Cominciamo dal principio…
E’ dal momento stesso della nascita che il sistema di attaccamento del neonato entra in relazione con quello dei genitori. La modulazione del tono e il ritmo delle parole rappresentano, insieme agli sguardi e al contatto fisico, fondamentali elementi costitutivi del processo di attaccamento nelle sue fasi iniziali, predisponendo il bambino ad un corretto sviluppo delle capacità di adattamento e consentendone lo sviluppo emozionale e della conoscenza di sé.
Se si pensa alle parole come a degli strumenti ci si rende conto che come tali dovremmo utilizzarle con attenzione e parsimonia.
Ogni strumento ha una precisa funzione ed è consona alla destinazione dell’utilizzo: le parole sono lo strumento che facilita la trasmissione di un messaggio.
Le parole sono i veicoli che utilizziamo per esternare IDEE, EMOZIONI, PENSIERI E CONCETTI.
I bambini piccoli, che stanno acquisendo l’utilizzo della parola, comunicano più frequentemente con il linguaggio non verbale: AGISCONO. I bambini pestano i piedi, urlano, ridono, piangono…si esprimono seguendo i loro istinti primordiali. Gli adulti hanno acquisito la forza della parola a sostituzione delle azioni. La parola come forza permette all’adulto di calibrare le frasi con consapevolezza e attenzione. LA FORZA DELLE PAROLE STA NEL SAPERLE MISURARE, PESARE, CALIBRARE.
Le parole sono un mezzo d’espressione naturale ed hanno un enorme potenziale… positivo o negativo. Le parole che usiamo hanno delle importanti conseguenze considerata la stretta relazione che c’è tra PENSIERO-PAROLA-AZIONE.
I bambini si FIDANO TOTALMENTE delle loro figure di attaccamento, in particolare dei genitori. I bambini percepiscono e comprendono le parole dei genitori alla LETTERA.
Per i bambini tutto è nuovo e quando tutto è nuovo la paura può essere alta e l’autostima bassa. Ed è bene tenerlo sempre presente. I bambini hanno bisogno di sicurezze per imparare a valorizzarsi e prendersi cura degli altri; per imparare a valorizzare un fallimento e trasformarlo in un trionfo. Hanno bisogno di costruirsi una sana autostima e far crescere la loro autostima è competenza dei genitori.
Ecco alcune frasi che secondo Sherrie Campbell, psicologa e blogger dell’Huffington Post (https://www.nostrofiglio.it/…/autostima-bambini-7-frasi…) non possiamo mancare di dire ai nostri bambini per accrescere la loro autostima… TI AMO… diteglielo spesso, mostratevi loro fan in pubblico; il vostro amore dà loro coraggio, permette loro di commettere errori, li fa star bene e produce sentimenti di gioia.
SONO ORGOGLIOSO DI TE… per sviluppare una buona autostima i bambini hanno bisogno di approvazioni. I bambini hanno bisogno del vostro supporto, fategli capire che siete orgogliosi di loro e dei loro sforzi per diventare indipendenti.
HO SBAGLIATO, MI SPIACE… ammettere con vostro figlio di aver sbagliato significa mostrargli che nessuno è perfetto. Questo li aiuta ad accettare i loro errori
TI PERDONO… talvolta anche gli adulti fanno o dicono cose che non dovrebbero, non raggiungono le aspettative, non rispettano le promesse…esattamente come i bambini. Come genitori bisogna trovare il giusto compromesso per fargli capire le conseguenze di un comportamento sbagliato, senza mai perdere di vista che i vostri figli hanno dei sentimenti.
TI STO ASCOLTANDO… per dargli la sicurezza che li state ascoltando con interesse ripetete le ultime frasi del loro racconto. I bambini che non si sentono ascoltati e capiti sviluppano legami poco sicuri con i loro genitori. Invece di dirgli sempre quello che devono fare, provate prima a sentire cosa vorrebbero fare loro, in questo modo imparano a risolvere problemi e prendere decisioni.
QUESTA E’ RESPONSABILITA’ TUA… dovete rendere i vostri figli responsabili delle loro decisioni e azioni comunicandogli che avete fiducia nelle loro capacità.
HAI TUTTO QUELLO CHE SERVE PER AVERE SUCCESSO…insegnate ai vostri figli a conoscere la loro forza e la loro debolezza e a sentirsi bene con se stessi. Lodate i loro sforzi e supportateli quando falliscono. Il fallimento è una forma di successo perché è attraverso i fallimenti che impareranno a vivere una vita felice e appagante.
E POI ANCORA: SONO FIERO DI TE, HAI DELLE BUONE IDEE, SEI IMPORTANTE, SONO FELICE DI PASSARE DEL TEMPO CON TE, SAI FARE MOLTO BENE QUESTO, SEI BELLO DENTRO E FUORI, POSSIAMO PROVARE A FARE COME DICI TU, TI CAPISCO, TU MI RENDI FELICE, SEI DI AIUTO…
E’ altrettanto vero che a tutti i genitori, stanchi e di fretta, può capitare di rivolgersi ai figli con frasi sbagliate, che possono lasciare i bambini feriti e arrabbiati.
Parole dette con superficialità senza pensare all’effetto che anche una sola parola ha, parole che possono colpire un bambino che pare distratto ma ascolta e fa finta di non aver capito. Può capitare che un genitore molto arrabbiato possa dire cose che non pensa. Parole che sembrano innocue possono ferire.
LASCIAMI IN PACE: E’ più che lecito che un genitore si prenda una pausa dai figli. Ma dire troppo spesso ad un figlio “Lasciami in pace”, “Non disturbarmi”, “ Sono occupata/o” rischia di far interiorizzare al bambino il messaggio che voi non avete mai tempo per lui. Bisognerebbe invece abituarli fin da piccoli che i genitori hanno bisogno di un tempo per sé. Lasciateli qualche volta con altre persone, quando tornerete da loro sarete più disponibili.
TU SEI COSI’…: Le etichette, soprattutto se negative, rimangono attaccate ai bambini e si trasformano in profezie che si autoavverano.
NON PIANGERE: Dire frasi come “Non essere triste”, “Non fare il bambino”, “Non c’è motivo di avere paura” significa mandargli il messaggio che le loro emozioni non sono valide, e che non è un bene essere tristi o spaventati.
PERCHE’ NON SEI COME TUA SORELLA/FRATELLO?: Lasciate che ognuno si sviluppi secondo il proprio ritmo, temperamento, personalità. Paragonarlo sempre agli altri potrebbe far sembrare a vostro figlio che voi lo avreste desiderato diverso.
DAI CHE LO SAI FARE BENISSIMO: Imparare è un percorso fatto di prove ed errori. Se vostro figlio sbaglia evitate commenti negativi: non è produttivo né d’aiuto. Frasi come “Non posso credere che l’hai fatto”, “Era ora” non vogliono dire niente e il messaggio che un bambino potrebbe ricevere è “Tu non fai mai niente di buono!”.
SMETTILA O TE LE DO: A volte ci si trova a dare degli avvertimenti. Il problema è che poi bisogna dare seguito alle minacce ed è ormai provato che sculacciare non migliora il comportamento dei bambini. Molto meglio essere autorevoli.
ASPETTA QUANDO PAPA’ /MAMMA TORNA A CASA: Questa frase è solo un altro tipo di minaccia. Inoltre si rinvia il problema ad un secondo momento, mentre davanti ad un capriccio bisogna intervenire subito.
SBRIGATI: I bambini hanno un senso del tempo differente da quello degli adulti e non comprendono quando gli adulti hanno fretta. Quando gli adulti mettono fretta ai bambini questi si sentono in colpa. Questo sentimento li fa stare male ma non li motiva a fare più veloce.
SEI UN BAMBINO CATTIVO: E’ assodato che un bambino che viene definito “cattivo”, brutto”, “capriccioso”…finirà per crederci assecondando l’idea che gli altri hanno imposto a lui.
SMETTILA, ORMAI SEI GRANDE: Ogni bambino è grande o piccolo a seconda delle situazioni in cui si trova o nello stato d’animo che attraversa. Caricare un bambino della responsabilità di essere troppo grande è un modo per farlo sentire insicuro e giudicato.
CON TUTTI I SACRIFICI CHE FACCIAMO PER TE: Frase terribile da dire a un bambino, senza aiutarlo minimamente a dare di più.
PRENDI QUELLO CHE VUOI BASTA CHE SMETTI DI PIANGERE: Bisogna essere coerenti se vogliamo essere credibili.
NON TE LA PRENDERE PER UNA STUPIDAGGINE: Ascoltate i loro problemi e non ridicolizzate le loro delusioni, anche se vi sembrano di poco conto. Per i bambini quelle piccole cose rappresentano il loro mondo.
“ Il linguaggio è segno dell’evoluzione della specie umana, attraverso il linguaggio comprendiamo la realtà e oggi non è facile trovare degli esempi di incoraggiamento all’utilizzo della parola come forza da mantenere sotto controllo.
Nel prossimo futuro l’ utilizzo del linguaggio dovrebbe avvenire riconquistando il senso delle parole, magari utilizzandone meno ma che vengano espresse in maniera efficace e responsabile. Una buona e sana comunicazione verbale permetterebbe, nel rapportarsi ai propri simili, di ascoltare e comprendere, riflettere e rispondere, dialogare e discutere, per costruire mattone su mattone una solida base di conoscenza affinché cresca il rispetto, la stima, la buona educazione e la fiducia reciproco” Giovanna Fileccia, poetessa e scrittrice.
A cura di Susanna Serati
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