo e tutti i suoi guai e, se

è possibile, con tutti i suoi numerosissimi ciarlatani—ogni cosa

insomma, tranne l’Incantatrice dei Numeri.» – Charles Babbage, 1943

 

Sitografia

[1] https://www.wired.it/attualita/tech/2015/12/10/ada-lovelace-madre-informatica/?refresh_ce=

[2] http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/ada-augusta-byron-lovelace/

[3] https://www.focus.it/scienza/scienze/doodle-ada-lovelace-software-algoritmi-matematica-babbage

[4] https://www.iltascabile.com/scienze/ada-lovelace-byron-computer/

[5] https://matematica.unibocconi.it/articoli/babbage-lady-lovelace-e-il-primo-computer