1° CLASSIFICATO La parte giustaAlessandra Piccolo

La mia bambina è malata – niente di grave s’intende – però ha la tosse, il raffreddore e con il ciuccio in bocca fatica a respirare. 

L’umidificatore sbuffa nella stanza in penombra, le ho fatto i lavaggi nasali, le ho dato lo sciroppo prima di metterla a letto. Ho fatto tutto per bene, tutto quello che si conviene a una brava mamma.

Non posso fare altro se non ascoltare il suo respiro affannoso, restando immobile nel letto, spalancando gli occhi ad ogni suo colpo di tosse e aspettare che arrivi presto l’alba.

 

Di notte, si sa, i tempi sono dilatati e qualunque cosa assume contorni più aspri. 

Succede che ti metti a pensare alla notte, al freddo e al buio che c’è fuori da quella finestra che ti separa dal resto del mondo. Sapete come funziona, la testa frulla come un ingranaggio inceppato saltando in ricordi che credevi ormai del tutto persi, trasportandoti verso posti sconosciuti, portandoti in luoghi che certo non concilieranno il sonno.

 

Sei in Bielorussia al confine con la Polonia.

La notte scende alle quattro del pomeriggio ed è molto più fredda, lunga e cattiva, soprattutto se non hai dove ripararti. Soprattutto se sei in prossimità di un filo spinato, senza alcuna speranza, senza sapere per quanto tempo dovrai resistere così.

Sei con la tua bambina, che ha la tosse, e ti rendi conto che l’amore a volte non basta. 

A volte nemmeno a volerle forte, le cose, vanno per il verso giusto

Siete venute in aereo, doveva essere un viaggio sicuro, un viaggio organizzato nella parte giusta del mondo, quella in cui non siete nate. 

Hai venduto tutto. Ora ti accorgi di aver venduto anche quello che non volevi.

Lei ha la tosse adesso, e tu non sai come curarla, non sai più nulla.

Conosci solo quel freddo che ti paralizza.

 

Avete attraversato il confine, in branco per farvi coraggio, con i militari che vi davano la caccia come bestie da abbattere. 

Siete nella foresta più antica d’Europa, è bellissima, gli alberi sono maestosi, secoli di flora tutta attorno a te. Ma il freddo, la fame, la sete, la paura non ti fanno ragionare. 

Non sei nemmeno più arrabbiata con chi vi ha ingannato e portati qui come merce di scambio. Pensi solo a come puoi resistere un altro giorno, un’altra notte e poi un’altra ancora senza sapere se ci sarà mai una fine.

La tua bambina dorme fra le tue braccia o magari è già morta, è una palla di coperte, si vede appena il nasino che le spunta rosso e gelido. Non è nemmeno rosso, il nasino, è più viola che rosso e tu le aliti addosso, sperando che quel po’ di calore interno che hai non si disperda e le porti almeno un poco di sollievo. Vorresti farla tornare dentro di te, nel tuo grembo, lontana da questo mondo. Vorresti entrarci pure tu nel tuo grembo, adesso.

Invece sei all’interno di quella foresta, immutabile, senza nessuna via d’uscita.

L’amore non basta, continui a ripeterti, le coperte non bastano. 

La stringi, ti stringi, per sapere se esisti ancora, perché in quella foresta tutto diventa sogno e dolore.

Ti consoli, se senti male vuol dire che ancora ci sei e allora dai un pizzico anche alla tua bambina, la fai piangere, debolmente. Un miagolio di un gattino nella neve.

E guardandola meglio, nel chiarore della luna piena, sembra proprio un micino. Una vita di poco conto, perduta nella foresta più antica d’Europa. Alle porte della civiltà.

Il privilegio di prenderti cura di lei, tu non l’hai mai avuto. Hai solo il tuo amore, che è grande e coraggioso ma non molto fortunato. L’amore senza fortuna non è niente.

Però sentirla miagolare ti ha dato speranza: forse non stai facendo un cattivo lavoro, nonostante la notte, nonostante la vita.

 

Ma un pensiero rapace scende sopra la mente ormai annebbiata: non ricordi quando è stata l’ultima volta che le hai cambiato il pannolino. Ne hai ancora uno da qualche parte nella giacca, ne sei sicura, o forse no. Forse l’ultimo l’hai già usato. Domani, domani lo cercherai, adesso non ne hai la forza. Ma quel pensiero adesso non ti lascerà stare; così sposti un poco il braccio stando attenta a non svegliare la bambina e con la mano che non senti ti metti a frugare nelle tasche. È come se avessi una protesi invece della tua mano, le dita non si muovono, le guardi. Sono così bianche. Quindi come i grani di un rosario, a poco a poco si snocciolano nella tua testa tutte le domande a cui non sai dare risposta. 

Cosa le darai da mangiare, domani? 

Un giorno che forse non ci sarà.

Era una bambina vivace quando siete partite, ora dorme sempre.

E tu chi eri prima? Prima di cosa.

Prima della guerra, prima di tutto.

Non c’è mai stato un prima.

Tu prima non ci sei mai stata.

Tu ancora non sai chi sei.

 

Suona la sveglia, forse ho dormito – mi dico – o forse sono morta.

Mio marito si gira nel piumone, si vede solo la testa di ricci scomposti dal sonno.

La bambina è in piedi nel lettino, le mani paffute e calde ne stringono i bordi, poi le stacca e le tende verso di me.

Mi alzo per prenderla in braccio e affondare il viso nel suo, tiepido, roseo, perfetto.

Restiamo qualche momento a respirarci: l’amore è tutto.

No, non era così.

La fortuna senza l’amore non è niente.

Non era nemmeno così.

L’amore senza fortuna non è niente.

L’amore basta a sé stesso, per chi è nato come noi, dalla parte giusta.

Prendo lo sciroppo per la tosse, le cambio il pannolino, andiamo in cucina a fare colazione.

Ho fatto tutto quello che deve fare una brava mamma, eppure è come se mi stessi dimenticando qualcosa.


CENNI SULL’AUTRICE

Con il romanzo inedito “Exit” vengo segnalata nel 2010 dalla giuria del Premio Nazionale Italo Calvino. Dal 2012 ho scritto racconti e poesie con Carrascosa Project, un collettivo di scrittori di cui ho fatto parte, e con il racconto lungo “EsseriUmani” ho partecipato alla raccolta di racconti “Latinamerica” (Edizioni Mandala, 2013).
Nel 2013 per il Premio Letterario Nazionale Rai “La Giara”, sono finalista lombarda con il romanzo “Lacrimante cielo”, pubblicato poi nel 2017 con il titolo definitivo “Lacrimante” (Edizioni del Gattaccio). Nel 2014 pubblico il mio primo libro di poesie “Tutti lì ad applaudire le vacche in fiera” (Edizioni del Gattaccio). Ancora nel 2017 esce “Popland”, romanzo del collettivo Carrascosa Project e a cura del collettivo Bibbia d’Asfalto esce la raccolta poetica “Aleppo c’è” pubblicato da Kipple Officina Libraria a cui partecipo con la poesia “Mentre le bombe esplodono”. Il ricavato del libro viene interamente devoluto a Medici Senza Frontiere.
Ho frequentato la scuola di recitazione Teatri Possibili ScenAperta.
Ho ideato e sviluppato con l’aiuto di una ballerina di teatro danza, il reading/spettacolo portato in scena come presentazione del libro di poesie “Tutti lì ad applaudire le vacche in fiera”.
Da giugno 2017 mi accompagno ad un violoncellista per le presentazioni del romanzo “Lacrimante”, l’ultima data è stata al Nuovo Teatro Ariberto per Book City Milano nel 2018.
Nel 2019 alcune mie poesie inedite sono state pubblicate sul n.15 de “La Macchina Sognante”, rivista letteraria tradotta anche in America.

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