Personagge e Personaggi – MARIA MONTESSORI

di Giuseppe Fichera

Doctor Maria Montessori (1870-1952) Italiaans pedagoog en arts

MARIA MONTESSORI

Maria Montessori nasce a Chiaravalle, Ancona, nel 1860, da una famiglia colta e benestante. La madre manifesta idee progressista, il padre conservatore si scontra con il desiderio della figlia di trasferirsi a Roma per iscriversi ad una scuola tecnica. La mentalità emancipata della Montessori la porta a scontrarsi con la mentalità maschilista del tempo e a trovare non pochi ostacoli nella buro- crazia e nella considerazione dei compagni e dei docenti uomini. Nel 1896 sarà una delle tre donne italiane laureate in medicina, con specializzazione in neuropsichiatria, dedicando particolare attenzione alle metodologie di ricerca in laboratorio. Dopo la laurea partecipa al “Congresso internazionale delle donne a Berlino”, nel quale sostiene con forza la discriminazione di trattamento fra uomini e donne nelle fabbriche. Diventa assistente presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma, dove in- contra Giuseppe Montesano e si dedica al recupero di bambini con problemi psichiatrici. Nel 1899 nasce il suo primo figlio, ma la relazione con il compagno e col- lega Montesano si interromperà bruscamente per motivi di opportunità e di carriera, e per non creare scandalo il figlio Mario verrà affidato ad una balia in un luogo isolato di campagna. In quegli anni lavora presso l’ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà, qui, lavorando con bambini in difficoltà e con problemi psichici, ma Maria si rende subito conto che il metodo usato con questi bambini non è efficace ed elabora un nuovo metodi di istruzione per bambini disabili. Nel 1904 consegue la libera docenza e ha l’opportunità di occuparsi dell’organizzazione e programmazione dell’attività degli asili infantili. Nel 1907 fonda la “Casa dei Bambini”, una nuova concezione degli ambienti dedicati ai bambini, un contesto in cui arredi e spazi sono concepiti “a misura di bambino”. La sua nuova concezione della pedagogia viene espressa ne “Il metodo della pedagogia scientifica”, volume pubblicato nel 1909. Il testo riscuote un grande risonanza tra i pedagogisti tutto il mondo. Nel ’34 lascia l’Italia a causa dei con- trasti con il regime fascista che cerca di interpretare la sua opera distorcendone i contenuti e suscitando l’indignazione della pedagogista; i suoi libri e la sua immagine verranno bruciati nei roghi di Berlino dai nazisti. Tornerà in Italia nel 1947 e raccoglierà i frutti del suo approccio alla pedagogia che la renderà famosa in tutto il mondo, e sarà citata dai più grandi pensatori del tempo quali Freud, Piaget, Ghandi, Marconi, Edison e molti altri.

Il carisma e la personalità della Montessori diventano parte del suo metodo e del suo approccio, ma sono stati interpretati anche come un suo limite. Infatti è proprio l’attitudine dell’insegnante che diventa un elemento discriminante dell’intervento: il desiderio, la passione e l’equilibrio dell’operatore diventano variabili fondamentali, attitudini specifiche non semplici da trasferire. L’in- segnante diviene per prima cosa un “mediatore” il cui compito è quello di favorire lo sviluppo del bambino sapendone osservare la motivazione la sua voglia di “fare” e la sua curiosità innata. Sarà quindi l’adulto che dovrà scegliere

di volta in volta le azioni specifiche da proporre e scegliere il materiale adatto in seguito alle sue osservazioni e alle caratteristiche specifiche dei bambini. Per la Montessori l’insegnante deve essere prima di tutto un “buon osservatore”, poiché l’attenzione del bambino sembra orientarsi spontaneamente e in modo innato e autonomo su ciò di cui egli ha bisogno, e in questo senso la condizione indispensabile è la libertà del bambino. “Nelle classi medie, come nelle elementari, il primo passo da compiere per diventare un in- segnante Montessori è quello di rinunciare alla propria onnipotenza e di accingersi con gioia a osservare. Se l’insegnante è veramente capace di sentire il piacere che viene dal veder nascere e crescere le cose sotto i propri occhi, e sa lavorare con umiltà, lo aspettano molte gioie, negate invece a coloro che di fronte a una classe pretendono di essere infallibili e avere un’autorità assoluta. In- segnanti come questi soffrono di illusioni, lontani come sono dal vedere la verità. Essi si dichiarano d’accordo sulla necessità di coltivare nei bambini la volontà perché abbiano un interesse spontaneo, ma pretendono che essa sia rigidamente control- lata e repressa. Questa è una contraddizione in termini: non si può far sviluppare qualche cosa reprimendola.” [M.Montessori. Come educare il potenziale umano, 1948]

La Montessori infatti, giudica la scuola tradizionale repressiva, poiché obbliga i bambini a stare seduti, fermi e in silenzio «Non è detto che sia disciplinato solo un individuo reso artificialmente silenzioso come un muto e immobile come un paralitico. Quello è un individuo annientato, non disciplinato». [Montessori, Educare Alla Libertà, 1909]. In un certo senso pone le basi per la pedagogia moderna ribaltando il paradigma riduzionista, secondo il nuovo metodo Montessori non sarebbe stata la scienza a imporre la nuova scuola, ma la libertà dell’alunno e il necessario rinnovamento della vita scolastica avrebbero posto le basi per una nuova scienza dell’infanzia.

Nel 1942, a causa del conflitto mondiale e delle persecuzioni politiche ostili al suo metodo, la Montessori è costretta a fuggire dall’Italia, si rifugia in India dove insieme al figlio si dedicherà all’insegnamento a partire dai più piccoli fino ai ragazzi dodicenni. Maria rimane affascinata dalla cultura indiana fino ad assimilarne alcuni concetti che risulteranno fondamentali per il suo concetto di “educazione cosmica”. La Montessori crea per i suoi bambi- ni un metodo di apprendimento che non privilegia nessun ambito del sapere a di- spetto di altri, ma porta il bambino verso una conoscenza che comprende tutte le branche del sapere, dalla storia alle scienze, dalla biologia alla chimica, dalla fisica alla storia pensate in modo interconnesso e interattivo. L’intento della pedagogista è quello di educare ai temi dell’ecologia, dell’educazione alla pace e alla mondialità con l’intento di suscitare nel bambino l’amore per la vita e il desiderio di esprimersi per ritrovare il proprio compito nel mondo per contribuire con gli altri alla costruzione del bene collettivo.