Il primo anno di Servizio Civile Universale in Stripes: la storia di Gaia 

Si sta per concludere la prima esperienza di Stripes come ente formatore del Servizio Civile Universale. Oggi la volontaria Nicoletta ha intervistato un’altra delle nostre volontarie: si chiama Gaia, è una ragazza di 22 anni e ha potuto lavorare presso “Non Sono Gianburrasca”’, un centro di aggregazione giovanile rivolto a tutti i ragazzi e ragazze iscritte della scuola secondaria di primo grado, gestito dal Comune di Nerviano in collaborazione con Stripes. E’ un progetto di sostegno allo studio e di socializzazione e offre un servizio gratuito proposto dal Comune di Nerviano. Tra le attività proposte troviamo lo spazio compiti, i laboratori artistici, culinari, sportivi, i giochi e le gare.

Scopriamo insieme il Gianburrasca grazie all’esperienza di Gaia!

N. Come sei venuta a conoscenza del Servizio Civile Universale?”
G. “Ho visto la pubblicitá in televisione del Dipartimento per le Politiche Giovanili. Inoltre la  mamma del mio ragazzo mi ha consigliato di farlo, quindi mi sono attivata per capire come aderire al bando tramite la pagina Facebook di Spazio Giovani.”

N. “Perché hai scelto Stripes e il suo progetto?”
G. “Avendo usufruito dei servizi proposti da Stipes già da quando ero alle elementari, come ad esempio il pre-scuola, i loro centri estivi e lo stesso Gianburrasca per i compiti e laboratori partecipando anche al progetto “stay on stage”, ho voluto prestare servizio in un luogo per me familiare, per imparare e capire come vengono organizzati queste tipologie di servizi educativi.”

N. “Quali sono i pro della tua esperienza? E i contro?”
G. “Uno dei pro è stato sicuramente poter vedere come vengono organizzati i luoghi che ho frequentato per ben 11 anni e in più ho potuto imparare tante nuove cose dal punto di vista lavorativo, sentendomi anche utile per la comunità. Invece di contro, sinceramente, non ce ne sono stati.”

N. “Ti aspettavi i compiti che ti sono stati assegnati o ti immaginavi un’esperienza diversa?”
G. “Sono stata colpita dal fatto che ho portato a termine più compiti di quanto immaginassi. Il mio OLP e gli altri educatori mi hanno trattata come una di loro e mi hanno dato compiti che non mi hanno mai fatta sentire fuori posto. Ho fatto davvero molte cose, anche in più, ma questo lo ritengo un punto di forza della mia esperienza.”

N. “Sei riuscita a sviluppare delle competenze utili che prima non avevi?”
G. “Sicuramente sì, sono diventata più paziente e ho sviluppato delle competenze relazionali molto utili, riuscendo a parlare ai ragazzi in maniera più adeguata all’ambiente lavorativo pur mantenendo un rapporto informale e giocoso.”
N. “Pensi che quest’anno ti sia servito per il lavoro che vorresti fare in futuro?”
G. “Si, soprattutto nelle mansioni di ufficio che mi sono state assegnate perché ho in mente di intraprendere un lavoro in campo amministrativo..”

N. “Dal punto di vista emotivo, che emozioni ti ha scaturito quest’esperienza? E lavorare con i ragazzi?”
G. “Mi sono sentita importante perché i miei colleghi mi hanno trattata come una loro pari ma è anche vero che in certe occasioni ho avuto paura di non riuscire a portare a termine alcuni compiti perché mi sentivo inesperta. Quando iniziai a lavorare coi ragazzi,  non pensavo di esserne in grado ma mi sono trovata bene, a mio agio e quindi per me è stata, nel suo insieme, un’esperienza sicuramente molto positiva.”

N. “Per finire: descrivi il tuo anno di scu con 3 aggettivi”
G. “Educativo, stimolante a livello lavorativo e personale e… appassionante!” 

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