La casa di CoccinellaRoberto Conti

Il vento soffiava tra gli alberi senza risparmiarsi. La sua incredibile forza strappava loro le foglie, sparpagliandole su un tappeto di mille colori. L’estate era già un lontano ricordo per gli animali del bosco, i quali si preparavano ad affrontare, ognuno a modo suo, la stagione più fredda dell’anno. 

Tutti tranne Coccinella. 

Questo era il suo primo inverno, non poteva certo immaginare fosse così duro. Rannicchiata nella sua foglia, non riusciva a smettere di starnutire; quel forte raffreddore la tormentava, rendendola ostile ed intollerante.

Eee… Etciù!

Da diversi giorni, assieme alle prime foglie, se ne erano andati uno dopo l’altro anche tutti gli animali del bosco. Ma dove si erano cacciati? Improvvisamente, sentendola lamentarsi, una voce la sorprese alle spalle.

Che cosa ci fai ancora qui? Ti prenderai un accidente!

Carica di un’enorme briciola, Formica cercava di raggiungere la base dell’albero.

Non vedi che qui ci abito? E tu allora, che ci fai qui? – reagì infastidita Coccinella.

Che modi… Io vado a casa, è ovvio. Non senti che freddo? – 

Inaspettatamente, quella piccola parola che a Coccinella era sempre suonata tanto scontata, ora assumeva un suono diverso. Già, la casa. Dopo ogni volo, ogni pasto, ogni passeggiata, era sempre tornata lì, sulla sua foglia. La foglia più grande e bella di tutto l’albero. Era quindi quella la sua casa? Tanto calda ed accogliente d’estate, quanto gelida ed ostile adesso. Era evidente che qualcosa non andasse, altrimenti non si sarebbe trovata in quella situazione. Come si sceglie allora una casa? C’era solo un modo per saperlo.

Formica, ma tu come hai fatto a scegliere la tua casa? –  

Prima di rispondere, Formica sgranò gli occhi; certo non si aspettava una domanda simile.

La mia casa non l’ho scelta, ma l’ho costruita con la mia famiglia. Abbiamo cercato un bel posto al riparo dalla pioggia e dal vento. Poi l’abbiamo riempita di provviste ed è lì che passeremo l’inverno –

rispose l’insetto, dimostrando al contempo una crescente difficoltà nel sorreggere la grossa briciola. Coccinella ascoltava ammirata. Come mai non aveva pensato anche lei a costruirsi qualcosa di strategico ed accogliente come avevano fatto le formiche? Più ci pensava e più si convinceva che l’unica in grado di insegnarle a costruirne una, era Formica stessa. 

Potrei venire anche io a casa vostra, che dici? Sai, vorrei tanto vedere come è fatta una bella casa e poi qui fa freddo e non so dove andare

Formica inclinò leggermente il capo; la sua espressione oscillava tra il sorpreso ed il perplesso. Diffidava del fatto che Coccinella fosse diventata improvvisamente curiosa e gentile; esitò quindi un istante prima di rispondere.

Ma tu sei troppo grande per entrare, non ci riusciresti mai! Perché non fai quello che fanno le altre coccinelle? –  

Coccinella esitò a sua volta. Che cosa fanno le altre coccinelle? Forse anch’esse costruiscono una casa? Pensò persino che l’inverno fosse il modo naturale per dividere le coccinelle più intraprendenti da quelle che non erano in grado di cavarsela da sole. Forse una casa bisognava meritarsela, insomma. Detto ciò, Formica scomparve rapidamente tra i rami dell’albero. 

Con il passare del tempo, Coccinella stava letteralmente congelando. Si muoveva a stento ed i suoi occhi non riuscivano più a mettere a fuoco granché. Fu proprio in quel momento di estrema difficoltà che accadde l’imprevedibile.

Ma dove ti eri cacciata? Dai, dobbiamo andare! – 

Di fronte a lei, un’altra coccinella la guardava con un’espressione impaziente. Aveva quattro zampe conserte ed una che batteva il piede come a far pesare il suo prezioso tempo. Non ricevendo risposta, con forza e caparbietà, la nuova arrivata prese per quattro mani la sventurata, accompagnandola giù per il tronco dell’albero. Le due s’incamminarono per il prato ormai completamente coperto di foglie, in direzione del grande quercia. Giunta a destinazione, Coccinella alzò lo sguardo e sobbalzò per lo stupore: alla base dell’albero, nascoste tra muschio e felci, centinaia di coccinelle si stringevano unite a formare un gruppo compatto. Alcune dormivano, altre giocavano a carte ed altre ancora sorseggiavano cioccolata, ma nessuna di esse sembrava patire il freddo o lamentarsi. D’un tratto, una voce scoppiettante si levò dal gruppo.

Evviva, siete arrivate! Presto, abbiamo bisogno anche di voi! –  

Le coccinelle si allargarono rapidamente per permettere alle ultime arrivate di unirsi. Mentre le sue zampine avanzavano timide tra le altre coccinelle, come d’incanto, avvertì una strana sensazione. In mezzo alla famiglia che non aveva mai saputo di avere, le sue antenne iniziarono a muoversi, gli occhietti ad aprirsi ed il raffreddore a dare segni di cedimento; persino il suo piccolo cuore cominciò a scaldarsi. In un istante, Coccinella realizzò il vero significato della parola ‘casa’.

Casa è dove ti senti al sicuro, amata ed apprezzata.

Casa è dove ti passa persino il raffreddore.

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