Una storia… imprevista (editoriale)

Di MARIA PIACENTE Come inizia una storia? In nuce si può dire che quasi tutto è lì, ben custodito fin dal primo pensiero, poi evidente nelle cose già fatte e sfumato in quelle ancora da fare. Ma…

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Una storia… imprevista (editoriale)

La scoperta di un tu, di una mano a cui aggrapparsi e da cui farsi aiutare è, a nostro avviso, l’imprevisto più grande che possa capitare in carcere. Ma non è cosa da poco.

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“Un carcere per bene” (intervista a Giorgio Leggieri, direttore del Carcere di Bollate)

La vita in carcere è molto più complessa di quanto noi da fuori pensiamo di conoscere. Sia per le persone detenute, sia per coloro che lavorano in carcere (così come per noi che siamo “fuori”), tutto parte dalle relazioni.

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Uno sguardo oltre le sbarre

Il carcere può diventare effettivamente riabilitativo se si attiva una osmosi tra “dentro” e “fuori”, se ci si mette cioè nei panni dell’altro. Questa contaminazione è un imprevisto che, quando accade, fa presentire il gusto della libertà.

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L’esperienza detentiva: (dis)orientamenti inaspettati

Per chi si trova in carcere, la consapevolezza di sè è molto condizionata dalle aspettative ricevute. Riuscire a liberarsi da un destino segnato è un imprevisto possibile. Se c’è una relazione educativa e se si coltivano le opportunità, tutto può succedere.

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La vita dappertutto

Dalla presentazione di un libro di poesie e dalla giuria del premio letterario “Due mondi allo specchio”, ecco come è nato il numero speciale di Pedagogika: "Imprevisti... dentro il carcere".

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Il rispetto ha generato rispetto

Sapersi relazionare con tutti, ma mantenere il massimo riserbo è fondamentale dovunque, anche in carcere. Sapere di chi fidarsi è un “sesto senso” che protegge dalle delusioni, ma soprattutto che permette di conoscere e farsi conoscere.

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Sono sicuro di ciò che voglio

Sapersi relazionare con tutti, ma mantenere il massimo riserbo è fondamentale dovunque, anche in carcere. Sapere di chi fidarsi è un “sesto senso” che protegge dalle delusioni, ma soprattutto che permette di conoscere e farsi conoscere.

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Niente è scontato

La sorpresa, cioè uno stato emotivo che consegue ad un evento inaspettato, in carcere assume dinamiche molto particolari, tanto che durante una carcerazione in cui, per qualche anno, vedi le stesse persone 24 ore al giorno, la semplice presenza di persone nuove porta la sorpresa a 100!!

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(Solo) apparente serenità

Per continuare a interessarsi della vita che scorre al di là delle mura carcerarie, subentra un certo spirito di autoconservazione e una serie di “anticorpi”. Di nuovi comportamenti per adeguarsi a procedure e ritmi della vita in carcere.

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Il tempo è prezioso e va coltivato

Se il tempo è impegnato - se è finalizzato ad acquisire esperienze e competenze che, una volta fuori dal carcere, permetteranno di iniziare una vita onesta - attendere il futuro non è una passività, ma un’azione da protagonisti.

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Non mi aspetto sorprese, mi aspetto il bene

Cercando di utilizzare il tempo nel migliore dei modi, in carcere si attende soprattutto se stessi. Si attende cioè di scoprire qualcosa di nuovo a riguardo di se stessi, ancora prima che di ciò che sta “fuori”.

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Lettera da “fuori” a “dentro”: da parte di Bartolomeo (10 anni)

Un bambino di quinta elementare passa due volte a settimana fuori dal penitenziario milanese di San Vittore. Quelle mura alte che separano ciò che sta fuori dal carcere da ciò che sta dentro sono per lui, incredibilmente, lo spunto per scrivere a chi è dall’altra parte.

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Lettera da “fuori” a “dentro”: da parte di Marta (23 anni)

Immaginandosi chi è in carcere, una ragazza in procinto di laurearsi condivide tante domande: su di sé e su chi è “dentro”. Domande che, più che da una curiosità, nascono da una profonda immedesimazione: quella che ognuno di noi “fuori” potrebbe far propria.

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Lettera da “fuori” a “dentro”: da parte di Federico (80 anni)

63 anni fa, un ragazzo di 17 anni giocò un’amichevole di basket nel carcere minorile Beccaria di Milano. Oggi, a 80 anni, si rivolge a quel ragazzino detenuto che, prima della partita, gli aveva chiesto una sigaretta; sperando che, vecchierello anche lui, sia ora a casa.

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Libero… anche grazie alla poesia e al teatro

Francesco Capizzi (in arte Cisky) - ex detenuto del carcere di Bollate e oggi noto attore e cantante - racconta la propria esperienza a Maddalena Capalbi. A partire da quel laboratorio di poesia iniziato in carcere, che ha cambiato tutto….

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Al volontario basta essere volonteroso?

Un volontario può concretamente partecipare ai percorsi rieducativi per i detenuti? Un noto professionista nell’ambito della comunicazione racconta la propria esperienza e il desiderio di essere sempre più formato a questo compito.

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Un altro modo è possibile

Da quali culture giuridiche proviene la realtà del sistema carcerario minorile in Italia? Quale cultura permetterebbe di fare diversamente, cioè di passare dall’attribuzione alla promozione della responsabilità?

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La biblioteca: come un ponte tra “fuori” e “dentro”

La presenza di una biblioteca in ogni casa di reclusione di Milano offre alle persone detenute la preziosa opportunità di conoscere, o approfondire, o scoprire, ciò che è oltre le porte del carcere. Chiedere un libro in prestito può diventare così l’inizio di un viaggio.

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Solitudini contemporanee: al di là del muro

Davanti al racconto di un male e di una grande sofferenza, l’istinto umano vorrebbe allontanarsi. Scegliere di avvicinarsi, e di farsi avvicinare, è l’imprevisto più desiderabile. È l’unica picozza in grado di abbattere il muro della solitudine.

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Quale… popolazione penitenziaria?

Una sintesi della situazione carceraria italiana per cominciare a mettere a fuoco i contorni del mondo “dentro” e, tra tutte le popolazioni penitenziarie, la diversità di quella del carcere di Bollate. Diversità cui dovrebbero beneficiare tutte le carceri italiane.

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Sillabario Pedagogiko (Improvvise azioni)

A cura di Francesco Cappa, un sillabario pedagogiko dedicato alla parola imprevisto, determinante in ogni esistenza, soprattutto nel vissuto di chi ha una sofferenza, o una pena da scontare.

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Un imprevisto è la sola speranza

In qualsiasi luogo e tempo si è sentito il desiderio di esprimere il cuore del proprio vissuto: di questo desiderio è fatta la poesia. In poesia: rubrica a cura di Maria Piacente.

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Camilla Boniardi, nome d’arte Camihawke (Personagge e personaggi)

Ritratti di uomini e donne fuori dall’ordinario. Persone libere nel pensiero e nell’azione, talvolta impopolari. Vite intensamente vissute. Hiroshi Ishiguro.

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I prompt… quegli illustri sconosciuti

Tutto sta evidentemente nell’input, altrimenti detto… prompt. In effetti l’astrusità dei termini può scoraggiare, ma è tutto più semplice di quel che sembra. Derivando dal verbo inglese to prompt - indurre, sollecitare qualcuno a fare qualcosa - il termine prompt indica l’input, cioè la descrizione data all’IA generativa quando le si chiede qualcosa.

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Non sarà la tua copia

Cosa avremmo voluto fare da grandi? Che educazione ci è stata data? Da qui dipende la vita di ciascuno. L’educazione ricevuta è come un abito adeso sulla pelle: non si riesce a togliere senza dolore.

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Scelti per voi (Libri per tutti)

Per scoprire o riscoprire quanto un libro possa diventare compagno di viaggio, e quanto significative possano essere in noi le tracce impresse da certi autori e autrici. Libri per tutti selezionati da Claudia Alemani.

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Scelti per voi (Libri per bambine e bambini)

Per invogliare alla lettura anche i più piccoli, condividendo con loro il gusto di immedesimarci nelle esperienze degli altri e per capire di più anche noi stessi. Libri selezionati da Serena Bignamini.

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Scelti per voi (CINEMA)

Recensioni cinematografiche tratte dal piccolo e grande schermo, per ampliare la nostra possibilità di scelta e approfondire il gusto della visione.

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Scelti per voi (MUSICA)

Recensioni musicali per scoprire vere e proprie chicche del mondo discografico contemporaneo, e così entrare di più nel linguaggio della musica. A cura di Goffredo Villa.

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